Il sito archeologico è stato rinvenuto nel 1985, del tutto casualmente, durante i lavori di spietramento per l’impianto di una vigna. Le indagini, proseguite sino al 1988, hanno permesso di individuare il nucleo principale del santuario, composto dal pozzo sacro, da una rotonda che caratterizza una parte del grande edificio in opera isodoma e due costruzioni a forma cilindrica, interpretabili come altare.
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Il sito archeologico è stato rinvenuto nel 1985, del tutto casualmente, durante i lavori di spietramento per l’impianto di una vigna. Le indagini, proseguite sino al 1988, hanno permesso di individuare il nucleo principale del santuario, composto dal pozzo sacro, da una rotonda che caratterizza una parte del grande edificio in opera isodoma e due costruzioni a forma cilindrica, interpretabili come altare.
Il sito archeologico è stato rinvenuto nel 1985, del tutto casualmente, durante i lavori di spietramento per l’impianto di una vigna. Le indagini, proseguite sino al 1988, hanno permesso di individuare il nucleo principale del santuario, composto dal pozzo sacro, da una rotonda che caratterizza una parte del grande edificio in opera isodoma e due costruzioni a forma cilindrica, interpretabili come altare.
Il sito archeologico è stato rinvenuto nel 1985, del tutto casualmente, durante i lavori di spietramento per l’impianto di una vigna. Le indagini, proseguite sino al 1988, hanno permesso di individuare il nucleo principale del santuario, composto dal pozzo sacro, da una rotonda che caratterizza una parte del grande edificio in opera isodoma e due costruzioni a forma cilindrica, interpretabili come altare.
Cuccuru Nuraxi è il colle sulla cima del quale si elevava un grandioso nuraghe di tipo complesso, oggi in gran parte distrutto.
Già dai primi studi si riuscì ad intuire la struttura del nuraghe. Ma, fu con i primi scavi archeologici, agli inizi del 1960, che si ebbe una più puntuale definizione del complesso monumentale. L”edificio era costituito da due torri megalitiche, unite da una cortina. Internamente, era composto da almeno tre ambienti, di cui uno costituiva la camera principale.
Prov: Cagliari
Autore: non identificato
Codice Geo: NUR4793
> Scheda Geoportale
Un pozzo tutto da studiare e scavare di ignota allocazione
Un pozzo tutto da studiare e scavare di ignota allocazione
Un pozzo tutto da studiare e scavare di ignota allocazione
La fonte nuragica di Su Musuelu si trova a circa 600 m a Est dalla fonte sacra nuragica di Is Molineddus. Dalle poche notizie che lo Spano poté raccogliere, il suo tempio consisteva in una costruzione a pianta rettangolare con ingresso sul lato occidentale, realizzato con blocchi di grandi dimensioni giustapposti a secco. Alle spalle dell’edificio scaturiva dalla roccia una sorgente d’acqua che si raccoglieva in un pozzo rotondo, fatto anch’esso di grosse pietre.
Il monumento si trova sulla sommità di una collina, chiamata Mitza Santu Srabadori, a Sud della frazione di Figu, in comune di Gonnosnò. Il pozzo è conosciuto almeno dai primi del Novecento, ma è stato indagato archeologicamente solo di recente, negli anni 2001-2002 e nel 2007.
Gli scavi condotti finora hanno restituito le tracce di una frequentazione intensa, almeno dalla prima età del Ferro e fino al basso Medioevo: a partire dalla realizzazione del tempio a pozzo, è attestata una successiva frequentazione a scopi rituali in età punica, fino alla costruzione della chiesa di San Salvatore, oggi scomparsa insieme al cimitero circostante.
Il pozzo è costituito da un atrio rettangolare, lastricato, il quale introduce al vano scala attraverso un passaggio di forma trapezoidale fortemente rastremata; il vano scala, lungo circa 6 metri, conduce alla camera sotterranea, di forma subcircolare, coperta a tholos, dove è intercettata la falda acquifera. La struttura è realizzata in blocchi di marna locale, squadrati in forma regolare, lavorati a martellina e sovrapposti a filari sfalsati con inserimento di terra fra i piani di posa.
In base a confronti con edifici simili e alla presenza di alcuni reperti, la struttura può essere datata alle fasi recente e finale dell’età del Bronzo, tra i secoli XIII e XI a.C.
Il monumento si trova sulla sommità di una collina, chiamata Mitza Santu Srabadori, a Sud della frazione di Figu, in comune di Gonnosnò. Il pozzo è conosciuto almeno dai primi del Novecento, ma è stato indagato archeologicamente solo di recente, negli anni 2001-2002 e nel 2007.
Gli scavi condotti finora hanno restituito le tracce di una frequentazione intensa, almeno dalla prima età del Ferro e fino al basso Medioevo: a partire dalla realizzazione del tempio a pozzo, è attestata una successiva frequentazione a scopi rituali in età punica, fino alla costruzione della chiesa di San Salvatore, oggi scomparsa insieme al cimitero circostante.
Il pozzo è costituito da un atrio rettangolare, lastricato, il quale introduce al vano scala attraverso un passaggio di forma trapezoidale fortemente rastremata; il vano scala, lungo circa 6 metri, conduce alla camera sotterranea, di forma subcircolare, coperta a tholos, dove è intercettata la falda acquifera. La struttura è realizzata in blocchi di marna locale, squadrati in forma regolare, lavorati a martellina e sovrapposti a filari sfalsati con inserimento di terra fra i piani di posa.
In base a confronti con edifici simili e alla presenza di alcuni reperti, la struttura può essere datata alle fasi recente e finale dell’età del Bronzo, tra i secoli XIII e XI a.C.
Il monumento si trova sulla sommità di una collina, chiamata Mitza Santu Srabadori, a Sud della frazione di Figu, in comune di Gonnosnò. Il pozzo è conosciuto almeno dai primi del Novecento, ma è stato indagato archeologicamente solo di recente, negli anni 2001-2002 e nel 2007.
Gli scavi condotti finora hanno restituito le tracce di una frequentazione intensa, almeno dalla prima età del Ferro e fino al basso Medioevo: a partire dalla realizzazione del tempio a pozzo, è attestata una successiva frequentazione a scopi rituali in età punica, fino alla costruzione della chiesa di San Salvatore, oggi scomparsa insieme al cimitero circostante.
Il pozzo è costituito da un atrio rettangolare, lastricato, il quale introduce al vano scala attraverso un passaggio di forma trapezoidale fortemente rastremata; il vano scala, lungo circa 6 metri, conduce alla camera sotterranea, di forma subcircolare, coperta a tholos, dove è intercettata la falda acquifera. La struttura è realizzata in blocchi di marna locale, squadrati in forma regolare, lavorati a martellina e sovrapposti a filari sfalsati con inserimento di terra fra i piani di posa.
In base a confronti con edifici simili e alla presenza di alcuni reperti, la struttura può essere datata alle fasi recente e finale dell’età del Bronzo, tra i secoli XIII e XI a.C.
























