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Fonte sacra Su Tempiesu

Il tempio è stato realizzato in opera isodoma, ossia con blocchi di basalto magistralmente squadrati e lavorati all’occorrenza con appropriata inclinazione. Le rocce presenti nel territorio circostante sono composte prevalentemente da scisti o da graniti, e la roccia vulcanica utilizzata è stata trasportata nel sito da località piuttosto distanti, probabilmente dal territorio di Dorgali.

Fonte sacra Su Tempiesu

Il tempio è stato realizzato in opera isodoma, ossia con blocchi di basalto magistralmente squadrati e lavorati all’occorrenza con appropriata inclinazione. Le rocce presenti nel territorio circostante sono composte prevalentemente da scisti o da graniti, e la roccia vulcanica utilizzata è stata trasportata nel sito da località piuttosto distanti, probabilmente dal territorio di Dorgali.

Fonte sacra Su Tempiesu

Il tempio è stato realizzato in opera isodoma, ossia con blocchi di basalto magistralmente squadrati e lavorati all’occorrenza con appropriata inclinazione. Le rocce presenti nel territorio circostante sono composte prevalentemente da scisti o da graniti, e la roccia vulcanica utilizzata è stata trasportata nel sito da località piuttosto distanti, probabilmente dal territorio di Dorgali.

Fonte sacra Su Tempiesu

Il tempio è stato realizzato in opera isodoma, ossia con blocchi di basalto magistralmente squadrati e lavorati all’occorrenza con appropriata inclinazione. Le rocce presenti nel territorio circostante sono composte prevalentemente da scisti o da graniti, e la roccia vulcanica utilizzata è stata trasportata nel sito da località piuttosto distanti, probabilmente dal territorio di Dorgali.

Fonte sacra Su Tempiesu

Il tempio è stato realizzato in opera isodoma, ossia con blocchi di basalto magistralmente squadrati e lavorati all’occorrenza con appropriata inclinazione. Le rocce presenti nel territorio circostante sono composte prevalentemente da scisti o da graniti, e la roccia vulcanica utilizzata è stata trasportata nel sito da località piuttosto distanti, probabilmente dal territorio di Dorgali.

Fonte sacra Su Tempiesu

Il tempio è stato realizzato in opera isodoma, ossia con blocchi di basalto magistralmente squadrati e lavorati all’occorrenza con appropriata inclinazione. Le rocce presenti nel territorio circostante sono composte prevalentemente da scisti o da graniti, e la roccia vulcanica utilizzata è stata trasportata nel sito da località piuttosto distanti, probabilmente dal territorio di Dorgali.

Fonte sacra Su Tempiesu

Il tempio è stato realizzato in opera isodoma, ossia con blocchi di basalto magistralmente squadrati e lavorati all’occorrenza con appropriata inclinazione. Le rocce presenti nel territorio circostante sono composte prevalentemente da scisti o da graniti, e la roccia vulcanica utilizzata è stata trasportata nel sito da località piuttosto distanti, probabilmente dal territorio di Dorgali.

Fonte sacra Su Tempiesu

Il tempio è stato realizzato in opera isodoma, ossia con blocchi di basalto magistralmente squadrati e lavorati all’occorrenza con appropriata inclinazione. Le rocce presenti nel territorio circostante sono composte prevalentemente da scisti o da graniti, e la roccia vulcanica utilizzata è stata trasportata nel sito da località piuttosto distanti, probabilmente dal territorio di Dorgali.

Riparo sotto roccia di Frattale

Riparo sotto roccia con petroglifi in località Frattale (Oliena – Nuoro)
09/11/2007 di admin
Atti della XXII riunione scientifica IIPP, in Sardegna centro-settentrionale

Viene presentato un singolare ed interessante riparo sotto roccia che si apre in un enorme masso granitico che gli agenti atmosferici hanno scavato alla base, dando origine ad una spaziosa cavità con ampia imboccatura principale, delimitata ai lati da due lastroni ortostatici e chiusa parzialmente da un muretto a secco di cui restano scarse ma evidenti tracce. L’interesse maggiore della grotticella è dovuto, però, alla presenza di due differenti tipi di incisioni, geometriche, nella roccia affiorante che costituisce il pavimento del riparo, antropomorfe schematiche nella parete di fondo. Per le prime – cerchi, figure quadrangolari e complesse – il quadro comparativo si presenta assai tenue e generico e non consente puntuali riferimenti culturali e cronologici, cos1 come appare di difficile interpretazione sia la composizione d’insieme che i singoli motivi che la costituiscono: planimetria di un villaggio oppure figure idoliformi (i motivi complessi) con simboli solari (cerchi)? Di più agevole inquadramento, invece, l’unica figura antropomorfa schematica riconoscibile fra altre ormai cancellate dal disfacimento naturale della roccia; appartiene ad un tipo di rappresentazione schematica della figura umana assai comune, sia nell’isola che in aree extrainsulari, anche se la particolare variante di Frattale – a doppio U con estremità volte verso l’alto – appare meno consueta. Questa figura trova confronto con petroglifi della tomba Branca di Moseddu (Cheremule-Sassari) e della Grotta del Bue Marino (Dorgali-Nuoro) e richiama inoltre lo schema a candelabro presente negli ipogei di Sas Concas di Oniferi e il capovolto scolpito a bassorilievo in una statua-menhir di Laconi. Infine, un breve saggio di scavo limitato alla zona dell’ingresso, oltre a scarsi ed atipici frammenti ceramici, ha restituito parte di bicchiere (?) decorato a pettine nello stile del vaso campaniforme, a bande sovrapposte alternate (a tratteggio obliquo, liscie, e linee puntinate orizzontali). L’ornato e la tecnica decorativa, pur nei limiti imposti dalle piccole dimensioni del frammento, trovano rispondenza in un frammento da S. Bartolomeo, nel campaniforme pirenaico francese e armoricano, e rientrano nel più ampio quadro del campaniforme internazionale. L’Autore mette in stretta relazione questo frammento decorato con le incisioni schematiche antropomorfe, che, di conseguenza, vengono attribuite all’epoca di diffusione del vaso campaniforme, a tempi del Calcolitico – I Bronzo. Più problematica, invece, appare la definizione cronologica e culturale delle incisioni geometriche che sembrano essere state istoriate quando già la grotticella era adibita a sepoltura, forse in un momento successivo ai petroglifi antropomorfi.

