L'edificio è un monotorre che conserva la camera, accessibile mediante un andito con scala e nicchia, e dotata di tre vani sussidiari.
La torre (diametro m 14,20; altezza m 1/1,80) è costruita nei filari inferiori con grandi blocchi; a questi si sovrappongono massi di minori dimensioni, rifiniti con cura e messi in opera su corsi orizzontali regolari. ... Sardegna Cultura
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L'edificio è un monotorre che conserva la camera, accessibile mediante un andito con scala e nicchia, e dotata di tre vani sussidiari.
La torre (diametro m 14,20; altezza m 1/1,80) è costruita nei filari inferiori con grandi blocchi; a questi si sovrappongono massi di minori dimensioni, rifiniti con cura e messi in opera su corsi orizzontali regolari. ... Sardegna Cultura
L'edificio è un monotorre che conserva la camera, accessibile mediante un andito con scala e nicchia, e dotata di tre vani sussidiari.
La torre (diametro m 14,20; altezza m 1/1,80) è costruita nei filari inferiori con grandi blocchi; a questi si sovrappongono massi di minori dimensioni, rifiniti con cura e messi in opera su corsi orizzontali regolari. ... Sardegna Cultura
L'edificio, uno dei più noti dell'isola, è di tipo complesso, costituito da una torre centrale e da un bastione quadrilobato con cortile a cielo aperto.
Era difeso da un antemurale, rilevato dal generale Della Marmora, che attualmente risulta appena leggibile sul piano di campagna.
Il bastione (altezza m 8,80) include quattro torri raccordate da cortine murarie, a profilo concavo-convesso, costruite con blocchi di basalto appena sbozzati e disposti su corsi orizzontali.
Si accede al bastione attraverso un ingresso quadrangolare orientato a SE che immette in un breve corridoio trapezoidale, di collegamento al cortile semiellittico. Sulle pareti di quest'ultimo si aprono gli ingressi della torre centrale e di quelle secondarie anteriori.
La torre secondaria B, raggiungibile attraverso un breve andito strombato dotato di nicchia nella parete d. (restaurata in antico), presenta pianta circolare (diametro m 3,30; altezza m 3,20) e feritoia, in asse con l'ingresso e rialzata. ... (Sardegna Cultura)
L'edificio, uno dei più noti dell'isola, è di tipo complesso, costituito da una torre centrale e da un bastione quadrilobato con cortile a cielo aperto.
Era difeso da un antemurale, rilevato dal generale Della Marmora, che attualmente risulta appena leggibile sul piano di campagna.
Il bastione (altezza m 8,80) include quattro torri raccordate da cortine murarie, a profilo concavo-convesso, costruite con blocchi di basalto appena sbozzati e disposti su corsi orizzontali.
Si accede al bastione attraverso un ingresso quadrangolare orientato a SE che immette in un breve corridoio trapezoidale, di collegamento al cortile semiellittico. Sulle pareti di quest'ultimo si aprono gli ingressi della torre centrale e di quelle secondarie anteriori.
La torre secondaria B, raggiungibile attraverso un breve andito strombato dotato di nicchia nella parete d. (restaurata in antico), presenta pianta circolare (diametro m 3,30; altezza m 3,20) e feritoia, in asse con l'ingresso e rialzata. ... (Sardegna Cultura)
L'edificio, uno dei più noti dell'isola, è di tipo complesso, costituito da una torre centrale e da un bastione quadrilobato con cortile a cielo aperto.
Era difeso da un antemurale, rilevato dal generale Della Marmora, che attualmente risulta appena leggibile sul piano di campagna.
Il bastione (altezza m 8,80) include quattro torri raccordate da cortine murarie, a profilo concavo-convesso, costruite con blocchi di basalto appena sbozzati e disposti su corsi orizzontali.
Si accede al bastione attraverso un ingresso quadrangolare orientato a SE che immette in un breve corridoio trapezoidale, di collegamento al cortile semiellittico. Sulle pareti di quest'ultimo si aprono gli ingressi della torre centrale e di quelle secondarie anteriori.
La torre secondaria B, raggiungibile attraverso un breve andito strombato dotato di nicchia nella parete d. (restaurata in antico), presenta pianta circolare (diametro m 3,30; altezza m 3,20) e feritoia, in asse con l'ingresso e rialzata. ... (Sardegna Cultura)
L'edificio, uno dei più noti dell'isola, è di tipo complesso, costituito da una torre centrale e da un bastione quadrilobato con cortile a cielo aperto.
Era difeso da un antemurale, rilevato dal generale Della Marmora, che attualmente risulta appena leggibile sul piano di campagna.
Il bastione (altezza m 8,80) include quattro torri raccordate da cortine murarie, a profilo concavo-convesso, costruite con blocchi di basalto appena sbozzati e disposti su corsi orizzontali.
Si accede al bastione attraverso un ingresso quadrangolare orientato a SE che immette in un breve corridoio trapezoidale, di collegamento al cortile semiellittico. Sulle pareti di quest'ultimo si aprono gli ingressi della torre centrale e di quelle secondarie anteriori.
La torre secondaria B, raggiungibile attraverso un breve andito strombato dotato di nicchia nella parete d. (restaurata in antico), presenta pianta circolare (diametro m 3,30; altezza m 3,20) e feritoia, in asse con l'ingresso e rialzata. ... (Sardegna Cultura)
L'edificio, uno dei più noti dell'isola, è di tipo complesso, costituito da una torre centrale e da un bastione quadrilobato con cortile a cielo aperto.
Era difeso da un antemurale, rilevato dal generale Della Marmora, che attualmente risulta appena leggibile sul piano di campagna.
Il bastione (altezza m 8,80) include quattro torri raccordate da cortine murarie, a profilo concavo-convesso, costruite con blocchi di basalto appena sbozzati e disposti su corsi orizzontali.
