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ARCIERE SAETTANTE IN PIEDI SUL DORSO DEL CAVALLO

73) ARCIERE SAETTANTE IN PIEDI SUL DORSO DEL CAVALLO
Nome: arciere saettante in piedi sul dorso del cavallo
Professione: guerriero cavallerizzo
Dimensioni: altezza 7,2 cm – lunghezza 5,6 cm
Aspetto e vestiario: su un piccolo e rozzo schema di cavallo sorge, dritta nel mezzo del dorso dell’animale, una figura maschile in atto di scoccare la freccia dell’arco impugnato con entrambe le mani.
L’animale è certamente un cavallo per l’aspetto generale e per alcuni segni particolari: la coda grossa e pendente dietro le zampe, la testa con il muso arcuato; il corpo a struttura cilindrica è allungato con zampe ben poggiate a terra. Il cavallo ha la bocca semiaperta perchè vi sta il freno attaccato alle briglie che, curiosamente, anzichè essere tenute in mano dal cavaliere per reggere e guidare il cavallo, sono invece legate al corpo dell’uomo passandogli alle spalle da sotto il collo. Questo era l’unico modo per tenere in equilibrio l’arciere in piedi sul cavallo, dato che il guerriero ha entrambe le mani impegnate con l’arco. Indossa un gonnellino che copre i fianchi lasciando nudo il,resto del corpo; il corpo è modellato in modo rozzo, sommario, le gambe sono fuse col dorso dell’animale e distinte da una solcatura.La testa è un piccolo blocco stretto e allungato, le orecchie a sventola, gli occhi “a pastiglia” e il naso a pilastrino. Sul capo indossa un elmo a calotta semplice.
Luogo di ritrovamento: Sulcis (CA), località Salìu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: è un UNICUM non soltanto tra i bronzetti sardi ma anche in tutta la piccola plastica in bronzo mediterranea. Raffigura un arciere a cavallo che colpisce un bersaglio in corsa, in piedi sul destriero in posizione acrobatica. Rotto l’arco e la redine di sinistra.
Curiosità: il personaggio é rappresentato in posizione acrobatica, sicuramente inconsueta come pratica di equitazione. Per Lilliu il bronzetto rappresenta un cavallerizzo equilibrista che si esibisce al tiro al bersaglio con l’arco, in una festa stagionale in uno dei tanti santuari nuragici. A ricordo della festa, e forse della vittoria di un torneo, il personaggio potrebbe aver lasciato nel santuario la sua immagine votiva.
Quindi un cavaliere sardo su cavallo sardo? Un precursore degli abili cavalieri che ancora oggi si esibiscono in Sardegna (pariglie)? ?
Questa ipotesi però lascia dei dubbi in altri studiosi che ritengono che il cavallo fosse un animale sconosciuto ai Protosardi e nella Sardegna prima della venuta dei Cartaginesi.
Lilliu comunque conclude la sua lunga descrizione dicendo che “possiamo credere che in Sardegna la proprietà del cavallo ed il costume del cavalcarlo fossero piuttosto rari e limitati a pochi notabili che esercitavano il potere ….. Il cavallo veniva adoperato in speciali circostanze o per particolari spettacoli in cui l’attrazione era determinata non soltanto dall’abilità prestigiosa e temeraria del cavaliere ma anche dalla preziosa rarità esotica dell’animale”.
Infine un’ultima curiosità: nell’antichità il mito del centauro, metà uomo e metà cavallo, potrebbe aver avuto origine dalla leggendaria abilità di guerrieri a cavallo di popoli allora sconosciuti.
Sappiamo che i primi ad utilizzare l’arco mentre andavano a cavallo furono probabilmente gli Sciti; e che Assiri, Traci, Sarmati e Parti erano molto temuti dai Romani per l’abilità dei loro arcieri di andare al galoppo e contemporaneamente tirare con l’arco frecce all’indietro contro il nemico con estrema precisione e destrezza.
Immagini dei centauri tratte dal web
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
MILITE CORNUTO

