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RASOIO LUNATO CON DECORAZIONE A CERCHIELLI

119) RASOIO LUNATO CON DECORAZIONE A CERCHIELLI
Nome: rasoio lunato di bronzo con decorazione a cerchielli
Dimensioni: lunghezza 9,8 cm – lunghezza della lama 5,3 cm – larghezza massima 4 cm
Aspetto: rasoio con lama robusta lunata con margine più lungo convesso e margine opposto concavo.
Il manico cilindrico è sagomato “a tortiglione” e si salda con la lama con un rigonfiamento triangolare (ciò fa pensare che i due pezzi fossero stati fusi separatamente e poi uniti successivamente). L’asta del manico termina con un anello sormontato da un’appendice con due riccioli spiraliformi (uno dei quali è mancante).
Una delle facce della lama è decorata con una serie di CERCHIETTI CONCENTRICIquattordici per l’esattezza – impressi a caldo, per Lilliu tali cerchi sono apparentemente situati in modo casuale in file irregolari e diseguali.
Luogo di ritrovamento: Cuglieri o Laerru (NU), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: mancante metà del rasoio, i margini mostrano segni di ripetute affilature, rotto il ricciolo della spirale destra
CURIOSITÁ:
questo esemplare é unico in Sardegna – dice Lilliu – e ciò fa supporre che sia stato importato dall’Etruria dove tali oggetti erano molto comuni e diffusi nel periodo geometrico pre-orientalizzante (circa VIII sec. a.C.).
Per la forma si vedano i seguenti esemplari rivenuti a: Vetulonia, Marsiliana d’Albegna, Falerii Veteres, Corchiano, Narce, Satricum, Capena.
La decorazione a CERCHIELLI si ripresenta inoltre in alcuni rasoi ritrovati in Romagna.
Il ritrovamento in Sardegna è quindi molto interessante per Lilliu perchè:
– prova un commercio vivo e attivo tra l’Isola e l’opposto sponda del mar Tirreno e soprattutto con i mercati della zona mineraria di Piombino
il pezzo è realizzato assolutamente nel gusto della civilità geometrica sarda; un ramaio locale avrebbe potuto riprodurlo ispirandosi a un modello d’importazione, come oggetto alla moda

Comune:
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
Askos nuragico

Espatrio – Askos nuragico provenienza nuraghe Nurdole di Orani

Un bellissimo askos di bronzo con protome bovina a doppio versatoio facente parte della collezione Ortiz in Svizzera.
E’ uno dei tanti reperti recuperati clandestinamente a Nurdole e venduti sul mercato internazionale
(Da “Il Sacro Monte di Nurdole” M.A.Fadda)

Comune: ORANI
Prov:
Autore:
Codice Geo: NUR5671
> Scheda Geoportale
OFFERENTE CON VASO