A. MORAVETTI – Riparo sotto roccia con petroglifi in località Frattale (Oliena – Nuoro)

Comune: OLIENA
Prov: Nuoro
Autore: Sergio Melis
Codice Geo: NUR11935
> Scheda Geoportale
Riparo sotto roccia di Frattale

Riparo sotto roccia con petroglifi in località Frattale (Oliena – Nuoro)
09/11/2007
Atti della XXII riunione scientifica IIPP, in Sardegna centro-settentrionale

Viene presentato un singolare ed interessante riparo sotto roccia che si apre in un enorme masso granitico che gli agenti atmosferici hanno scavato alla base, dando origine ad una spaziosa cavità con ampia imboccatura principale, delimitata ai lati da due lastroni ortostatici e chiusa parzialmente da un muretto a secco di cui restano scarse ma evidenti tracce. L’interesse maggiore della grotticella è dovuto, però, alla presenza di due differenti tipi di incisioni, geometriche, nella roccia affiorante che costituisce il pavimento del riparo, antropomorfe schematiche nella parete di fondo. Per le prime – cerchi, figure quadrangolari e complesse – il quadro comparativo si presenta assai tenue e generico e non consente puntuali riferimenti culturali e cronologici, cos1 come appare di difficile interpretazione sia la composizione d’insieme che i singoli motivi che la costituiscono: planimetria di un villaggio oppure figure idoliformi (i motivi complessi) con simboli solari (cerchi)? Di più agevole inquadramento, invece, l’unica figura antropomorfa schematica riconoscibile fra altre ormai cancellate dal disfacimento naturale della roccia; appartiene ad un tipo di rappresentazione schematica della figura umana assai comune, sia nell’isola che in aree extrainsulari, anche se la particolare variante di Frattale – a doppio U con estremità volte verso l’alto – appare meno consueta. Questa figura trova confronto con petroglifi della tomba Branca di Moseddu (Cheremule-Sassari) e della Grotta del Bue Marino (Dorgali-Nuoro) e richiama inoltre lo schema a candelabro presente negli ipogei di Sas Concas di Oniferi e il capovolto scolpito a bassorilievo in una statua-menhir di Laconi. Infine, un breve saggio di scavo limitato alla zona dell’ingresso, oltre a scarsi ed atipici frammenti ceramici, ha restituito parte di bicchiere (?) decorato a pettine nello stile del vaso campaniforme, a bande sovrapposte alternate (a tratteggio obliquo, liscie, e linee puntinate orizzontali). L’ornato e la tecnica decorativa, pur nei limiti imposti dalle piccole dimensioni del frammento, trovano rispondenza in un frammento da S. Bartolomeo, nel campaniforme pirenaico francese e armoricano, e rientrano nel più ampio quadro del campaniforme internazionale. L’Autore mette in stretta relazione questo frammento decorato con le incisioni schematiche antropomorfe, che, di conseguenza, vengono attribuite all’epoca di diffusione del vaso campaniforme, a tempi del Calcolitico – I Bronzo. Più problematica, invece, appare la definizione cronologica e culturale delle incisioni geometriche che sembrano essere state istoriate quando già la grotticella era adibita a sepoltura, forse in un momento successivo ai petroglifi antropomorfi.

A. MORAVETTI – Riparo sotto roccia con petroglifi in località Frattale (Oliena – Nuoro)

Comune: OLIENA
Prov: Nuoro
Autore: Sergio Melis
Codice Geo: NUR11935
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Villaggio nuragico Arvu

L’abitato nuragico comprende un centinaio di capanne circolari distribuite senza un ordine apparente a distanza regolare l’una dall’altra.
È costruito con filari regolari di blocchi di calcare; i rari blocchi di trachite provengono probabilmente dal vicino Monte Imberi.
Le capanne, circolari (diametro m 6/7), sono per la maggior parte allo stato attuale ricoperte dai crolli e invase dalla fitta macchia mediterranea.

Comune: DORGALI
Prov:
Autore: Gianni Alvito
Codice Geo: NUR5492
> Scheda Geoportale
Dolmen Monte Longu

Conosciuto anche col nome di S’Aspru, si trova sulle pendici meridionali del monte Bardia a poca distanza dalla Roccia de Monte Longu, ad una altezza di 513 m s.l.m. e domina l’ampia valle che guarda verso il centro di Cala Gonone. È raggiungibile attraverso un piccolo trekking. Di pianta rettangolare in pietra calcarea è costituito da quattro lastroni parallelepipedi (in origine dovevano essere cinque) che delimitano un’ampia camera coperta da un lastrone pentagonale. (Museo archeologico Dorgali)