76) MILITE CORNUTO
Nome: miles cornutus
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza 24 cm
Aspetto e vestiario: il guerriero è rappresentato frontalmente, con i piedi distanziati e saldati a una basetta lunga con quattro fori (uno per angolo) che servivano per fissarla con dei chiodi al supporto, forse ligneo e non di pietra.
Nella mano destra è impugnato uno stocco lungo con lama bicostolonata e con elsa a pomo ricurvo.
Lo stocco non è appoggiato alla spalla, come visto invece in altri bronzetti, ma è tenuto dritto e distante dal corpo. La mano sinistra regge, per la maniglia, lo scudo di dimensione non grandi da cui spuntano l’elsa e la punta dei tre spadini custoditi all’interno.
L’elmo costituisce la peculiarità di questo bronzetto: è in assoluto quello con le corna più lunghe fra tutti gli elmi “cornuti” dei bronzetti nuragici. Si distinguono soprattutto per lo slancio verticale e per la simmetria garbata con cui, stringendosi in alto, si incurvano all’indietro con una curvatura flessuosa.
Il guerriero indossa tre tuniche attillate di lunghezza diversa; si aggiunge nella parte alta una corta corazza, striata longitudinalmente sul davanti e liscia sul retro, provvista tutto in giro, verso metà, di una cintura a cerniera dalla quale, sulle spalle, pendono due bande frangiate, forse una sciarpa.
Agli stinchi indossa gambiere di protezione, i piedi sono nudi e le dita segnate da sottili incisioni.
La testa è piccola e proporzionata, i tratti del volto sono gentili. Si notano i lievi e simmetrici archetti delle sopracciglia, il nasino discreto, i rilievi oblunghi e cerchiati degli occhi,la bocca delicata.
I capelli cadono sulla nuca e sono segnati in modo preciso con il solito stilismo del rametto schematico: forse si raccolgono in massa sotto l’elmo scendendo, da ciascuna gota, in una fine trecciolina.
Luogo di ritrovamento: Senorbì (CA), località Santu Teru o Bintergibas.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: bronzetto integro,elegante e proporzionato.
Curiosità: Le caratteristiche del bronzetto fanno pensare che sia opera di un artigiano esperto che lo ha modellato con eleganza e finezza:
– lo stocco, per reggersi meglio, è stato saldato alla base del corno destro dell’elmo.
– l’umbone centrale dello scudo è spostato verso sinistra per metterlo in asse con la mezzeria del corpo del guerriero: una correzione dettata dal gusto geometrico
– Ia descrizione accurata e le decorazioni delle armi e della veste
– la naturalezza della posa del corpo
– l’elmo cornuto e in particolare la linea flessuosa delle corna curvate all’indietro
Altra curiosità: la sciarpa che pende sul dorso del guerriero era solo un indumento ornamentale o poteva avere una funzione pratica in battaglia?
Viene infatti in mente l’usanza degli antichi guerrieri mongoli di indossare, sotto la corazza, una sciarpa in seta perché – qualora fossero stati colpiti da una freccia del nemico – la seta non si sarebbe squarciata e avrebbe permesso di togliere l’indumento insieme alla punta della freccia.
Immagini tratte dal web
Descrizione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: SENORBI'
Prov:
Autore:
ORANTE CON MANO RICONDOTTA SULLA SPALLA

78) ORANTE CON MANO RICONDOTTA SULLA SPALLA
Nome: orante con mano ricondotta sulla spalla
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 9,5 cm
Aspetto e vestiario: per Lilliu è una figura maschile, raffigurata in piedi, le gambe leggermente divaricate. Il braccio destro (ora mancante) era presumibilmente alzato per porgere il saluto devozionale; il braccio sinistro è piegato e tenuto aderente al petto e conduce la mano sinistra, distesa, a toccare la spalla destra.
La testa è rivolta indietro e scoperta; i capelli sono divisi da una scriminatura che va da orecchio a orecchio, sono pettinati lisci alla sommità e raccolti in un nodo a treccia arrotolata presso ciascuna tempia. Alla nuca i capelli sono segnati da incisioni a spina di pesce con sfumatura alta sul collo (che è piuttosto allungato rispetto al corpo). L’acconciatura a crocchia sulle tempie è insolita e singolare, non è presente in nessun altro bronzetto.?
Il corpo è ricoperto da una tunica a balza (o da due tuniche sovrapposte di differente lunghezza) e un mantello che però è tenuto obliquamente sulla spalla sinistra, ben ripiegato e scende da una parte sul ventre, dall’altra sulle anche. La superficie piatta del manto è decorata con fitte rigature orizzontali e parallele, con orlo in rilievo sul lato esterno.
Dalla spalla sinistra, forse da sotto il mantello, scende una pezza di stoffa decorata con grossi bottoni, che copre parzialmente il fianco del braccio sinistro (altro particolare unico e originale).
La testa, piccola e aggraziata, mostra i lineamenti di un viso delicato, quasi fanciullesco. La fronte è alta, il naso piccolo, le arcate sopraccigliari lunghe e marcate. Le palpebre che cerchiano i globuletti degli occhi sono lievemente incise, la bocca appena accennata, il mento minuscolo e sfumato sul collo.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: braccio destro rotto all’omero; mancanti le gambe fino alle cosce.
Curiosità: il gesto compiuto dall’orante (mano sulla spalla) è una caratteristica peculiare vista solo in questo bronzetto, tanto da renderlo unico.
Per Lilliu il gesto non è rivolto a trattenere il mantello gettato sopra la spalla sinistra, bensì indica sia l’adorazione verso la divinità sia una sorta di patto segreto con quest’ultima, un vero e proprio GIURAMENTO.
Per Lilliu il bronzetto rappresenta un semplice devoto, per Lamarmora invece era un sacerdote.
Descrione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
OFFERENTE