121) OFFERENTE CON VASO
Nome: l’offerta del vaso
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 13,3 cm
Aspetto e vestiario: l’offerente é raffigurato con la mano destra alzata in atto di preghiera, come per porgere il saluto devozionale alla divinità: il pollice è divaricato e le altre dita sono unite e ben rese dalle incisioni presenti sia sul palmo che sul dorso. Con la mano sinistra l’uomo impugna una corda da cui pende un vaso, forse nella realtà di bronzo o terracotta, contenente un liquido d’offerta. Il recipiente è ovale, col fondo stretto e piatto; oltre ai due manici presenta una sporgenza “a tubercolo” che poteva essere un beccuccio a colatoio per versare il liquido oppure una borchia ornamentale molto pronunciata.
Il vaso e la corda sono raffigurati in posizione obliqua, come per rendere il movimento di oscillazione oppure il vaso era – dice Lilliu – “allontanato dal corpo, quasi per suggerire il distacco dall’oggetto che è ormai possesso della divinità”.
L’uomo indossa una tunica aderente, senza maniche e con una piccola scollatura triangolare; dietro, l’orlo inferiore della tunica è prolungato a coda, davanti la veste è rialzata ad angolo, sopra le ginocchia nude. Anche le magre gambe sono nude e i piedi scalzi.
La tunica é chiusa sulla spalla sinistra con un legaccio a fiocco che annoda i due lembi; gli stessi lembi più in basso sull’anca sinistra sono fermati da un bottone prominente. Infine un semplice cordone, chiuso a nodo sul davanti, cinge la vita del devoto.
Sul petto ha il pugnaletto ad elsa gammata riposto in un fodero di cuoio lavorato (lo si deduce dalle scalanature all’orlo) e pendente da una bandoliera di pelle.
L’offerente non é un guerriero, quindi il pugnaletto per Lilliu assume il significato di arma da difesa, forse con valore talismanico.
Il viso è oblungo e pieno, il collo tozzo, gli occhi a mandorla, sopracciglia e naso arcuato sono resi col noto stilismo a T, le orecchie sono a dischetto incavato nel mezzo, bocca stretta e carnosa.
Sul capo sembra indossare un elemento che cinge la nuca e si annoda sopra la fronte (n.d.r.).
Luogo di ritrovamento: Serri, loc. Santa Vittoria, dall’atrio del pozzo sacro – (Il Santuario di Santa Vittoria di Serri Coop Acropoli Nuragica)
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotta la gamba destra sopra al ginocchio
Curiositá:
Per Lilliu il devoto è un pastore o un contadino che “offre olio o latte o forse acqua lustrale del pozzo che ha attinto col vaso durante la cerimonia rituale, alla presenza del sacerdote officiante”.
Proponiamo infine alcune interpretazioni alternative di semplici appassionati circa il MISTERIOSO CONTENUTO del vaso ?
il contenitore contiene vino da offrire alla divinità
– la posizione obliqua del contenitore farebbe supporre “l’idea del movimento anteroposteriore che si imprime al latte quando si fa il burro in mancanza di tecnologia più avanzata”
Fotografia di RS Roberto dalla pagina Fb “Viaggio nelle antichità della Sardegna”
Immagini e descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: Foto di RS Roberto
OFFERENTE DI GENONI

104) OFFERENTE DI GENONI
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10,8 cm
Aspetto e vestiario: il personaggio é raffigurato in piedi, frontalmente; con la mano sinistra (mancante) probabilmente porgeva l’offerta alla divinità. La mano destra é invece sollevata e protesa in avanti forse nell’atto di porgere il saluto devozionale: sembra fasciata e comunque é sproporzionata rispetto al corpo, appare molto più grande. Il braccio destro ha forma allungata e presenta una curvatura innaturale, forse per rappresentare l’arto malato per cui l’offerente chiedeva una guarigione.
L’offerente indossa solo un gonnellino e un copricapo a calotta; il petto e le gambe sono nude. I piedi scalzi poggiano su una piastra. Il naso é pronunciato.
Probabilmente trattasi di un uomo, anche se sul petto sono visibili le bozze mammillari, presenti anche in altri bronzetti maschili raffiguranti uomini del popolo (non guerrieri).
Luogo di ritrovamento: Genoni, dal pozzo di Sant’Antine (scavo dell’archeologo Francesco Guido e Alessandra Saba)
Residenza attuale: —
Segni particolari: mano sinistra mancante, alcune dita della mano sinistra spezzate
Curiositá: quante dita vedete nella mano destra? ? (forse c’é una fasciatura e la mano é steccata?)
Fotografia dal web
Disegno di Antonello Farina

