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SCROFA GRAVIDA

37) SCROFA GRAVIDA
Nome: scrofa gravida
Categoria: animale
Lunghezza: 4,2 cm
Altezza: 2,5 cm
Aspetto: suino di piccola taglia e d’aspetto selvatico con coda a riccio, ungulatature nelle zampe, setole sulla schiena (segnate a tratteggio). Testa massiccia con orecchie a punta, occhi a globetto, muso a ventosa dove due forellini ciechi indicano le narici e una sottile incisione trasversale evidenzia la bocca.
Luogo di ritrovamento: BUDDUSÒ (OT), loc. Nuraghe Iselle, tomba all’interno del nuraghe
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il volume della pancia e l’assenza di connotazioni di genere suggeriscono a Lilliu che si tratti di una scrofa gravida
Curiositá: il bronzetto fu ritrovato nel 1819 dentro una tomba all’interno del nuraghe Iselle insieme a oggetti di bronzo (armi, bracciali, spillone) e a stoviglie grossolane che corredavano la sepoltura del defunto.
L’animale è di piccola taglia, caratteristica – come riportato da Lilliu – tipica del micromorfismo sardo dovuto a peculiarità climatiche ed ambientali.
fotografia del bronzetto di G. Exana
Altra fotografia: porcellini in libertà sul Supramonte

Comune: BUDDUSO'
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
OFFERENTE CON STAMPELLA

39) OFFERENTE CON STAMPELLA
Nome: offerente con stampella
Professione: sconosciuta
Altezza: 13 cm
Vestiario e aspetto: personaggio maschile leggermente inclinato in avanti, la mano destra alzata porge il saluto devozionale; la mano sinistra impugna, a metá altezza, un bastone cilindrico liscio con sommità a semiluna: per Lilliu è una stampella. Sul capo indossa un berretto con calotta bombata e lembo ripiegato sulla fronte: l’archetipo dell’attuale “berrìtta” sarda, un berretto maschile tipicamente mediterraneo, di larga diffusione. Indossa un corsaletto attillato, un gonnellino lungo fino alle ginocchia con tre cordoni a funicella ritorta (uno sul davanti e due sui fianchi), una mantellina corta e liscia che copre le spalle fino alle anche ed è unita sul davanti sul collo con una fettuccia. Sul petto porta il pugnale ad elsa gammata. Il viso è spigoloso con tratti pronunciati: naso arcuato, breve e sottile taglio della bocca senza labbra, occhi incisi a tondino. Gambe nude con muscoli del polpaccio ben marcati.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), loc. Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: la troncatura del piede destro del bronzetto, ridotto al calcagno, e la presenza del bastone simile a una stampella fa pensare – dice Lilliu – alla figura di un mutilato che fa voto alla divinità della gruccia di sostegno implorando la guarigione o rendendo grazie per aver ripreso a camminare.
Il piede sinistro del bronzetto è integro.
Curiositá: Lilliu nota una forte somiglianza tra il gonnellino del bronzetto con quello, anch’esso a cordoni, delle statuette siriache rappresentanti divinità … o devoti …. dei Musei di Berlino e di Amburgo.
Inoltre il nostro bronzetto sembra raffigurare più che un guerriero un pastore agiato (come rivela la veste) e il pugnale ad elsa gammata avrebbe quindi un valore simbolico più che militare.
fotografie di G. Exana

Comune: SERRI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
Pisside

40) PISSIDE

Nome: pisside
Altezza: 2 cm.
Aspetto: forma a sferoide molto schiacciata, fondo stretto e piano, pareti inclinate, un’ansa per parte a maniglia orizzontale forata; coperchio rotondo con due anse sull’orlo simili a quelle del recipiente. Le quattro anse venivano legate con cordicelle, in modo da chiudere il vasetto.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), località Santa Vittoria, tra il muro di cinta, il tempio a pozzo e l’orlo dell’altopiano (1929)
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: sia il vaso che il coperchio sono decorati a cordoni circolari concentrici che imitano la tessitura del canestro. Sopra il coperchio i cordoni disegnano un motivo a spirale.
Curiositá: il minuscolo vasetto bronzeo imita un cesto di fibra vegetale.