79) OFFERENTE
Nome: offerente
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10 cm
Aspetto e vestiario: il devoto è rappresentato in piedi, alza la mano destra porgendo il consueto saluto devozionale tenendo il palmo aperto con dita unite e solo il pollice divaricato. Con la mano sinistra, ripiegata sul gomito, porge in avanti un piatto rotondo nel quale si notano alcuni elementi di offerta.
Il capo scoperto mostra una elaborata e ordinata acconciatura: i capelli sono divisi in sommità e scendono corti sulla nuca a taglio netto e sopra la fronte si rialzano in due ciuffi che si allungano in due treccioni che ricadono davanti alle orecchie lungo le guance. Incorniciano il viso, lungo e solido, con fronte marcata, arcata sopraccigliare in rilievo, naso regolare, occhi a mandorla cerchiati, bocca aperta e pronunciata e mento con fossetta.
Indossa una tunica aderente al corpo che scende sino al ventre, lasciando scoperte le gambe che si presentano allargate con accenni ai polpacci e alle dita dei piedi distinte da profonde incisioni parallele.
Sopra la tunica indossa un giubbotto rigido, forse di pelle, aperto sul davanti e un po’ scollato che si ferma sopra l’orlo della tunica, finendo con una decorazione a rilievi circolari intorno alla vita, da cui pende una frangia a filamenti verticali paralleli tra loro. Il giubbotto sembra chiudersi al collo, forse con un fermaglio, e sul retro, sotto la nuca, emerge una sorta di cappuccio stilizzato.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), località Santa Vittoria, presso la torre a feritoie
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: integro
Curiosità: nel piatto dell’offerta si notano: due focaccette tondeggianti al centro e due filoncini ai margini, di dubbia identificazione.
Descrione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: SERRI
Prov:
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DONNA ORANTE CON LUNGHISSIMO COLLO

82) DONNA ORANTE CON LUNGHISSIMO COLLO
Nome: donna orante con lunghissimo collo
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 23 cm
Aspetto e vestiario: figura femminile raffigurata frontalmente in piedi, nell’atto – forse – di porgere il saluto devozionale con la mano destra (braccio mancante) e l’offerta con la mano sinistra (rotta). Il corpo esile indossa una tunica a balze sovrapposte
Colpisce lo stilismo longilineo del collo e la forma della testa con epicranio piatto e allungato.
La testa è scoperta, i capelli lisci scendono incorniciando il viso, sciolti sul collo; visibile la scriminatura centrale. Lilliu non ne parla, ma è visibile parte del manto sul lato sinistro.
La forma appuntita del tronco con la stilizzazione “cruciforme o spadiforme” del corpo sembra – dice Lilliu – rifarsi all’antica e arcaica geometria mediterranea del III e del II millennio a.C.
Luogo di ritrovamento: Terralba (CA), località S’Arrideli
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: molte sono le parti mancanti: piedi, braccio destro, mano sinistra, parte del mantello. Nel libro del 1953 sui bronzetti di Terralba, Lilliu riporta l’immagine del bronzetto prima dei restauri
Curiosità: Lilliu sottolinea l’impressionante stilismo longilineo del collo e la forma cruciforme o spadiforme del corpo. Quest’ultima ricorda stilizzazioni del neolitico cretese, cicladico, tessalico, tracico, palestinese, etc.
Appare curiosa anche la forma cilindrica della testa: Lilliu fa un accostamento con alcuni teschi dolicocrani nuragici rinvenuti a Seulo e studiati da C. Maxia (1951)
NOTA: La DOLICOCEFALIA è una condizione nella quale la scatola cranica assume una forma stretta e allungata in senso antero-posteriore. É una malformazione, ma può essere anche indotta. Una pratica del genere era infatti largamente diffusa nelle civiltà antiche quando, con l’ausilio di fasce o di strumenti rigidi, si usava modellare nel senso della lunghezza il cranio dei neonati, non si sa se nel tentativo di aumentarne le capacità cerebrali o per avvicinarli somaticamente alle divinità.
Descrizione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Immagine del bronzetto a destra è tratta da G. Lilliu, “Bronzetti nuragici da Terralba (Cagliari)”, 1953 – ringraziamo per la notizia e per l’immagine RS Roberto, gruppo “Viaggi nelle antichità della Sardegna”
Le informazioni sulla dolicocefalia sono tratte dal web