Comune:
Prov:
Autore:
OFFERENTE DI GENONI

104) OFFERENTE DI GENONI
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10,8 cm
Aspetto e vestiario: il personaggio é raffigurato in piedi, frontalmente; con la mano sinistra (mancante) probabilmente porgeva l’offerta alla divinità. La mano destra é invece sollevata e protesa in avanti forse nell’atto di porgere il saluto devozionale: sembra fasciata e comunque é sproporzionata rispetto al corpo, appare molto più grande. Il braccio destro ha forma allungata e presenta una curvatura innaturale, forse per rappresentare l’arto malato per cui l’offerente chiedeva una guarigione.
L’offerente indossa solo un gonnellino e un copricapo a calotta; il petto e le gambe sono nude. I piedi scalzi poggiano su una piastra. Il naso é pronunciato.
Probabilmente trattasi di un uomo, anche se sul petto sono visibili le bozze mammillari, presenti anche in altri bronzetti maschili raffiguranti uomini del popolo (non guerrieri).
Luogo di ritrovamento: Genoni, dal pozzo di Sant’Antine (scavo dell’archeologo Francesco Guido e Alessandra Saba)
Residenza attuale: —
Segni particolari: mano sinistra mancante, alcune dita della mano sinistra spezzate
Curiositá: quante dita vedete nella mano destra? ? (forse c’é una fasciatura e la mano é steccata?)
Fotografia dal web
Disegno di Antonello Farina104) OFFERENTE DI GENONI
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10,8 cm
Aspetto e vestiario: il personaggio é raffigurato in piedi, frontalmente; con la mano sinistra (mancante) probabilmente porgeva l’offerta alla divinità. La mano destra é invece sollevata e protesa in avanti forse nell’atto di porgere il saluto devozionale: sembra fasciata e comunque é sproporzionata rispetto al corpo, appare molto più grande. Il braccio destro ha forma allungata e presenta una curvatura innaturale, forse per rappresentare l’arto malato per cui l’offerente chiedeva una guarigione.
L’offerente indossa solo un gonnellino e un copricapo a calotta; il petto e le gambe sono nude. I piedi scalzi poggiano su una piastra. Il naso é pronunciato.
Probabilmente trattasi di un uomo, anche se sul petto sono visibili le bozze mammillari, presenti anche in altri bronzetti maschili raffiguranti uomini del popolo (non guerrieri).
Luogo di ritrovamento: Genoni, dal pozzo di Sant’Antine (scavo dell’archeologo Francesco Guido e Alessandra Saba)
Residenza attuale: —
Segni particolari: mano sinistra mancante, alcune dita della mano sinistra spezzate
Curiositá: quante dita vedete nella mano destra? ? (forse c’é una fasciatura e la mano é steccata?)
Fotografia dal web
Disegno di Antonello Farina

Comune:
Prov:
Autore:
BUE

47) BUE
Nome: bue
Categoria: animale
Etá: 2800 annipiù o meno (così dicono)
Dimensione: lunghezza 8,2 cm
Descrizione: il collo allungato e il corpo costituiscono un unico volume cilindrico, il muso è lungo, cadente e lievemente ricurvo, visibile alla base la tavoletta di supporto. Parte posteriore del corpo grossolana e sproporzionata. Visibili le corna sporgenti su una linea orizzontale e gli occhi.
Curiosità: il bue sembra rappresentato nell’atto di mangiare. Si nota qualche vaga somiglianza con il bronzetto di ” bue stante” trovato a Nulvi e descritto da Lilliu a pg.408 nel libro “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO; in quel bronzetto (così come in questo) le grezze fattezze sembrano ricordare queicordoncini di fango modellati dai bambini nel fare i loro rudimentali pupazzetti”…..come i modellini rudimentali di epoca minoica esposti al Museo Archeologico di Heraklion – Creta (in fotografia).
Luogo di nascita: Sardegna (così dicono)
Ultima residenza: segreta
Destinazione: vergognosamente svenduto all’asta nonostante sia PATRIMONIO DI TUTTI!!!

