Durante la costruzione venne trovata una vena d’acqua al di sotto che permette alla domus di essere sempre piena d’acqua, anche in periodi di siccità. Per questo motivo divenne un tempio dedicato alla fertilità, tant’è che venne scolpito nella roccia, attorno all’apertura della domus, l’organo riproduttivo femminile e, al di sopra di questo, l’organo riproduttivo maschile. Questi sono collegati da una canaletta incisa nella roccia, posta a asignificare la fecondazione.
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La domus di Taulera è ubicata nei pressi dell’ospedale civile di Alghero. In essa, nel 1941-42, alcuni militari accampati rinvennero un cranio caratterizzato da una doppia trapanazione. Risulta che l’individuo cui lo stesso cranio apparteneva sopravvisse alla prima trapanazione almeno per un anno, morendo probabilmente nel corso della seconda.
La domus di Taulera è ubicata nei pressi dell’ospedale civile di Alghero. In essa, nel 1941-42, alcuni militari accampati rinvennero un cranio caratterizzato da una doppia trapanazione. Risulta che l’individuo cui lo stesso cranio apparteneva sopravvisse alla prima trapanazione almeno per un anno, morendo probabilmente nel corso della seconda.
La domus di Taulera è ubicata nei pressi dell’ospedale civile di Alghero. In essa, nel 1941-42, alcuni militari accampati rinvennero un cranio caratterizzato da una doppia trapanazione. Risulta che l’individuo cui lo stesso cranio apparteneva sopravvisse alla prima trapanazione almeno per un anno, morendo probabilmente nel corso della seconda.
sulla stele sono state ricavate un’enorme quantità di coppelle. Di queste alcune sono simboliche perché poco incise, avendo probabilmente solo una funzione decorativa.
Nuraghe che presenta una iscrizione incisa su un concio che attesta la linea di confine del territorio della popolazione degli Iliensi con i Balari. L’iscrizione dice “ILI IVR IN NVRAC SESSAR M C”, ossia i diritti degli Ilienses del Nurac Sessar. L’importanza è anche quella di una delle testimonianze più antiche del nome dato alle torri sarde.
Nuraghe che presenta una iscrizione incisa su un concio che attesta la linea di confine del territorio della popolazione degli Iliensi con i Balari. L’iscrizione dice “ILI IVR IN NVRAC SESSAR M C”, ossia i diritti degli Ilienses del Nurac Sessar. L’importanza è anche quella di una delle testimonianze più antiche del nome dato alle torri sarde.
Scavata in un anfiteatro di roccia trachitica sul fianco meridionale del ‘silenzioso’ colle di sa Pranedda, è composta da oltre 40 tombe di varie dimensioni e planimetrie, allineate lungo la parete rocciosa in maniera simmetrica, secondo un disegno che pare preordinato. La necropoli di Montessu è una delle più significative e affascinanti testimonianze prenuragiche dell’Isola, in uso per un millennio e mezzo, dal Neolitico finale (3200-2800 a.C.) al Bronzo antico (1800-1600 a.C.), come attestano i reperti ceramici ritrovati e custoditi nei musei archeologici di Cagliari e Santadi. Il sepolcreto preistorico domina con la sua mole la piana del rio Palmas, che lambisce l’abitato di Villaperuccio, nel basso Sulcis.
Prov: Carbonia-Iglesias
Autore: Nicola Castangia
Codice Geo: NUR7009
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La collina di Pani Loriga, nota per gli aspetti archeologici e per il contesto ambientale straordinariamente conservato, è salita all’attenzione pubblica per la recente apertura stabile ai visitatori. Il complesso archeologico, oggetto di indagini da parte dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico(ISMA) del CNR, fornisce un fondamentale contributo alla ricostruzione dell’insediamento umano antico nel Sulcis.
Prov: Carbonia-Iglesias
Autore: Nicola Castangia
Codice Geo: NUR7010
> Scheda Geoportale
Privo di strutture a vista e del vestibolo. è costituito dalla continuità lineare di scala (28-29 gradini) e di vano d’acqua che formano insieme un vuoto rettangolare lungo m 8,12 e largo 1,25-1,10. Anche la sezione “a bottiglia” del pozzo, ellittico in pianta (m 1,82 x 1,25 altezza m 5,12), lo diversifica dagli templi a pozzo della Sardegna. L’opera muraria interna è di tipo poliedrico.
La Necropoli di Tracucu è un bellissimo e vasto sito archeologico situato a circa tre chilometri da Lotzorai, lungo la strada per Talana. Si tratta di tredici domus de janas, indicate da cartelli in legno, che si possono ammirare seguendo un sentiero guidato fra le rocce granitiche e la folta vegetazione.
Il contesto è particolare perché la pietra scavata confronta “isolata”, circondata da lecci che la creazione mimetica, l’ingresso è rivolto verso sud-ovest, la stanza è circolare e nelle pareti presenta delle nicchie squadrate, il terreno circostante è in pendenza, a pochi metri di distanza in direzione ovest è presente un bel ciglio roccioso.