Comune: TERRALBA
Prov:
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DONNA CON COPRICAPO A FALDA LARGA

83) DONNA CON COPRICAPO A FALDA LARGA
Nome: donna con “sombrero”
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 8,3 cm
Aspetto e vestiario: testa di figura femminile che indossa un cappello a falda larga. In realtà, grazie a Lilliu, abbiamo sia una descrizione sia un’immagine di un altro frammento che componeva il bronzetto. Sappiamo così che la figura femminile indossava:
– una tunica attillata, che avvolgeva il corpo e nella zona della vita era stretta da un cordone
– un mantello con il risalto divisorio sulle spalle, rilevato in una frangia striata presso l’incollatura sulla nuca
Interessante è il copricapo ampio e decorato, detto ” a sombrero” da Lilliu, con umbone centrale a cono e fasce concentriche separate da sottili linee incise (6 fasce sopra la falda, 2 fasce all’interno). Il rialzo, fatto dal copricapo, lascia la fronte scoperta e la mette in evidenza. Sotto il cappello la donna mostra un’acconciatura elaborata: sulla fronte i capelli sono raccolti a forma di ciambella; sul collo invece scendono sciolti, lunghi e sono segnati da fitte striature verticali. Nel volto, ovale e stirato, è molto marcato lo schema a T delle sopracciglia tratteggiate e del naso ” a forte listello”; gli occhi a grossa mandorla sono incisi e cerchiati dal rialzo delle palpebre; bocca incisa con tocco rapido.
Luogo di ritrovamento: Terralba (CA), località S’Arrideli
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il collo è lunghissimo (come nel bronzetto schedato ieri), alla “Modigliani” ?
Curiosità: Lilliu segnala che la testa del bronzetto fa parte di un bronzetto spezzato da tempi antichi, del quale si conserva un altro frammento purtroppo non ricongiunto: il tronco, dalla vita in giù, senza i piedi e con un largo tratto del lembo destro di un mantello. Ricomponendo i frammenti si avrebbe uno schema di donna orante, simile ad altri bronzetti femminili. Nel libro del 1953 sui bronzetti di Terralba, Lilliu riporta l’immagine dei due frammenti del bronzetto mai ricomposti: testa e corpo.
Descrizione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Immagine del bronzetto con entrambi i frammenti è tratta da G. Lilliu, “Bronzetti nuragici da Terralba (Cagliari)”, 1953 – ringraziamo per l’immagine RS Roberto, gruppo “Viaggi nelle antichità della Sardegna”

Comune: TERRALBA
Prov:
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GUERRIERO CON STOCCO E SCUDO SULLE SPALLE