Comune:
Prov:
Autore:
MADRE E FIGLIO SU SGABELLO

122) MADRE E FIGLIO SU SGABELLO
Nome: madre e figlio su sgabello o altrimenti nota come ” la grazia
Professione: madre e figlio
Dimensioni: altezza 10 cm
Aspetto e vestiario: la madre siede, con il figlio sulle ginocchia, su uno sgabello basso e rotondo con cinque appoggi uniti, all’interno, da una traversa a largo anello. É evidentemente uno sgabello di legno semplice e dimesso.
La donna è in atto di adorazione e rende, o chiede, grazie per il figlio ammalato.
Con la mano destra, con pollice divaricato e le altre dita unite ma articolate alle estremità, porge il saluto devozionale. Con il braccio sinistro sostiene e abbraccia sotto l’ascella il corpo del giovinetto e poggia la mano sinistra – grande e tozza con dita ben incise – sulla gamba del fanciullo.
Il figlio siede in braccio alla madre con le gambe cadenti a penzoloni e col capo reclinato sul braccio della madre. Tiene la mano destra alzata e chiusa a pugno, quasi ad implorare l’aiuto della madre affettuosa o forse per rappresentare lo spasmo di un dolore, un attacco improvviso (forse epilessia, si chiede Lilliu?).
La madre indossa una stretta tunica che termina sotto i ginocchi e fino alle caviglie con una balza liscia. Sopra la tunica indossa sulle spalle un manto con l’orlo in rilievo ma senza decorazioni. Sotto la nuca però si nota una ” guarnizione a borsa” che potrebbe essere un cappuccio stilizzato. Il mantello lascia scoperti il braccio destro è il petto della madre e avvolge entrambi chiudendosi come una calda coperta di protezione sull’ammalato.
La donna mostra una semplice e modesta pettinatura con capelli divisi da scriminatura centrale che scendono sullo orecchie con filamenti lisci e spettinati. Il viso, vivo e sofferente, ha forma stirata e ovale con mento acuto, occhi vibranti a globuletto sporgente, naso grosso e bocca con labbra carnose, semiaperte come in atto di invocare una preghiera.
Il viso del figlio, dal profilo camuso, richiama i tratti della madre e appare tormentato, con tratti fisionomici esasperati.
Il corpo del fanciullo maschio è nudo “per ragioni di culto e – crediamo anche – per il principio magico che la forza guaritrice della divinità si sarebbe esercitata più prontamente ed efficacemente a diretto contatto d’un corpo in perfetta nuditàdice Lilliu.
Luogo di ritrovamento: Serri, località Santa Vittoria, ritrovata dentro una massa di ceneri e carbone presso la torre a feritoie
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari

Comune:
Prov:
Autore:
MADRE E FIGLIO SU SGABELLO

122) MADRE E FIGLIO SU SGABELLO
Nome: madre e figlio su sgabello o altrimenti nota come ” la grazia
Professione: madre e figlio
Dimensioni: altezza 10 cm
Aspetto e vestiario: la madre siede, con il figlio sulle ginocchia, su uno sgabello basso e rotondo con cinque appoggi uniti, all’interno, da una traversa a largo anello. É evidentemente uno sgabello di legno semplice e dimesso.
La donna è in atto di adorazione e rende, o chiede, grazie per il figlio ammalato.
Con la mano destra, con pollice divaricato e le altre dita unite ma articolate alle estremità, porge il saluto devozionale. Con il braccio sinistro sostiene e abbraccia sotto l’ascella il corpo del giovinetto e poggia la mano sinistra – grande e tozza con dita ben incise – sulla gamba del fanciullo.
Il figlio siede in braccio alla madre con le gambe cadenti a penzoloni e col capo reclinato sul braccio della madre. Tiene la mano destra alzata e chiusa a pugno, quasi ad implorare l’aiuto della madre affettuosa o forse per rappresentare lo spasmo di un dolore, un attacco improvviso (forse epilessia, si chiede Lilliu?).
La madre indossa una stretta tunica che termina sotto i ginocchi e fino alle caviglie con una balza liscia. Sopra la tunica indossa sulle spalle un manto con l’orlo in rilievo ma senza decorazioni. Sotto la nuca però si nota una ” guarnizione a borsa” che potrebbe essere un cappuccio stilizzato. Il mantello lascia scoperti il braccio destro è il petto della madre e avvolge entrambi chiudendosi come una calda coperta di protezione sull’ammalato.
La donna mostra una semplice e modesta pettinatura con capelli divisi da scriminatura centrale che scendono sullo orecchie con filamenti lisci e spettinati. Il viso, vivo e sofferente, ha forma stirata e ovale con mento acuto, occhi vibranti a globuletto sporgente, naso grosso e bocca con labbra carnose, semiaperte come in atto di invocare una preghiera.
Il viso del figlio, dal profilo camuso, richiama i tratti della madre e appare tormentato, con tratti fisionomici esasperati.
Il corpo del fanciullo maschio è nudo “per ragioni di culto e – crediamo anche – per il principio magico che la forza guaritrice della divinità si sarebbe esercitata più prontamente ed efficacemente a diretto contatto d’un corpo in perfetta nuditàdice Lilliu.
Luogo di ritrovamento: Serri, località Santa Vittoria, ritrovata dentro una massa di ceneri e carbone presso la torre a feritoie
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari

Comune:
Prov:
Autore:
INSEGNA COMPOSTA DA SPADA CENTRALE VOTIVA SORMONTATA DA PLACCA, PROTOMI DI CERVO E PUGNALE E DUE SPADE LATERALI

80) INSEGNA COMPOSTA DA SPADA CENTRALE VOTIVA SORMONTATA DA PLACCA, PROTOMI DI CERVO E PUGNALE E DUE SPADE LATERALI
Nome: insegna oplolatrica (ovvero di venerazione delle armi)
Dimensioni: altezza del supporto della spada centrale 9 cm – altezza della spada centrale 129 cm – altezza della placca dalla punta del pugnale alla base dei pendagli 20 cm – altezza spade laterali 127 cm
Aspetto: la composizione risulta formata da tre elementi aperti a ventaglio, disposti in simmetria: due spade laterali oblique e una spada centrale dritta che risulta il fulcro dello schema, sia per la postura centrale sia perché sormontata da una lastra bicervide terminante in alto con un pugnaletto.
La grande lastra della spada centrale é l’elemento più vistoso e interessante: ha forma quadrangolare, allargata in alto in una linea sinuosa con schema delle protomi cervine.
Nel mezzo sono ritagliate due piccole aperture rettangolari, fornite di chiusini a maniglia verticale (un elemento di chiusura è andato perduto in una “recente mostra” – dice Lilliu ?).
I chiusini si aprivano e si chiudevano, alternativamente, uno da una faccia e l’altro dalla faccia opposta….un simbolismo ideologico che oggi ci sfugge, ammette Lilliu.
Sotto le minuscole aperture ci sono tre occhielli per parte, da cui scendono altrettanti pendagli con forma di accettine o linguette, già viste nella cultura di Halstatt, quindi forse trattasi non solo di linguette ornamentali.
La lastra si confonde alla sommità con lo schema cervino, a doppia protome contrapposta. Le corte corna delle protomi convergono all’indietro, i colli sono corti e lisci, teste gracili e appuntite, occhi a globetto.
Sulla sommità della spada centrale vi è un pugnale a lunga e larga foglia, infisso in una ghiera.
Luogo di ritrovamento: Padria (SS), località sos Cunzados o Funtana Coberta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari

Comune:
Prov:
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GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO

46) GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO
Nome: guerriero orante con spada e scudo
Professione: guerriero
Altezza: 39 cm
Vestiario e aspetto: molto simile al guerriero con spada e scudo di UTA, appartiene alla stessa mano artigianale, sicuramente alla stessa bottega.
Il guerriero indossa un elmo con due corti creste e corna; sul collo ha una goliera formata da due anelli sovrapposti e sotto questa una legatura triangolare con due strisce di cuoio riunite ad angolo con una borchia che scende sullo sterno. Gli indumenti sono costituiti da una tunica corta e attillata sino alle cosce e una seconda tunica sovrapposta alla prima e più corta, guarnita all’orlo da due frangette striate; una corta corazza con striature che giunge all’altezza del braccio, spallacci mobili e pieghevoli per facilitare la vestizione e i movimenti delle braccia. La protezione é completata con delle ginocchiere o gambali, i piedi sono nudi.
Con la mano sinistra regge lo scudo tondo con umbone centrale con punta aguzza che, dalla parte interna, mostra tre spadini con elsa a pomo bilobato con le punte sporgenti dall’orlo inferiore. In questo bronzetto non è visibile il guanto alla mano destra presente in altri esemplari, al polso destro però figura chiaramente un bracciale.
Sul dorso del bronzetto sono presenti due anelli orizzontali e paralleli: in questi anelli all’origine era infilata verticalmente un’arma, che possiamo supporre fosse una lunga asta con penna direzionale, presente in altri bronzetti ritrovati a Teti e a Sant’Anna Arresi.
Luogo di ritrovamento: Sulcis (CA), loc. sconosciuta
Residenza attuale: Museo Preistorico-EtnograficoLuigi Pigorinidi Roma
Segni particolari: nella mano destra la spada é spezzata, ridotta soltanto all’elsa.
Curiositá: É tra i bronzetti di più antico rinvenimento in Sardegna in quanto giunse alle collezioni del Museo del Collegio di S. Ignazio ( oggi Kirkeriano) per dono del Cardinale Alessandro Albani poco prima del 1763, data in cui Winckelmann lo citò nella prima edizione del suo libroStoria dell’Arte”
fotografia dal web
disegno di un guerriero di G. Exana (nel nostro bronzetto manca il pugnale ad elsa gammata indossato solitamente sul petto)
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
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GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)

134) GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)
Nome: guerriero con lancia e ariete (o muflone)
Professione: guerriero
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario:
Guerriero con elmo cornuto a calotta, scudo sulle spalle, nella mano sinistra impugna una lancia e una corda con cui trattiene un animale, probabilmente un ariete o un muflone. Con la mano destra porge il saluto devozionale.
L’uomo sembra indossare una tripla tunica e un corto gonnellino (oppure una lunga tunica con tre balse e parte inferiore frangiata) e degli schinieri.
Luogo di ritrovamento: santuario nuragico di Serra Niedda – Sorso
Residenza attuale: da verificare
Curiosità:
Riportiamo l’interessante ipotesi di alcuni appassionati che vedono raffigurata in questo bronzetto una vera e propria tecnica di guerra: il guerriero nuragico sarebbe infatti equipaggiato con ariete o montone al guinzaglio per un motivo ben preciso. ?
“Lo storico Claudio Eliana confermò che gli elefanti si spaventano a morte quando sentono il verso del maiale ma anche dei montoni
http://www.vanillamagazine.it/i-maiali-infuocati-da-guerra…/
Immagine a colori dal web; immagini in bianco e nero di S. Flore tratta dal Bullettino Archeologico
Informazioni e curiosità di G. Exana, prese da pagina fb “Testimonianze e creatività della Sardegna”

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Prov:
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OFFERENTE CON FOCACCE

102) OFFERENTE CON FOCACCE
Nome: offerente con focacce
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 13,4 cm
Aspetto e vestiario: l’offerente è un uomo comune che guarda la divinità e porge il saluto devozionale con la mano destra, sommariamente lavorata; con la mano sinistra regge il bordo di un vassoio contenente focacce e appoggiato sulla spalla sinistra. Il vassoio è rettangolare, forse di legno di castagno e non in metallo o terracotta; ha il bordo in rilievo su tutto il perimetro, è cavo e contiene quattro focacce disposte in modo disordinato, due delle quali sono sovrapposte come se si fossero mosse durante l’offerta per l’inclinazione del vassoio.
L’uomo indossa:
copricapo a calotta con un lembo alzato nel mezzo, da cui spuntano i capelli, resi con striature verticali
tunica semplice decorata con balza visibile sul fianco sinistro all’altezza della coscia
– manto striato da incisioni verticali parallele, sottili e fitte che si incrociano stilizzando la trama del tessuto. Il mantello è ripiegato e gettato sulla spalla sinistra, come già visto in altri bronzetti; evidentemente era un indumento comune a persone di varie categorie e di diversa estrazione sociale
bandoliera a tracolla e pugnaletto ad elsa gammata (in parte nascosto dal mantello)
Il viso, poco leggibile, presenta lineamenti attenuati, occhi a mandorla (molto erosi), bocca fusa col mento, collo tozzo e svasato. Appare comunque evidente lo schema a T di naso e sopracciglia.
Luogo di ritrovamento: Ogliastra, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: piedi mancanti, viso molto degradato, il resto del corpo è integro
Curiositá: Le focacce sono rotonde con un buco nel mezzo, con forma di ciambella: probabilmente erano fatte in farina di grano o d’orzo, cereali in uso all’epoca.
Fotografia del bronzetto di P. Montalbano
Immagini tratte da G. Lilliu, ” Sculture della Sardegna Nuragica”, 1966, ed. ILISSO

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