Si accede al bastione attraverso un ingresso quadrangolare orientato a SE che immette in un breve corridoio trapezoidale, di collegamento al cortile semiellittico. Sulle pareti di quest'ultimo si aprono gli ingressi della torre centrale e di quelle secondarie anteriori.
La torre secondaria B, raggiungibile attraverso un breve andito strombato dotato di nicchia nella parete d. (restaurata in antico), presenta pianta circolare (diametro m 3,30; altezza m 3,20) e feritoia, in asse con l'ingresso e rialzata. ... (Sardegna Cultura)
La necropoli di Sos Laccheddos è un sito archeologico situato nel territorio di Sassari, nella Sardegna nord-occidentale. È suddivisa in due gruppi di tombe posti a breve distanza l'uno dall'altro, ubicate tra la strada statale 127 bis e la nuova strada provinciale dell'Anglona a qualche chilometro a est del capoluogo, in direzione di Osilo.
La necropoli, già nota da fine '800, venne catalogata più approfonditamente in uno studio condotto a metà del secolo scorso dall'archeologo Giuseppe Chelo. In quest'area furono segnalati anche altri gruppi di tombe, censiti come necropoli distinte ma probabilmente tutti appartenenti ad un unico comprensorio facente capo al vasto insediamento preistorico di Abealzu. I numerosi ed importanti materiali eneolitici rinvenuti in loco, unitamente ai ritrovamenti di Filigosa (Macomer) diedero il nome alla cultura di Abealzu-Filigosa.
Alle 32 tombe censite nel suddetto lavoro altre 19 si aggiunsero in seguito ad indagini più recenti. La totalità degli ipogei sono del tipo a domus de janas suddivise in quattro necropoli - Sos Laccheddos, Calancoi, Badde Inza e Monte Barcellona - racchiuse in un'area di circa due chilometri quadrati.
La necropoli di Sos Laccheddos è un sito archeologico situato nel territorio di Sassari, nella Sardegna nord-occidentale. È suddivisa in due gruppi di tombe posti a breve distanza l'uno dall'altro, ubicate tra la strada statale 127 bis e la nuova strada provinciale dell'Anglona a qualche chilometro a est del capoluogo, in direzione di Osilo.
La necropoli, già nota da fine '800, venne catalogata più approfonditamente in uno studio condotto a metà del secolo scorso dall'archeologo Giuseppe Chelo. In quest'area furono segnalati anche altri gruppi di tombe, censiti come necropoli distinte ma probabilmente tutti appartenenti ad un unico comprensorio facente capo al vasto insediamento preistorico di Abealzu. I numerosi ed importanti materiali eneolitici rinvenuti in loco, unitamente ai ritrovamenti di Filigosa (Macomer) diedero il nome alla cultura di Abealzu-Filigosa.
Alle 32 tombe censite nel suddetto lavoro altre 19 si aggiunsero in seguito ad indagini più recenti. La totalità degli ipogei sono del tipo a domus de janas suddivise in quattro necropoli - Sos Laccheddos, Calancoi, Badde Inza e Monte Barcellona - racchiuse in un'area di circa due chilometri quadrati.
La necropoli di Sos Laccheddos è un sito archeologico situato nel territorio di Sassari, nella Sardegna nord-occidentale. È suddivisa in due gruppi di tombe posti a breve distanza l'uno dall'altro, ubicate tra la strada statale 127 bis e la nuova strada provinciale dell'Anglona a qualche chilometro a est del capoluogo, in direzione di Osilo.
La necropoli, già nota da fine '800, venne catalogata più approfonditamente in uno studio condotto a metà del secolo scorso dall'archeologo Giuseppe Chelo. In quest'area furono segnalati anche altri gruppi di tombe, censiti come necropoli distinte ma probabilmente tutti appartenenti ad un unico comprensorio facente capo al vasto insediamento preistorico di Abealzu. I numerosi ed importanti materiali eneolitici rinvenuti in loco, unitamente ai ritrovamenti di Filigosa (Macomer) diedero il nome alla cultura di Abealzu-Filigosa.
Alle 32 tombe censite nel suddetto lavoro altre 19 si aggiunsero in seguito ad indagini più recenti. La totalità degli ipogei sono del tipo a domus de janas suddivise in quattro necropoli - Sos Laccheddos, Calancoi, Badde Inza e Monte Barcellona - racchiuse in un'area di circa due chilometri quadrati.
La necropoli di Sos Laccheddos è un sito archeologico situato nel territorio di Sassari, nella Sardegna nord-occidentale. È suddivisa in due gruppi di tombe posti a breve distanza l'uno dall'altro, ubicate tra la strada statale 127 bis e la nuova strada provinciale dell'Anglona a qualche chilometro a est del capoluogo, in direzione di Osilo.
La necropoli, già nota da fine '800, venne catalogata più approfonditamente in uno studio condotto a metà del secolo scorso dall'archeologo Giuseppe Chelo. In quest'area furono segnalati anche altri gruppi di tombe, censiti come necropoli distinte ma probabilmente tutti appartenenti ad un unico comprensorio facente capo al vasto insediamento preistorico di Abealzu. I numerosi ed importanti materiali eneolitici rinvenuti in loco, unitamente ai ritrovamenti di Filigosa (Macomer) diedero il nome alla cultura di Abealzu-Filigosa.
Alle 32 tombe censite nel suddetto lavoro altre 19 si aggiunsero in seguito ad indagini più recenti. La totalità degli ipogei sono del tipo a domus de janas suddivise in quattro necropoli - Sos Laccheddos, Calancoi, Badde Inza e Monte Barcellona - racchiuse in un'area di circa due chilometri quadrati.