84) GUERRIERO CON STOCCO E SCUDO SULLE SPALLE
Nome: guerriero con stocco e scudo sulle spalle
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza residua 11 cm
Aspetto e vestiario: il guerriero è rappresentato frontalmente; con la mano destra porgeva quasi sicuramente il saluto devozionale, con la mano sinistra impugnava, all’estremità inferiore, uno stocco appoggiato sulla spalla e che reggeva, alle spalle, uno scudo.
L’elmo indossato ha forma conica con accenno di lembo ripiegato in avanti; ha la punta liscia ed il resto della superficie spartito in una zona ornata a spina di pesce (o rametto schematico) definita da incisioni orizzontali concentriche, due in alto e una alla base.
Il guerriero indossa:
– una tunica semplice e liscia
– un’ampia fasciatura di difesa intorno al collo, fatta di strisce sovrapposte rese con costolature alternate a incisioni; questa fascia si allarga alle spalle e al petto, proteggendoli
– il consueto pugnale ad elsa gammata, portato non sul petto ma appeso a una lunga e stretta cinghia e abbassato, in modo inusuale, sino all’orlo della tunica
Sul retro uno scudo piccolo aderente alla schiena pende dallo stocco tramite una fune. Esso mostra al centro un umbone liscio, intorno al quale il rivestimento in cuoio (che nella realtà avvolgeva la struttura di legno dello scudo) è stilisticamente indicato nel bronzetto da una serie di incisioni radiali.
La testa ha forma conica, una taglio netto e squadrato sopra al collo; i capelli sulla nuca sono stilizzati a rametto.
I lineamenti del volto sono molto marcati: sopracciglia e naso sono resi con il noto schema a T, gli occhi sono a globo schiacciato ” o a pastiglia, schizzanti a fior di pelle”. Contrastano: il piccolo segno inciso della bocca e le minuscole orecchie abbozzate.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: braccia mancanti, rotto lo stocco per più di metà, rotte le gambe sotto i polpacci, scudo frastagliato sul contorno.
Curiosità: interessante copricapo. Più che a un elmo, assomiglia – dice Lilliu – ai ” pilei” (berretti di pelle, di feltro o di stoffa) di immagini della cultura greca di tradizione geometrica o del mondo orientale siriano-anatolico, del quale si ha un esempio anche in Sardegna nel bronzetto fenicio-punico di Flumenlongu- Nurra (se qualcuno ci manda un’immagine … cercheremo di schedarlo per voi ?)
Immagini di RS Roberto tratte da “Viaggio nelle anticihità della Sardegna”
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Approfondimenti sul “pileo” (copricapo):

Comune:
Prov:
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NAVICELLA CON ANIMALI VARI SULL’ORLO

