Il nuraghe, posto su di un lieve rialzo del terreno,
sul lato orientale della SS 129 Macomer-Bosa,
sembra essere un monotorre, anche se lo stato di
notevole rovina, le macerie non consentono di definirne la stesura planimetrica .
La torre, a pianta lievemente ellittica (diam.
13,50×12,20), si conserva sul crollo per una altezza
massima residua di m 3,70 . (A. Moravetti)
#immagini: 65
Il nuraghe, posto su di un lieve rialzo del terreno,
sul lato orientale della SS 129 Macomer-Bosa,
sembra essere un monotorre, anche se lo stato di
notevole rovina, le macerie non consentono di definirne la stesura planimetrica .
La torre, a pianta lievemente ellittica (diam.
13,50×12,20), si conserva sul crollo per una altezza
massima residua di m 3,70 . (A. Moravetti)
Il pozzo di piccole dimensioni, è realizzato in blocchi di calcare ben squadrati e lavorati. La struttura è costituita da un vano circolare, nel cui perimetro sono ricavate tre nicchie, e da una canaletta laterale esterna, posta obliquamente rispetto all’apertura di accesso del pozzo.
Si tratta di un nuraghe complesso che fu demolito per realizzare l’insediamento romano che comprende queste vasche.
Domus isolata con riutilizzo.
Tratto dalla pubblicazione “Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia” di Moravetti
La necropoli è composta tre domus de janas, tra cui spicca la tomba I per grandezza e decorazioni.
Nuraghe monotorre costituito da una camera con copertura a tholos integra e scala interna che collega i diversi livelli che formano la struttura complessa.
Dopo la fatica per raggiungere l’alta rupe, si gode di un panorama mozzafiato che spazia dalla punta di Foghe fino a capo Marrargiu.
Su questa rupe gli antichi Sardi avevano edificato un nuraghe.
Poco e ormai rimasto dello stesso, ma mentre esploro il monumento osservo l’orizzonte.
E bello immaginare le grandi navi dotate di protome solcare il mare, guidate dai riferimenti forniti dai nuraghi costieri, entrare sicure nella foce del Temo, ancora oggi l’unico fiume navigabile in Sardegna. (Giovanni Sotgiu)
Dopo la fatica per raggiungere l’alta rupe, si gode di un panorama mozzafiato che spazia dalla punta di Foghe fino a capo Marrargiu.
Su questa rupe gli antichi Sardi avevano edificato un nuraghe.
Poco e ormai rimasto dello stesso, ma mentre esploro il monumento osservo l’orizzonte.
E bello immaginare le grandi navi dotate di protome solcare il mare, guidate dai riferimenti forniti dai nuraghi costieri, entrare sicure nella foce del Temo, ancora oggi l’unico fiume navigabile in Sardegna. (Giovanni Sotgiu)
Dopo la fatica per raggiungere l’alta rupe, si gode di un panorama mozzafiato che spazia dalla punta di Foghe fino a capo Marrargiu.
Su questa rupe gli antichi Sardi avevano edificato un nuraghe.
Poco e ormai rimasto dello stesso, ma mentre esploro il monumento osservo l’orizzonte.
E bello immaginare le grandi navi dotate di protome solcare il mare, guidate dai riferimenti forniti dai nuraghi costieri, entrare sicure nella foce del Temo, ancora oggi l’unico fiume navigabile in Sardegna. (Giovanni Sotgiu)
Dopo la fatica per raggiungere l’alta rupe, si gode di un panorama mozzafiato che spazia dalla punta di Foghe fino a capo Marrargiu.
Su questa rupe gli antichi Sardi avevano edificato un nuraghe.
Poco e ormai rimasto dello stesso, ma mentre esploro il monumento osservo l’orizzonte.
E bello immaginare le grandi navi dotate di protome solcare il mare, guidate dai riferimenti forniti dai nuraghi costieri, entrare sicure nella foce del Temo, ancora oggi l’unico fiume navigabile in Sardegna. (Giovanni Sotgiu)
Il nuraghe prende il proprio nome dal termine “pibiri” che significa pepe ed è ubicato in un’altura a controllo della valle del Temo e del percorso che conduce a Bosa.
Il monumento e l’area circostante sono state oggetto di indagini scientifiche agli inizi del 2000 che hanno permesso di evidenziare le emergenze strutturali.
Il corpo principale, edificato in pietra calcarea, è costituito da una torre centrale, e da almeno altre due torri aggiunte raccordate da cortine rettilineee. La torre centrale svetta, rispetto all’interro e ai crolli, di circa 7 metri e presenta un ingresso rivolto a sud-ovest che immette in una camera con volta a tholos perfettamente conservata dotata di tre nicchie disposte a croce.
È visibile la scala elicoidale che consentiva di raggiungere le parti superiori dell’edificio.
Il corpo principale è inglobato all’interno di un antemurale costituito da diverse torri raccordate da muri sia rettilinei che curvilinei.
Un esteso insediamento con edifici a pianta circolare è visibile su tutta l’area circostante a testimoniare che il nuraghe Pibirra insieme agli altri edifici posti nelle adiacenze (nuraghe Suezzones), rappresentano un sistema insediamentale funzionale al controllo del territorio e delle sue risorse.