Comune: SERRI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
DONNA OFFERENTE DI BONORVA

41) DONNA OFFERENTE DI BONORVA

Nome: donna offerente
Professione: sconosciuta
Altezza: 12,3 cm
Vestiario e aspetto: il bronzetto sorge ritto e frontale dal perno di infissione ancora visibile tra i piedi lunghi e sottili. Le due braccia sono protese aperte all’altezza della vita, le mani sono mancanti ma probabilmente reggevano entrambe un ex-voto. Il capo rotondo è coperto da un velo nella parte posteriore mentre la fronte è libera. È presente la solita schematizzazione a T di arcata sopraccigliare e naso, gli occhi sono a globetto, la bocca incisa. La donna indossa tre indumenti: una tunica leggera con una balza frangiata (segnata da rigature verticali e parallele), sopra una veste pesante di lana, infine un manto con collo alto sulle spalle, ripiegato sul davanti in modo da coprire le braccia e lasciare scoperto il corpo in modo da intravedere i globetti del seno.
Luogo di ritrovamento: Bonorva (SS), loc. Càntaru Addes (errato Badde Sole)
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: espressione accigliata e assorta. Entrambe le mani sono mancanti.
Curiositá: il manto presenta posteriormente decorazioni ornamentali nella metà superiore: quattro zone orizzontali campite da incisioni e riempite da tratteggio verticale spazieggiato. Un gusto decorativo di contenuto lineare che – per Lilliu – non è privo di significato culturale e cronologico (motivi ornamentali a zig-zag e spina di pesce alternati sono presenti ad esempio anche nella parte inferiore della tunica del bronzetto geometrico da Olimpia)

fotografie di R.S. Roberto – gruppo fb Viaggio nelle Antichitá della Sardegna

Per approfondimenti: G. Lilliu “Sculture della Sardegna Nuragica” – ed. ILISSO

Comune: BONORVA
Prov:
Autore: RS Roberto
SACERDOTE MUSICO E BALLERINO

44) SACERDOTE MUSICO E BALLERINO
Nome: sacerdote musico e ballerino
Professione: sconosciuta
Altezza: 14,5 cm
Vestiario e aspetto: vedi allegato
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: nel secolo scorso il bronzetto fu completato con un preteso restauro con una forcella semilunare che poi fu tolta.
Curiositá: secondo Lilliu trattasi di musico con bastone e tamburo collocato sul capo quindi trattasi di sacerdote addetto a cerimonie cultuali a base di musica e forse di danza (anelli alle caviglie) o forse di musicante che aveva la funzione di richiamare i fedeli tamburellando o che precedeva le processioni suonando lo strumento
Per approfondimenti: G. Lilliu “Sculture della Sardegna Nuragica” – ed. ILISSO ( pag. 288-291)

Comune:
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
ARCIERI SAETTANTI

45) ARCIERI SAETTANTI
Nome: Arcieri saettanti
Professione: guerrieri
Altezza: partendo da sinistra: 10 cm – 16,8 cm – 14,5 cm
Vestiario e aspetto: i tre bronzetti sono molto simili, tanto che si può attribuirli alla stessa mano artigianale, sicuramente alla stessa bottega. Si colgono alcune varianti nell’armatura.
Nella prima fotografia ammiriamo un arciere che indossa l’elmo con corna e cresta mediana e ha una spessa visiera a punta sporgente sulla fronte. Indossa una goliera ad un solo anello (gli altri arcieri hanno una goliera a due anelli metallici sovrapposti), sul petto indossa la tipica piastra di protezione ventrale e sul retro la faretra con la ghiera dell’astuccio distinta dal coperchio, che si avvitava o vi si incastrava per pressione.
In questo bronzetto l’arco è in parte mancante, resta solo un tratto della corda: possiamo però immaginare che fosse come quello presente nell’altro esemplare, ovvero con corda annodata alle estremitá. Con la mano sinistra l’arciere tiene stretto il legno dell’arco, e con la mano destra la corda e la cocca della freccia posata sul braccio sinistro teso.
Gli arcieri (anche se in uno non è più completamente visibile) indossano una tunica attillatissima che lascia scoperte sul davanti le gambe e dietro cade in una larga falda a punta, come la coda di un “frac” – dice Lilliu.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), loc. Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: fortunatamente possiamo mettere a confronto questi tre bellissimi esemplari e, nonostante molte parti siano mancanti, possiamo così avere un’idea completa del vestiario, dell’aspetto e del bagaglio veramente complicato e formidabile dei mezzi di offesa primari e di riserva utilizzati da questi guerrieri
Curiositá: il bronzetto più integro (che si distingue dagli altri per il copricapo complesso ancora integro con corna che si ripiegano al centro sopra la cresta mediana) sulle spalle reca un gruppo di tre oggetti d’arme: un vasellino (forse per il grasso con cui ungere la corda), la lunga faretra per contenere le frecce, la spada con elsa terminante in forma di forcella semilunata. Al di sopra del gruppo vi é una specie di nastro metallico che gira ad arco (un tendiarco?)
fotografie di G. Exana
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILLISSO

Comune: SERRI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
ARCIERI SAETTANTI

45) ARCIERI SAETTANTI
Nome: Arcieri saettanti
Professione: guerrieri
Altezza: partendo da sinistra: 10 cm – 16,8 cm – 14,5 cm
Vestiario e aspetto: i tre bronzetti sono molto simili, tanto che si può attribuirli alla stessa mano artigianale, sicuramente alla stessa bottega. Si colgono alcune varianti nell’armatura.
Nella prima fotografia ammiriamo un arciere che indossa l’elmo con corna e cresta mediana e ha una spessa visiera a punta sporgente sulla fronte. Indossa una goliera ad un solo anello (gli altri arcieri hanno una goliera a due anelli metallici sovrapposti), sul petto indossa la tipica piastra di protezione ventrale e sul retro la faretra con la ghiera dell’astuccio distinta dal coperchio, che si avvitava o vi si incastrava per pressione.
In questo bronzetto l’arco è in parte mancante, resta solo un tratto della corda: possiamo però immaginare che fosse come quello presente nell’altro esemplare, ovvero con corda annodata alle estremitá. Con la mano sinistra l’arciere tiene stretto il legno dell’arco, e con la mano destra la corda e la cocca della freccia posata sul braccio sinistro teso.
Gli arcieri (anche se in uno non è più completamente visibile) indossano una tunica attillatissima che lascia scoperte sul davanti le gambe e dietro cade in una larga falda a punta, come la coda di un “frac” – dice Lilliu.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), loc. Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: fortunatamente possiamo mettere a confronto questi tre bellissimi esemplari e, nonostante molte parti siano mancanti, possiamo così avere un’idea completa del vestiario, dell’aspetto e del bagaglio veramente complicato e formidabile dei mezzi di offesa primari e di riserva utilizzati da questi guerrieri
Curiositá: il bronzetto più integro (che si distingue dagli altri per il copricapo complesso ancora integro con corna che si ripiegano al centro sopra la cresta mediana) sulle spalle reca un gruppo di tre oggetti d’arme: un vasellino (forse per il grasso con cui ungere la corda), la lunga faretra per contenere le frecce, la spada con elsa terminante in forma di forcella semilunata. Al di sopra del gruppo vi é una specie di nastro metallico che gira ad arco (un tendiarco?)
fotografie di G. Exana
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILLISSO

Comune: SERRI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
ARCIERE MANCINO CON ARCO IN SPALLA

48) ARCIERE MANCINO CON ARCO IN SPALLA
Nome: arciere orante con arco in spalla
Professione: guerriero
Altezza: 17,7 cm
Vestiario e aspetto: il guerriero impugna con la mano destra all’estremitá inferiore un grande arco, lungo e stretto annodato alle estremitá e appoggiato sulla spalla. Con la mano sinistra porge il saluto devozionale.
Porta sul capo un elmo con due corti creste e corna rivolte in avanti; indossa la doppia tunica e sopra questa porta un corpetto rettangolare di cuoio liscio ornato a tacche intorno al collo. Sopra questo indumento si nota la solita piastra ventrale di protezione dalla quale spunta la punta e l’elsa gammata del noto pugnaletto.
Al polso destro indossa un bracciale con una cresta striata sul dorso in corrispondenza della giuntura dei due capi ottenuta con strisce e legacci in pelle. Ai polpacci si notano gambiere con placca anteriore rettangolare.
Alle spalle porta tre oggetti: faretra per le frecce, vasetto (contenente forse il grasso per ungere la corda) e spada a lama larga con elsa a manubrio.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), loc. Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico Nazionale di Cagliari
Segni particolari: le gambe sono rotte sotto i polpacci, il corno destro dell’elmo é spuntato.
Curiositá: anziché con la mano destra, l’arciere saluta con la mano sinistra tenendo il palmo aperto con il grosso pollice divaricato. Questa curiosa inversione fa pensare che si tratti di un arciere mancino.
fotografia di F. Cannas
disegno – bellissimo – di G. Exana (arciere destrorso)
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO, pt. 148

