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Pozzo Sacro Sa Brecca

Il pozzo sacro di Sa Brecca è ubicato nella località di Sàrrala é Sùsu della Marina di Tertenia (Ogliastra). Il sito prende il nome dal rio Sa Brèca (in IGM Sa Brècca) e dall’omonimo ovile per caprini (Coìli ‘e Sa Brèca) che sorge sui resti dell’insediamento protosardo. Il corso d’acqua è uno dei più importanti di questo versante e sfocia nella spiaggia di Fògi Mànna

Pozzo sacro Sa Brecca in loc. Sarrala

Il pozzo sacro di Sa Brecca è ubicato nella località di Sàrrala é Sùsu della Marina di Tertenia (Ogliastra). Il sito prende il nome dal rio Sa Brèca (in IGM Sa Brècca) e dall’omonimo ovile per caprini (Coìli ‘e Sa Brèca) che sorge sui resti dell’insediamento protosardo. Il corso d’acqua è uno dei più importanti di questo versante e sfocia nella spiaggia di Fògi Mànna

Pozzo sacro Sa Brecca in loc. Sarrala

Il pozzo sacro di Sa Brecca è ubicato nella località di Sàrrala é Sùsu della Marina di Tertenia (Ogliastra). Il sito prende il nome dal rio Sa Brèca (in IGM Sa Brècca) e dall’omonimo ovile per caprini (Coìli ‘e Sa Brèca) che sorge sui resti dell’insediamento protosardo. Il corso d’acqua è uno dei più importanti di questo versante e sfocia nella spiaggia di Fògi Mànna

Pozzo sacro Sa Brecca in loc. Sarrala

Il pozzo sacro di Sa Brecca è ubicato nella località di Sàrrala é Sùsu della Marina di Tertenia (Ogliastra). Il sito prende il nome dal rio Sa Brèca (in IGM Sa Brècca) e dall’omonimo ovile per caprini (Coìli ‘e Sa Brèca) che sorge sui resti dell’insediamento protosardo. Il corso d’acqua è uno dei più importanti di questo versante e sfocia nella spiaggia di Fògi Mànna

Pozzo sacro Sa Brecca in loc. Sarrala

Il pozzo sacro di Sa Brecca è ubicato nella località di Sàrrala é Sùsu della Marina di Tertenia (Ogliastra). Il sito prende il nome dal rio Sa Brèca (in IGM Sa Brècca) e dall’omonimo ovile per caprini (Coìli ‘e Sa Brèca) che sorge sui resti dell’insediamento protosardo. Il corso d’acqua è uno dei più importanti di questo versante e sfocia nella spiaggia di Fògi Mànna

Fonte sacra Mitza Pidighi

La fonte è composta da un corpo principale a ferro di cavallo e da un recinto anteriore di cui resta un settore di pianta semicircolare. La sorgente fu frequentata già in epoca prenuragica, come testimoniano alcune punte di freccia peduncolate in ossidiana e soprattutto un frammento ceramico decorato nello stile di Ozieri.

Fonte sacra Mitza Pidighi

La fonte è composta da un corpo principale a ferro di cavallo e da un recinto anteriore di cui resta un settore di pianta semicircolare. La sorgente fu frequentata già in epoca prenuragica, come testimoniano alcune punte di freccia peduncolate in ossidiana e soprattutto un frammento ceramico decorato nello stile di Ozieri.

Fonte sacra Mitza Pidighi

La fonte è composta da un corpo principale a ferro di cavallo e da un recinto anteriore di cui resta un settore di pianta semicircolare. La sorgente fu frequentata già in epoca prenuragica, come testimoniano alcune punte di freccia peduncolate in ossidiana e soprattutto un frammento ceramico decorato nello stile di Ozieri.

Pozzo sacro di Santa Vittoria

Il tempio a pozzo è il luogo più importante di tutto il santuario, tale da essere riconosciuto per primo e subito oggetto di scavi. Datato al IX secolo a.C. dall’archeologo Anati nel 1985[2], il sito venne costruito con la tecnica ciclopica, la medesima utilizzata per i nuraghi, ma al contrario di questi con pietre molto curate e non sbozzate. . Nell’antichità il tempio era coperto.

Pozzo sacro di Santa Vittoria

Il tempio a pozzo è il luogo più importante di tutto il santuario, tale da essere riconosciuto per primo e subito oggetto di scavi. Datato al IX secolo a.C. dall’archeologo Anati nel 1985[2], il sito venne costruito con la tecnica ciclopica, la medesima utilizzata per i nuraghi, ma al contrario di questi con pietre molto curate e non sbozzate. . Nell’antichità il tempio era coperto.

Pozzo sacro di Santa Vittoria

Il tempio a pozzo è il luogo più importante di tutto il santuario, tale da essere riconosciuto per primo e subito oggetto di scavi. Datato al IX secolo a.C. dall’archeologo Anati nel 1985[2], il sito venne costruito con la tecnica ciclopica, la medesima utilizzata per i nuraghi, ma al contrario di questi con pietre molto curate e non sbozzate. . Nell’antichità il tempio era coperto.