La roccia spaccata, uno spazio stretto e basso, buio e polveroso, che ti costringe ad inginocchiarti come a ricordarti che ti trovi in un luogo sacro. Ma e quando accendi la luce che tutto si illumina, la roccia prende forma, e gli antichi simboli ti rapiscono facendoti viaggiare nel tempo. (Giovanni Sotgiu)
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La roccia spaccata, uno spazio stretto e basso, buio e polveroso, che ti costringe ad inginocchiarti come a ricordarti che ti trovi in un luogo sacro. Ma e quando accendi la luce che tutto si illumina, la roccia prende forma, e gli antichi simboli ti rapiscono facendoti viaggiare nel tempo. (Giovanni Sotgiu)
La roccia spaccata, uno spazio stretto e basso, buio e polveroso, che ti costringe ad inginocchiarti come a ricordarti che ti trovi in un luogo sacro. Ma e quando accendi la luce che tutto si illumina, la roccia prende forma, e gli antichi simboli ti rapiscono facendoti viaggiare nel tempo. (Giovanni Sotgiu)
La roccia spaccata, uno spazio stretto e basso, buio e polveroso, che ti costringe ad inginocchiarti come a ricordarti che ti trovi in un luogo sacro. Ma e quando accendi la luce che tutto si illumina, la roccia prende forma, e gli antichi simboli ti rapiscono facendoti viaggiare nel tempo. (Giovanni Sotgiu)
La roccia spaccata, uno spazio stretto e basso, buio e polveroso, che ti costringe ad inginocchiarti come a ricordarti che ti trovi in un luogo sacro. Ma e quando accendi la luce che tutto si illumina, la roccia prende forma, e gli antichi simboli ti rapiscono facendoti viaggiare nel tempo. (Giovanni Sotgiu)
La roccia spaccata, uno spazio stretto e basso, buio e polveroso, che ti costringe ad inginocchiarti come a ricordarti che ti trovi in un luogo sacro. Ma e quando accendi la luce che tutto si illumina, la roccia prende forma, e gli antichi simboli ti rapiscono facendoti viaggiare nel tempo. (Giovanni Sotgiu)
Interessante monumento ubicato in territorio di Villanova Monteleone,orientato a sud-ovest rimane ancora visibile parte dell’esedra,non rimane purtroppo traccia della stele. Il corridoio ben conservato,realizzato con blocchi di pietra trachitica ben squadrati ha una lunghezza di 7,10 m e una larghezza di 2,80 m,della copertura restano ancora due lastroni disposti a piattabanda. Alla sinistra del monumento si osserva una sistemazione di pietre coperta da una lastra forse un dolmen. (Giovanni Sotgiu)
Prov: Sassari
Autore: Gianni Sirigu
Codice Geo: NUR13994
> Scheda Geoportale
Dopo la fatica per raggiungere l’alta rupe, si gode di un panorama mozzafiato che spazia dalla punta di Foghe fino a capo Marrargiu.
Su questa rupe gli antichi Sardi avevano edificato un nuraghe.
Poco e ormai rimasto dello stesso, ma mentre esploro il monumento osservo l’orizzonte.
E bello immaginare le grandi navi dotate di protome solcare il mare, guidate dai riferimenti forniti dai nuraghi costieri, entrare sicure nella foce del Temo, ancora oggi l’unico fiume navigabile in Sardegna. (Giovanni Sotgiu)
Dopo la fatica per raggiungere l’alta rupe, si gode di un panorama mozzafiato che spazia dalla punta di Foghe fino a capo Marrargiu.
Su questa rupe gli antichi Sardi avevano edificato un nuraghe.
Poco e ormai rimasto dello stesso, ma mentre esploro il monumento osservo l’orizzonte.
E bello immaginare le grandi navi dotate di protome solcare il mare, guidate dai riferimenti forniti dai nuraghi costieri, entrare sicure nella foce del Temo, ancora oggi l’unico fiume navigabile in Sardegna. (Giovanni Sotgiu)
Dopo la fatica per raggiungere l’alta rupe, si gode di un panorama mozzafiato che spazia dalla punta di Foghe fino a capo Marrargiu.
Su questa rupe gli antichi Sardi avevano edificato un nuraghe.
Poco e ormai rimasto dello stesso, ma mentre esploro il monumento osservo l’orizzonte.
E bello immaginare le grandi navi dotate di protome solcare il mare, guidate dai riferimenti forniti dai nuraghi costieri, entrare sicure nella foce del Temo, ancora oggi l’unico fiume navigabile in Sardegna. (Giovanni Sotgiu)
Dopo la fatica per raggiungere l’alta rupe, si gode di un panorama mozzafiato che spazia dalla punta di Foghe fino a capo Marrargiu.
Su questa rupe gli antichi Sardi avevano edificato un nuraghe.
Poco e ormai rimasto dello stesso, ma mentre esploro il monumento osservo l’orizzonte.
E bello immaginare le grandi navi dotate di protome solcare il mare, guidate dai riferimenti forniti dai nuraghi costieri, entrare sicure nella foce del Temo, ancora oggi l’unico fiume navigabile in Sardegna. (Giovanni Sotgiu)
Il mastio risale al XV-XIII secolo a.C., mentre il bastione, l’antemurale e la cinta muraria risalgono al XIII-fine XII. Già nella prima Età del ferro i reperti evidenziano una frequentazione del sito in diminuzione che però non cadde del tutto in disuso. Fu utilizzato anche per scopi funerari come attestano i reperti del VII-VIII secolo.