Comune: TETI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
ARCIERE DI UTA

51) ARCIERE DI UTA
Nome: Arciere di Uta
Professione: Arciere
Altezza: 24 cm
Aspetto e vestiario: il guerriero si presenta col corpo inarcato all’indietro e piglio militaresco. Con la mano destra impugna una grossa spada a lama larga a foglia lanceolata con nervatura mediana che appoggia sull’omero destro; con la mano sinistra regge, nella parte inferiore, un grande arco. L’arciere indossa un elmetto con due corte creste e brevi corna rivolte in avanti, con una sorta di visiera sulla fronte; al collo ha una doppia goliera protettiva ma rimane scoperto e ben visibile il pomo d’Adamo; veste una doppia tunica attillata priva di maniche, sull’orlo si intravedono frangette striate presenti anche al termine di due lunghe bande (forse di cuoio) che pendono dalle spalle. Le braccia sono nude e indifese: solo l’avambraccio sinistro è protetto da un “brassard” di cuoio indurito, chiuso sul polso da chiodini a coppia per attutire il colpo della corda dell’arco.
Al petto indossa la tipica piastra ventrale protettiva (di cuoio o forse di metallo) che è legata tramite due strisce passate sopra la spalla al gruppo di tre armi appese sul dorso: un astuccio conico infilato in un grosso anello orizzontale, destinato forse a contenere le punte di freccia (o un vasetto per grasso per l’arco), la faretra, la spada con elsa a manubrio.
Alle ginocchia porta ginocchiere o gambaletti corti guarniti sul davanti da piastra ovale, le cosce e il resto delle gambe e i piedi sono nudi.
Luogo di ritrovamento: Uta (CA), loc. Monte Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: arco frammentato
Curiosità: l’arco secondo Lilliu, se sono attendibili i rapporti di proporzione con l’arciere, dovrebbe essere del tipo pesante che si usava appoggiandolo a terra
Fotografia e disegno: G. Exana
Fonti: G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: UTA
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
BOTTONE IN BRONZO CON SCHEMA DI NURAGHE

52) BOTTONE IN BRONZO CON SCHEMA DI NURAGHE
Nome: bottone con capocchia a 5 torrette
Altezza: 5,2 cm.
Diametro di base: 4,3 cm.
Aspetto: l’oggetto, cavo internamente, ha il corpo conico con una capocchia elegantemente sagomata e una barretta cilindrica trasversale per poter essere cucito (se è un bottone) o applicato alla lamina metallica o di altro materiale (se è un’applique). Il corpo è decorato con rigature sovrapposte e motivi a treccia. A metà altezza sono visibili quattro colonnine angolari riunite da un fascia entro ondulato. Le colonnine somigliano a torricelle e sono coronate da una modinatura cilindrica strozzata nel mezzo con una gola che ricorda la finitura dei fusti a torretta nei presunti modellini di nuraghi ritrovati a Olmedo e a Ittireddu.
Lilliu conferma che é possibile che nello schema si sia voluta ricordare la composizione tetragona a torri di un nuraghe quadrilobato.
Luogo di ritrovamento: Usellus (Cagliari), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: piccole rotture nel margine di base e due tagli dritti netti sul disco terminale; incisione obliqua, fatta -secondo Lilliu – per saggiare la consistenza metallica alla nascita del corpo conico
Curiositá: si pensa generalmente che si tratti di bottoni di ornamento; tuttavia per alcuni studiosi questi oggetti, ritrovati diffusamente non solo in Sardegna (una ventina di esemplari provenienti in gran parte da Abini-Teti e S.Vittoria-Serri) e in Etruria (Populonia, S. Carbone e Piano delle Granate) ma anche, con fattezze simili di bottone conico, in luoghi lontani (si vedano gli esempi cecoslovacchi della cultura di Hallstatt) potrebbero essere:
– borchie terminali d casco
– guarnizioni di cinturone
Fotografie e disegno di G. Exana
Informazioni tratte da G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, ed. ILISSO

