La necropoli è scavata in un affioramento granitico dell’altopiano di Buddusò. E’ costituita da 6 ipogei e datata al 3200-2800 a.C. Alcune domus presentano ambienti monocellulari mentre altre hanno pianta pluricellulare. Una delle domus riportano tracce di pittura murale rossa a bande parallele su fasce in rilievo. (Sardegna Turismo)
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Necropoli con nove tombe ipogeiche, in una zona con rocce affioranti sul terreno circostante. Le tombe sono state ritrovate casualmente in occasione di recenti lavori di scavo. Si ritiene che si sia cominciato ad utilizzare il sito dal Neolitico recente (3500 a.C.).
Prov: Sassari
Autore: Gianni Sirigu
Codice Geo: NUR6932
> Scheda Geoportale
Necropoli con nove tombe ipogeiche, in una zona con rocce affioranti sul terreno circostante. Le tombe sono state ritrovate casualmente in occasione di recenti lavori di scavo. Si ritiene che si sia cominciato ad utilizzare il sito dal Neolitico recente (3500 a.C.).
Prov: Sassari
Autore: Gianni Sirigu
Codice Geo: NUR6932
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Si tratta di una serie di ambienti aperti sul fianco occidentale di una collinetta di roccia calcarea. Il nucleo principale, frutto di varie trasformazioni relative a diverse fasi dell’utilizzo nel corso dei secoli, è costituito da tre ampie celle collegate fra loro e disposte in successione da Nord a Sud. Gli ambienti si affacciano su uno stretto terrapieno la parete di roccia presenta, due strette gradinate attraverso le quali è possibile raggiungere il pianoro soprastante.
È conosciuta per aver dato il nome a un’importante cultura dell’eneolitico sardo, la cultura di Filigosa, strettamente collegata a quella di Abealzu, tant’è che si parla spesso di cultura di Abealzu-Filigosa. La necropoli è composta da quattro domus de janas pluricellulari, scavate su un’altura tufacea e caratterizzate dalla presenza di lunghi dromos d’accesso. Fu utilizzata dal III millennio a.C. fino ai primi secoli del II millennio a.C.. Il nuraghe Ruggiu è un monotorre costruito con blocchi di medie e grandi dimensioni disposti a filari regolari. Il nuraghe non si presenta in buono stato di conservazione. L’ingresso a sud-est, crollato, immette in un corridoio che nella parete sinistra mostra l’accesso alla scala (anch’essa crollata). La camera è di pianta circolare e si conserva per un’altezza massima di 9 m.
È conosciuta per aver dato il nome a un’importante cultura dell’eneolitico sardo, la cultura di Filigosa, strettamente collegata a quella di Abealzu, tant’è che si parla spesso di cultura di Abealzu-Filigosa. La necropoli è composta da quattro domus de janas pluricellulari, scavate su un’altura tufacea e caratterizzate dalla presenza di lunghi dromos d’accesso. Fu utilizzata dal III millennio a.C. fino ai primi secoli del II millennio a.C.. Il nuraghe Ruggiu è un monotorre costruito con blocchi di medie e grandi dimensioni disposti a filari regolari. Il nuraghe non si presenta in buono stato di conservazione. L’ingresso a sud-est, crollato, immette in un corridoio che nella parete sinistra mostra l’accesso alla scala (anch’essa crollata). La camera è di pianta circolare e si conserva per un’altezza massima di 9 m.
È conosciuta per aver dato il nome a un’importante cultura dell’eneolitico sardo, la cultura di Filigosa, strettamente collegata a quella di Abealzu, tant’è che si parla spesso di cultura di Abealzu-Filigosa. La necropoli è composta da quattro domus de janas pluricellulari, scavate su un’altura tufacea e caratterizzate dalla presenza di lunghi dromos d’accesso. Fu utilizzata dal III millennio a.C. fino ai primi secoli del II millennio a.C.. Il nuraghe Ruggiu è un monotorre costruito con blocchi di medie e grandi dimensioni disposti a filari regolari. Il nuraghe non si presenta in buono stato di conservazione. L’ingresso a sud-est, crollato, immette in un corridoio che nella parete sinistra mostra l’accesso alla scala (anch’essa crollata). La camera è di pianta circolare e si conserva per un’altezza massima di 9 m.
La necropoli è costituita da due gruppi, di 7 e 31 unità, di domus de janas ipogee; una soltanto è monocellulare mentre le altre hanno planimetrie più articolate e una di esse contiene fino a undici vani. Sono del tipo “a proiezione verticale e orizzontale”, ossia accessibili attraverso un pozzetto verticale oppure un dromos discendente, quasi sempre provvisto di gradini che immettono nel vestibolo.
SI tratta di una vasta necropoli di Domus de Janas, realizzata su un ammasso di calcare. Attorno sono visibili degli interessanti Cart Ruts. Alcune tombe sono decorate con protomi taurini.
Il complesso archeologico di Perda Longa, situato in una zona collinare a pochi chilometri da Tortolì, comprende quindici menhir, la maggior parte abbattuti, due tombe di giganti (quest’ultime di non facile individuazione) e tre nuraghi nelle colline circostanti. Tra le perdas fittas (nome in sardo dei menhir), da segnalare alcuni blocchi alti oltre 4 metri. Il sito archeologico risale al quarto millennio avanti Cristo (prenuragico), ma è stato frequentato sino all’epoca romana.
A m 150 dal secondo gruppo di domus, ai piedi del Monte Corru Tundu, è presente un colossale monolite in tufo trachitico dalla sommità troncata (altezza residua m 5,75). Il menhir, uno dei più grandi della Sardegna, è fortemente affusolato, con una faccia spianata e l’altra arrotondata; in questa sembrano individuabili tre coppelle circolari. Monolite e necropoli, erano funzionali all’insediamento di Monte Padrillonis. (cultura di San Michele, 3200-2800 a.C.).
Il nuraghe, ha restituito uno straordinario altare nuragico. Si individuano tre fasi costruttive. La prima, forse del Bronzo medio I (XVI-XV sec.a.C.), vide l”impianto di un bastione e di un antemurale con corridoi e celle. Nella seconda, del Bronzo medio II (XIV sec. a.C.), si sovrappose un bastione trilobato sinusoidale, un nuovo antemurale di quattro torri raccordate da cortine irregolarmente rettilinee. Nella terza fase l”antemurale fu dotato di un”altra torre e cortine.