87) NAVICELLA CON ANIMALI VARI SULL’ORLO
Nome: navicella con animali vari sull’orlo
Dimensioni: lunghezza residua 13 cm – altezza 5,5 cm – larghezza 6 cm
Aspetto: la bellissima e interessantissima navicella ha lo scafo col fondo piatto, due peducci nella parte anteriore, l’orlo ribattuto e sporgente ad angolo retto, Il manico a giogo con anello di sospensione.
Sopra l’orlo dello scafo sono raffigurati cinque animali (prima della rottura erano sei), tre da una parte e tre dall’altra, in simmetria.
Non tutti sono chiaramente identificabili, tutti sono posizionati in direzione opposta rispetto a quella della rotta e guardano all’indietro…tutti, tranne uno ? quello posto sull’orlo della fiancata destra che guarda a prua
La posizione degli animali é in piedi, con le zampe anteriori tese in avanti, come per sostenersi meglio in piedi a causa del dondolìo della nave…tutti in piedi, tranne uno ? lo stesso animale di prima è accovacciato e disteso lungo l’orlo come se vi si aggrappasse …timoroso del mare
Sul margine DESTRO dello scafo possiamo vedere, in ordine, da poppa verso prua:
1) un quadrupede col muso appuntito, orecchie corte, occhi a globetto e coda levata a riccio
2) un animale che sopporta il giogo costituito da una sbarretta rettangolare trasversale con nel mezzo l’anello di sospensione dell’oggetto. Dall’altra parte si contrapponeva il compagno (ora perduto) per sostenere l’altra estremità del giogo. Davanti al muso dell’animale si osserva, sopra l’orlo dello scafo, due piccoli rilievi che rappresenterebbero due mucchietti di paglia o altro mangime per l’animale
3) un animale selvatico che non guarda a prua ed è accovacciato….lo abbiamo schedato qualche mese fa… Di lui (o lei) sappiamo che ha la coda lunga, striscia con la parte posteriore del corpo mentre si solleva con il collo e la testa; il muso è corto, gli occhi piccoli e le orecchie brevi e a punta, aguzze e tese all’indietro
Nella fiancata SINISTRA si presentano in ordine:
4) un quadrupede con muso appuntito
5) animale mancante, per rottura. Doveva essere però il compagno del numero 2) perchè sopportava insieme a lui il giogo
6) un animale ben caratterizzato da muso a ventosa, dalla schiena setolosa stilizzata in una cresta dentata e dalla coda di riccio….anche questo animale è già stato schedato mesi fa…
Luogo di ritrovamento: Meana (NU), a c.a. 1 km a ovest del paese. La navicella fu rinvenuta nel 1875, a poca profondità, in un ripostiglio insieme a un pezzo di “aes rude” (bronzo non lavorato utilizzato come “moneta”), una piccola lancia e la metà di uno stocco di bronzo.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotte la poppa e la prua a cui manca la protome, rotta la parte sinistra del giogo, fori di rottura sotto l’orso nella fiancata dello scafo, slabbrature sull’orlo
Curiositá: avete riconosciuto TUTTI gli animali???
Ecco le risposte secondo Lilliu:
1) un cane
2) un bue. Esso ha il muso “suino” tutto segnato da striature a spina di pesce e le corna sottili erette verticalmente intorno alle quali si avvolge, come un anello, la fune
3) una volpe (forse); è l’animale che non guarda all’indietro come gli altri e che è accovacciato, timoroso del mare ?. Per Lilliu la postura dell’animale ha qualcosa del “rettile” ma per la lunga coda e la struttura generale somiglia a una volpe. Per lo Spano invece sarebbe una martora
4) un cane (come quello della parte opposta, ma senza coda) per Lilliu. Per lo Spano invece era un montone o una pecora
5) un bue, in coppia con il n. 2)
6) un maialino o un cinghiale
Nota dal web: Aes rude (cioè bronzo non lavorato) è un tipo di pre-moneta costituita da pezzi irregolari di bronzo. Tecnicamente non si può parlare di moneta perché non ne ha la forma, mancano segni che ne identifichino in qualche modo il valore e l’autorità che lo emette.
Fotografia di B.Auguadro
Descrizioni e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: Beatrice Auguadro
BUE SOSPESO SU SPADA

88) BUE SOSPESO SU SPADA
Nome: schema di bue sospeso su spada
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 13 cm – altezza 16 cm
Aspetto: il bue é rappresentato in piedi, di profilo, con le gambe parallele, rigide e geometriche.
Il corpo è cavo internamente e aperto; le zampe invece sono piene e sono ben marcati gli zoccoli e le ginocchia, il collo è molto lungo e stilizzato….quasi di giraffa, dice Lilliu.
La testa ha forma rettangolare, la bocca è un solco, gli occhi sono appena accennati lateralmente sotto le corna che sono ampie, lunghe, dritte e danno uno slancio longilineo allo schema.
Le orecchie “a sventola” ricurve all’indietro sono dietro le corna, parallele ad esse.
Ma la cosa più interessante del bronzetto è il volatile posato fra le corna: forse è una colombetta, che si affaccia tra le corna guardando nella stessa direzione del bue.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), localitá Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: zampe posteriori spezzate, il resto del corpo è integro
Curiositá: il bronzetto all’origine era infilato sulla punta di una spada votiva, come dimostra la piccola apertura praticata in fusione sul dorso, vicino al collo.
La colombetta posata tra le corna ricorda il volatile presente in molte navicelle nuragiche. Che significato poteva quindi avere?
Lilliu risponde con un quesito interessante: e se il volatile rappresentasse “un elemento consacratorio dell’animale che si offre alla divinità sostituendo l’offerta reale”?
Oppure – conclude -più semplicemente siamo di fronte a una rappresentazione tratta dall’osservazione della natura e della vita nei campi.
Fotografia di G. Exana
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: SERRI
Prov:
Autore: Girolamo Exana
NAVICELLA CON PROTOME DI MUFLONE (O ARIETE)