Comune: USELLUS
Prov:
Autore:
CANE IN AGGUATO

55) CANE IN AGGUATO
Nome: cane in agguato
categoria: animale
Dimensioni: altezza 4,5 cm.
Aspetto: l’animale, probabilmente un cane pastore o da caccia, è rappresentato di profilo, con il muso a taglio dritto, la posa tesa e vibrante, le orecchie irte e aguzze, il corpo inclinato all’indietro come se si fermasse improvvisamente “davanti a una cosa vista o percepita, in presenza, con l’udito o con l’olfatto”. Sembra infatti “un cane in punta” dice Lilliu, con la testa protesa in avanti; il corpo stirato è leggermente concavo sul dorso, la coda arricciata in alto. Oppure potrebbe rappresentare un cane pronto all’attacco di un altro animale (un cane o una preda, ad esempio una volpe).
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), localitá Santa Vittoria, presso capanna detta del sacerdote
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: corpo integro. Sul collo é visibile il collare molto grosso e spesso, forse di cuoio rinforzato, del tipo che serviva per difesa dai morsi mortali nella lotta.
Curiositá: il bronzetto affonda ancora le zampe anteriori nella massa di piombo che originariamente serviva per fissarlo alla pietra di dedicazione. Molte di queste pietre votive sono state ritrovate, e ancora oggi sono visibili, in vari siti archeologici. I bronzetti, di solito più d’uno, venivano inseriti nelle coppelle ricavate sulla pietra-tavola e ivi fissati mediante colata plumbea.
Fotografia del bronzetto di RS Roberto dal gruppo fb “Viaggio nelle antichità della Sardegna”.
Fotografie delle pietre (su cui venivano fissati i bronzetti) ritrovate a S’Arcu ‘e Forros – Villagrande Strisaili di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: SERRI
Prov:
Autore: RS Roberto
NAVICELLA CON ANTROPOIDE (una scimmia)

60) NAVICELLA CON ANTROPOIDE (una scimmia)
Nome: “lampada con figurina di antropoide nel piattello e manico a protome bovina” – G. Lilliu
Dimensioni: lunghezza 13,2 cm – altezza 4 cm – larghezza 8,8 cm
Aspetto: la navicella (una lucerna, per Lilliu) ha la forma di una foglia cuoriforme con manico terminante con piccola testa bovina. Nella parte posteriore dell’orlo c’é un minuscolo rilievo a sella, forse la stilizzazione di un volatile o altro animale. Ma la cosa più strabiliante del reperto è la figurina situata nel cavo del recipiente. Sembra un antropoide, una scimmia (forse un macaco) rappresentata a carponi con tutte e quattro le zampe ricurve e poggiate sul fondo; ben visibili e dettagliate le mani e le dita. Ha la testa a capocchia, orecchie a sventola, occhi a globuletto, muso con bocca incisa.
Luogo di ritrovamento: Baunei, localitá sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: manca circa un terzo del piattello, rotto l’anello dell’appiccagnolo sulla figurina di antropoide.
Curiositá: per Lilliu, come detto, la navicella è una lucerna votiva e per quanto riguarda la figurina centrale propende per l’ipotesi di un tramutamento totale della forma umana in forma bestiale accettando quindi la definizione di lampada votiva con elemento ornamentale con significato magico-apotropaico.
Tuttavia… forse non del tutto convinto da questa sua scelta, Lilliu ci racconta che furono fatte dotte discussioni intorno a questo oggetto e che alcuni zoologi ipotizzarono anche un eventuale ambientamento in Sardegna in tempi remoti di una qualche varietá di scimmia mentre altri studiosi non esclusero la possibilitá che fosse una raffigurazione di quanto visto durante uno dei viaggi per mari lontani da parte di “Sardi nuragici in paesi esotici popolati di scimmie, donde avrebbero portato seco qualche grazioso esemplare”.
Cosa, questa, che era possibile fare … con un’imbarcazione ?
Fotografie di G. Exana
Descrizioni tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: BAUNEI
Prov:
Autore: