Il complesso archeologico di Piscina Caboni rientra nella Cultura dei Circoli del territorio di Arzachena che, anni addietro,pareva interessare la sola regione gallurese. La frequentazione del sito, in assenza di dati di scavo, è da porsi a partire dal III millennio a.C.
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Il complesso archeologico di Piscina Caboni rientra nella Cultura dei Circoli del territorio di Arzachena che, anni addietro,pareva interessare la sola regione gallurese. La frequentazione del sito, in assenza di dati di scavo, è da porsi a partire dal III millennio a.C.
Le indagini hanno individuato nel sito tracce di frequentanzione umana risalenti al periodo compreso tra il Neolitico Recente (3300-2700 a.C.) E l’Eneolitico (2700-1700). Le testimonianze più monumentali sono rappresentate dai numerosissimi menhir ancora oggi presenti nel sito, disposti in vari modi: singoli, in coppia, in triadi, in spettacolari allineamenti formati anche da 20 menhir, e in circoli. Ovunque passeggiando nel sito si possono notare menhir rovesciati a terra, interi o in frammenti, a testimoniare il fatto che la monumentalità del sito doveva essere ancora maggiore di quello che appare oggi.
E’ una piccola grotta artificiale scavata in un unico blocco tondeggiante di pietra calcarea. L’ingresso, a bocca di forno, è esposto a Sud-Est e immette in un ambiente a sviluppo longitudinale, strutturato in più vani, che dovevano costituire le camere di una sepoltura ipogeica.
La tomba non presenta alcun motivo decorativo e, a causa di frequentazioni successive alla sua realizzazione e delle violazioni più recenti, non ha restituito corredo funerario. Viene datata al neolitico recente e dimostra la frequentazione del territorio fin dall’età prenuragica.
E’ una piccola grotta artificiale scavata in un unico blocco tondeggiante di pietra calcarea. L’ingresso, a bocca di forno, è esposto a Sud-Est e immette in un ambiente a sviluppo longitudinale, strutturato in più vani, che dovevano costituire le camere di una sepoltura ipogeica.
La tomba non presenta alcun motivo decorativo e, a causa di frequentazioni successive alla sua realizzazione e delle violazioni più recenti, non ha restituito corredo funerario. Viene datata al neolitico recente e dimostra la frequentazione del territorio fin dall’età prenuragica.
La costruzione è unica, in quanto incarna anche degli elementi tipici dell’ambito ipogeico. Si tratta di una domus de janas riutilzzata in epoca nuragica, dove venne realizzata la stele e il corridoio. Rappresenta una peculiare tomba a prospetto architettonico.
La costruzione è unica, in quanto incarna anche degli elementi tipici dell’ambito ipogeico. Si tratta di una domus de janas riutilzzata in epoca nuragica, dove venne realizzata la stele e il corridoio. Rappresenta una peculiare tomba a prospetto architettonico.
caratteristica mai descritta prima:è costruita a “TUTTO TONDO”: l’acqua si raccoglie in un corpo retrostante absidato: ” Il corpo di fabbrica, realizzato in opera isodoma con l’impiego di conci in pietra basaltica e trachitica, si conserva per una cospicua porzione di base (Fig. 1), che ne restituisce l’impianto planimetrico oblungo, articolato in un avancorpo rettilineo d’ingresso e in un corpo retrostante absidato, contenente la cella di raccolta dell’acqua sorgiva. Se l’icnografia rimanda uno
schema comune nelle fonti nuragiche, il dettaglio della definizione esterna absidale, nettamente demarcata con muratura isodoma .
Il sito, situato a 270 m sul livello del mare, si trova sulle sponde del lago Omodeo ed è composto da un nuraghe, un villaggio e due tombe dei giganti; nelle vicinanze è presente inoltre la necropoli di Ispiluncas costituita da una trentina di domus de janas che hanno restituito numeroso materiale di epoca prenuragica.
Il nuraghe, forse una reggia, è di tipo misto con bastione trilobato e risale al bronzo medio-recente.
La necropoli a domus de janas è scavata in un affioramento basaltico che domina la valle del Riu Mannu, lungo la strada provinciale Suni-Pozzomaggiore, nella regione della Planargia, nella Sardegna nord-occidentale. Il complesso ipogeo comprende 12 sepolture monocellulari e pluricellulari, con accesso quasi sempre costituito da un vestibolo.
“Il Dolmen si trova su una emergenza basaltica, sulla sponda settentrionale del Riu Coraggiu, a circa 200 metri a nord del Nuraghe Nela e di una tomba dei giganti a struttura isodoma – ora distrutta -che era in relazione con lo stesso nuraghe.” A. Moravetti
Dolmen costituito da una grande lastra orizzontale su muratura a secco ciclopiche