All’interno dell’area archeologica romana sono state rinvenute le prime stratificazioni nuragiche, tra cui un pozzo sacro.
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All’interno dell’area archeologica romana sono state rinvenute le prime stratificazioni nuragiche, tra cui un pozzo sacro.
All’interno dell’area archeologica romana sono state rinvenute le prime stratificazioni nuragiche, tra cui un pozzo sacro.
Un nuraghe, un menhir, una muraglia e infine una domus de janas a prospetto.
Ivano Sotgiu, innamorato del proprio paese, in giro per asparagi, segnala questo sito nel quale, nel breve volgere di un paio di centinaio di metri, esistono monumenti risalenti alla cultura Abealzu, 2700 e il 2400 a.C., forse precedente con il menhir, del primo Bronzo con la muraglia nuragica, Bronzo e sino all’epoca Romana, segnata dalle probabili tombe.
Ruderi relativi al tamburo di base di un classico nuraghe monotorre in opera poligonale, dell’altezza max. residua di circa m. 4, con camera interna voltata a “tholos”, munita di una piccola nicchia sussidiaria, e con scala d’andito –purtroppo completamente distrutta- difesa da una contrapposta garitta di guardia. La costruzione, già smantellata in epoca romana, è stata riutilizzata ricorrendo anche a cinque tronconi di statue-menhir figurate, preesistenti in zona.
Ruderi relativi al tamburo di base di un classico nuraghe monotorre in opera poligonale, dell’altezza max. residua di circa m. 4, con camera interna voltata a “tholos”, munita di una piccola nicchia sussidiaria, e con scala d’andito –purtroppo completamente distrutta- difesa da una contrapposta garitta di guardia. La costruzione, già smantellata in epoca romana, è stata riutilizzata ricorrendo anche a cinque tronconi di statue-menhir figurate, preesistenti in zona.
Ruderi relativi al tamburo di base di un classico nuraghe monotorre in opera poligonale, dell’altezza max. residua di circa m. 4, con camera interna voltata a “tholos”, munita di una piccola nicchia sussidiaria, e con scala d’andito –purtroppo completamente distrutta- difesa da una contrapposta garitta di guardia. La costruzione, già smantellata in epoca romana, è stata riutilizzata ricorrendo anche a cinque tronconi di statue-menhir figurate, preesistenti in zona.
Ruderi relativi al tamburo di base di un classico nuraghe monotorre in opera poligonale, dell’altezza max. residua di circa m. 4, con camera interna voltata a “tholos”, munita di una piccola nicchia sussidiaria, e con scala d’andito –purtroppo completamente distrutta- difesa da una contrapposta garitta di guardia. La costruzione, già smantellata in epoca romana, è stata riutilizzata ricorrendo anche a cinque tronconi di statue-menhir figurate, preesistenti in zona.
A rendere ancora più interessante e caratteristica l’area del Nuraghe Su Angiu sono i vicini villaggi d’epoca punica e romana di cui sono visibili ancora oggi i resti.
A rendere ancora più interessante e caratteristica l’area del Nuraghe Su Angiu sono i vicini villaggi d’epoca punica e romana di cui sono visibili ancora oggi i resti.
A rendere ancora più interessante e caratteristica l’area del Nuraghe Su Angiu sono i vicini villaggi d’epoca punica e romana di cui sono visibili ancora oggi i resti.
Il nuraghe è posto a circa 400 metri a NO del Nuraghe Biriola, mentre a 350 metri ad Est si trova un area cimiteriale di età romana, attestata da una decina di urne cinerarie di forme diverse scavate nella roccia affiorante. È un monotorre con nicchia, scala d’andito e camera centrale marginata da due nicchie. La torre, a pianta circolare, è svettata da una altezza massima di m 5,80 con 11 filari, mentre un vasto crollo ha interessato il muro perimetrale che guarda a NNO. L’opera muraria è costituita da blocchi di basalto, di medie e grandi dimensioni, sbozzati con una certa cura e disposti a file orizzontali regolari. L’ingresso volto a SE, presenta luce quadrangolare delimitata in alto da un massiccio e ben rifinito architrave munito di finestrino di scarico. Il corridoio, lungo m 4,50 ha pianta rettangolare. Nella parete destra dell’andito si apre una nicchia di forma poligonale. Coassiale alla nicchia, nella parete sinistra si apre, una porta ogivale che introduce nella scala, ora ostruita dal crollo e non più agibile. La camera a pianta circolare e sezione ogivale si conserva in elevato per m 4,65 con 14 filari. Nella camera si aprono due nicchie contrapposte, una a destra, verso NE, e l’altra sulla sinistra, a SO.
Fonte. ” RicercheArcheologiche nel Marghine-Planargia” di Alberto Moravetti.