91) NAVICELLA CON PROTOME DI MUFLONE (O ARIETE)
Nome: navicella con protome di muflone (o ariete)
Dimensioni: lunghezza 16 cm – altezza 5 cm
Aspetto: lo scafo ha forma ellittica e mostra, oltre al risalto superiore dell’orlo, altri due rilievi longitudinali e paralleli.
Il manico è perfettamente centrato, formato da due ponticelli che sorgono dall’orlo e convergono nel mezzo; esso è decorato sul dorso con un rilievo centrale a forma di spirale contornato da quattro borchie lisce. Altri quattro rilievi a spirale decorano, dalle due parti, i rami a ponticello.
A prua vi è la protome, di cui non si vede il collo perché rivestito da una fasciatura di anelli concentrici in rilievo.
La testa della protome è piccola, quasi in miniatura, col muso rigonfio nel mezzo e a ventosa nella parte terminale; le corna sono rivolte all’indietro.
Luogo di ritrovamento: TULA (SS), località in prossimità dell’abitato
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: la protome non è bovina, come in molte navicelle nuragiche, bensì di muflone o di ariete
Curiosità:
La navicella, dice Lilliu, fu ritrovata nel 1869 in un ripostiglio di una fonderia e bottega di ramaio nuragico, costituita da sei pozzetti cilindrici a muretto di basalto, entro un mucchio di pietre “ciclopiche” in forma di “tumulo” (sembrerebbe una capanna circolare in grossi massi a secco).
Note generali: per anni le navicelle sono state considerate semplici lucerne…ora per molti studiosi trattasi di navi votive, vere e proprie rappresentazioni delle navi nuragiche utilizzate in epoca lontana; in alcuni esemplari si notano addirittura le cuciture di assemblaggio del fasciame.
Fotografia dal web.
Descrizione della navicella tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: TULA
Prov:
Autore:
CINGHIALE IN RIPOSO

93) CINGHIALE IN RIPOSO
Nome: cinghiale in riposo
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 6 cm – altezza 3,7 cm
Aspetto: il cinghiale ha il corpo asciutto e stirato, irsuto, segnato sulla schiena dalla cresta acuta delle setole che si estendono anche ai fianchi come mostrano le fitte striature oblique. L’animale, raffigurato in modo molto realistico, è però tratto un po’ all’indietro, come se si fermasse dopo una corsa travolgente, per riposarsi. Le zampe sono oblique e parallele, piccole rispetto al corpo che a sua volta è sproporzionato rispetto alla testa.
Il testone è “a campana”, grosso e lungo, col muso marcato (bocca a incisione orizzontale e forellini ciechi per le narici); gli occhi sono a globetto, le orecchie sono collocate sotto la cervice arrotondata.
Luogo di ritrovamento: Nurri (NU), localitá Baracci
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: la zampa anteriore destra integra, rotte le altre zampe sotto l’attacco del corpo
Curiositá: il cinghiale è qui rappresentato in maniera precisa e stupefacente, “così com’è nella realtà il corpo del cinghiale” – dice Lilliu – ” una fiera, che non cessa di correre, spesso con violenza cieca e travolgente, spostandosi di luogo in luogo e da montagna a montagna alla ricerca del cibo e per sfuggire alla spietata caccia dell’uomo sardo che lo considera la bestia selvatica per eccellenza (su sirboni…. da “selva”)”.
Fotografia dal web da Monte Prama Novas
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: NURRI
Prov:
Autore:
VACCA STANTE

95) VACCA STANTE
Nome: vacca stante
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 6,3 cm – altezza 4,7 cm
Aspetto: l’animale è ritto sulle quattro zampe e poggia su una basetta rettangolare.
La struttura corporea è nel complesso agile e snella, il profilo della pancia e il dorso sono quasi orizzontali, il collo ben sviluppato e la testa molto avanzata rispetto alle zampe anteriori. Il bronzetto appare così molto lungo e sottile.
La coda è ripiegata, in modo naturalistico, sul dorso ma in senso contrario rispetto ad altri bronzetti. Le corna sono ben modellate, ampie e verticali; il volume del capo suggerisce una certa rotondità di forme, il muso è ben modulato dal taglio della bocca (non indicati, invece, gli occhi).
Luogo di ritrovamento: Nulvi (SS), località nuraghe Orku
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: integro, con le zampe anteriori e posteriori ancora fuse con la tavoletta quadrangolare di sostegno
Curiositá: il bovino manca di attributi maschili quindi forse per questo Lilliu lo classifica come esemplare femminile. Nella scheda descrittiva comunque lo studioso non riporta mai il genere dell’animale, la classificazione appare chiara solo dal nome dato al bronzetto.
Fotografia di G. Exana
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: NULVI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana