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Lungo la strada che dal paese porta al mare, esiste una deviazione che porta alla chiesa campestre di Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori. A essa è annessa un’antica torre di avvistamento, di forma quadrata, probabilmente di origine bizantina (VI-VIII sec.).
Il complesso archeologico si trova nella piana di Tuerra. La torre era probabilmente integrata con il paese medievale di “Teulat”. In epoca spagnola divenne poi parte del sistema difensivo dagli attacchi saraceni.
In pochi sanno che ben prima dei Bizantini i nuragici realizzarono un grosso nuraghe sull’acrocoro posto a circa duecento metri dalla chiesa.
Del nuraghe, che doveva essere un polilobato con villaggio, resta poco. Parte dei conci servirono probabilmente alla realizzazione della torre e della chiesa.
Dal nuraghe si controllava quello che 3500 anni fa doveva essere un approdo per imbarcazioni, nel fiume posto nella valletta sottostante.
Dal nuraghe si vedeva anche la vedetta del nuraghe Aidu, posto sopra l’attuale Porto Budello.
Antonello Gregorini
Lungo la strada che dal paese porta al mare, esiste una deviazione che porta alla chiesa campestre di Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori. A essa è annessa un’antica torre di avvistamento, di forma quadrata, probabilmente di origine bizantina (VI-VIII sec.).
Il complesso archeologico si trova nella piana di Tuerra. La torre era probabilmente integrata con il paese medievale di “Teulat”. In epoca spagnola divenne poi parte del sistema difensivo dagli attacchi saraceni.
In pochi sanno che ben prima dei Bizantini i nuragici realizzarono un grosso nuraghe sull’acrocoro posto a circa duecento metri dalla chiesa.
Del nuraghe, che doveva essere un polilobato con villaggio, resta poco. Parte dei conci servirono probabilmente alla realizzazione della torre e della chiesa.
Dal nuraghe si controllava quello che 3500 anni fa doveva essere un approdo per imbarcazioni, nel fiume posto nella valletta sottostante.
Dal nuraghe si vedeva anche la vedetta del nuraghe Aidu, posto sopra l’attuale Porto Budello.
Antonello Gregorini
Lungo la strada che dal paese porta al mare, esiste una deviazione che porta alla chiesa campestre di Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori. A essa è annessa un’antica torre di avvistamento, di forma quadrata, probabilmente di origine bizantina (VI-VIII sec.).
Il complesso archeologico si trova nella piana di Tuerra. La torre era probabilmente integrata con il paese medievale di “Teulat”. In epoca spagnola divenne poi parte del sistema difensivo dagli attacchi saraceni.
In pochi sanno che ben prima dei Bizantini i nuragici realizzarono un grosso nuraghe sull’acrocoro posto a circa duecento metri dalla chiesa.
Del nuraghe, che doveva essere un polilobato con villaggio, resta poco. Parte dei conci servirono probabilmente alla realizzazione della torre e della chiesa.
Dal nuraghe si controllava quello che 3500 anni fa doveva essere un approdo per imbarcazioni, nel fiume posto nella valletta sottostante.
Dal nuraghe si vedeva anche la vedetta del nuraghe Aidu, posto sopra l’attuale Porto Budello.
Antonello Gregorini
Lungo la strada che dal paese porta al mare, esiste una deviazione che porta alla chiesa campestre di Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori. A essa è annessa un’antica torre di avvistamento, di forma quadrata, probabilmente di origine bizantina (VI-VIII sec.).
Il complesso archeologico si trova nella piana di Tuerra. La torre era probabilmente integrata con il paese medievale di “Teulat”. In epoca spagnola divenne poi parte del sistema difensivo dagli attacchi saraceni.
In pochi sanno che ben prima dei Bizantini i nuragici realizzarono un grosso nuraghe sull’acrocoro posto a circa duecento metri dalla chiesa.
Del nuraghe, che doveva essere un polilobato con villaggio, resta poco. Parte dei conci servirono probabilmente alla realizzazione della torre e della chiesa.
Dal nuraghe si controllava quello che 3500 anni fa doveva essere un approdo per imbarcazioni, nel fiume posto nella valletta sottostante.
Dal nuraghe si vedeva anche la vedetta del nuraghe Aidu, posto sopra l’attuale Porto Budello.
Antonello Gregorini
Lungo la strada che dal paese porta al mare, esiste una deviazione che porta alla chiesa campestre di Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori. A essa è annessa un’antica torre di avvistamento, di forma quadrata, probabilmente di origine bizantina (VI-VIII sec.).
Il complesso archeologico si trova nella piana di Tuerra. La torre era probabilmente integrata con il paese medievale di “Teulat”. In epoca spagnola divenne poi parte del sistema difensivo dagli attacchi saraceni.
In pochi sanno che ben prima dei Bizantini i nuragici realizzarono un grosso nuraghe sull’acrocoro posto a circa duecento metri dalla chiesa.
Del nuraghe, che doveva essere un polilobato con villaggio, resta poco. Parte dei conci servirono probabilmente alla realizzazione della torre e della chiesa.
Dal nuraghe si controllava quello che 3500 anni fa doveva essere un approdo per imbarcazioni, nel fiume posto nella valletta sottostante.
Dal nuraghe si vedeva anche la vedetta del nuraghe Aidu, posto sopra l’attuale Porto Budello.
Antonello Gregorini
Lungo la strada che dal paese porta al mare, esiste una deviazione che porta alla chiesa campestre di Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori. A essa è annessa un’antica torre di avvistamento, di forma quadrata, probabilmente di origine bizantina (VI-VIII sec.).
Il complesso archeologico si trova nella piana di Tuerra. La torre era probabilmente integrata con il paese medievale di “Teulat”. In epoca spagnola divenne poi parte del sistema difensivo dagli attacchi saraceni.
In pochi sanno che ben prima dei Bizantini i nuragici realizzarono un grosso nuraghe sull’acrocoro posto a circa duecento metri dalla chiesa.
Del nuraghe, che doveva essere un polilobato con villaggio, resta poco. Parte dei conci servirono probabilmente alla realizzazione della torre e della chiesa.
Dal nuraghe si controllava quello che 3500 anni fa doveva essere un approdo per imbarcazioni, nel fiume posto nella valletta sottostante.
Dal nuraghe si vedeva anche la vedetta del nuraghe Aidu, posto sopra l’attuale Porto Budello.
Antonello Gregorini
Lungo la strada che dal paese porta al mare, esiste una deviazione che porta alla chiesa campestre di Sant’Isidoro, protettore degli agricoltori. A essa è annessa un’antica torre di avvistamento, di forma quadrata, probabilmente di origine bizantina (VI-VIII sec.).
Il complesso archeologico si trova nella piana di Tuerra. La torre era probabilmente integrata con il paese medievale di “Teulat”. In epoca spagnola divenne poi parte del sistema difensivo dagli attacchi saraceni.
In pochi sanno che ben prima dei Bizantini i nuragici realizzarono un grosso nuraghe sull’acrocoro posto a circa duecento metri dalla chiesa.
Del nuraghe, che doveva essere un polilobato con villaggio, resta poco. Parte dei conci servirono probabilmente alla realizzazione della torre e della chiesa.
Dal nuraghe si controllava quello che 3500 anni fa doveva essere un approdo per imbarcazioni, nel fiume posto nella valletta sottostante.
Dal nuraghe si vedeva anche la vedetta del nuraghe Aidu, posto sopra l’attuale Porto Budello.
Antonello Gregorini
Le due sepolture preistoriche si trovano, molto ravvicinate, a ridosso della parte nord-occidentale dell’abitato di Isili. Il toponimo deriva dal sardo “le tane di volpe” per le dimensioni non particolarmente ampie dei due portelli. Per accedervi è consigliato parcheggiare nel piazzale del Belvedere di Fontana Manna e proseguire a piedi lungo una formazione rocciosa per circa 200 metri in direzione nord. Ancora più a nord su un piccolo altipiano, in località Is Cortis, è possibile raggiungere un interessante punto panoramico sul vicino bacino artificiale di Is Barrocus.
Le due sepolture preistoriche si trovano, molto ravvicinate, a ridosso della parte nord-occidentale dell’abitato di Isili. Il toponimo deriva dal sardo “le tane di volpe” per le dimensioni non particolarmente ampie dei due portelli. Per accedervi è consigliato parcheggiare nel piazzale del Belvedere di Fontana Manna e proseguire a piedi lungo una formazione rocciosa per circa 200 metri in direzione nord. Ancora più a nord su un piccolo altipiano, in località Is Cortis, è possibile raggiungere un interessante punto panoramico sul vicino bacino artificiale di Is Barrocus.
Le due sepolture preistoriche si trovano, molto ravvicinate, a ridosso della parte nord-occidentale dell’abitato di Isili. Il toponimo deriva dal sardo “le tane di volpe” per le dimensioni non particolarmente ampie dei due portelli. Per accedervi è consigliato parcheggiare nel piazzale del Belvedere di Fontana Manna e proseguire a piedi lungo una formazione rocciosa per circa 200 metri in direzione nord. Ancora più a nord su un piccolo altipiano, in località Is Cortis, è possibile raggiungere un interessante punto panoramico sul vicino bacino artificiale di Is Barrocus.
Le due sepolture preistoriche si trovano, molto ravvicinate, a ridosso della parte nord-occidentale dell’abitato di Isili. Il toponimo deriva dal sardo “le tane di volpe” per le dimensioni non particolarmente ampie dei due portelli. Per accedervi è consigliato parcheggiare nel piazzale del Belvedere di Fontana Manna e proseguire a piedi lungo una formazione rocciosa per circa 200 metri in direzione nord. Ancora più a nord su un piccolo altipiano, in località Is Cortis, è possibile raggiungere un interessante punto panoramico sul vicino bacino artificiale di Is Barrocus.
























