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PUGNALETTO COL MANICO ORNATO E LAMA OVALE

71) PUGNALETTO COL MANICO ORNATO E LAMA OVALE
Nome: pugnaletto col manico ornato e lama ovale
categoria: arma
Dimensioni: lunghezza 19,5 cm.
Aspetto: La lama ha forma ovale. Il profilo del manico presenta due strozzature divise da un ingrossamento mediano; all’interno é traforato con tre riquadri vuoti, oblunghi e dal margine irregolare. La testa del manico ha la forma di un segmento di cerchio (a manubrio) ed è sormontato da un’appendice ad anellino che, per Lilliu, funge da appiccagnolo.
Tutta la superficie del contorno dell’elsa e le due barrette trasversali sono ornate da un tratteggio obliquo; nella parte dove l’elsa si salda con la lama ci sono due alette brevi e ricurve, decorate con motivo a spina di pesce eseguito con fini incisioni in continuità col resto del disegno.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), localitá Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Teti
Segni particolari: la piccola arma ha il pregio di essere conservata integra in tutte le sue parti, anche nella lama ovale.
Curiositá: Lilliu indica che sui fianchi e nel mezzo dell’elsa si osservano listellini sottili in rilievo che limitano 11 zone orizzontali e parallele riempite da linee incise oblique alternativamente verso destra e verso sinistra, le quali, componendosi, generano nuovamente un motivo a spina di pesce.
Tale motivo a spina di pesce si ritrova anche in altri manufatti di epoca nuragica ( pugnali, navicelle, etc.)… avrá avuto un significato particolare, simbolico oltre che decorativo? Attendiamo il parere degli esperti ?
Fotografia del bronzetto di M. Pasqua Meloni dal gruppo “Testimonianze e creatività sulla Sardegna antica
Fotografia di navicella presa dal web (segnalata da G. Exana)
Descrizione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: TETI
Prov:
Autore:
ORANTE IN ATTO DI INCEDERE CON FOCACCIA (O CIOTOLA)

72) ORANTE IN ATTO DI INCEDERE CON FOCACCIA (O CIOTOLA)
Nome: orante in atto di incedere per fare l’offerta di una focaccia (o di una ciotola)
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10,4 cm
Aspetto e vestiario: il bronzetto rappresenta un offerente che – camminando – porge con la mano destra il saluto devozionale e con la mano sinistra regge una focaccia o forse una ciotola votiva.
L’uomo indossa un gonnellino liscio e molto corto; il resto del corpo è nudo. Il busto, che si stringe alla vita, è proporzionato con le gambe e ciò costituisce un’eccezione perchè di solito le gambe sono più corte rispetto al lungo tronco. L’insieme appare sciolto e spedito nella forma e nel profilo, soprattutto apprezzabile la raffigurazione del movimento delle braccia e delle gambe.
Sul capo più che una berretta a calotta sembra indossaredice Lilliu – una specie di parrucca con corta frangia sulla fronte che vorrebbe stilizzare la massa dei capelli. La corrosione non impedisce di vedere, nel profilo molto aguzzo del mento, la rappresentazione schematica di una corta barba a punta. Gli occhi sono a piccolo incavo, il naso piccolo e abbozzato, le orecchie non si scorgono perché forse nascoste sotto la calotta di capelli.
Il bronzetto è raffigurato in movimento: il piede sinistro è portato avanti rispetto a quello destro e le gambe, appoggiate a terra, sono leggermente flesse al ginocchio, come per indicare l’attimo tra l’incedere e il fermarsi.
Luogo di ritrovamento: Olmedo (SS), località Camposanto, rinvenuto nel deposito di un pozzo sacro insieme ad altri bronzetti
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: ciò che fa di questo bronzetto un UNICUM nella produzione protosarda sono i seguenti dettagli:
– lo schema delle gambe. Il personaggio infatti non è fermo, come negli altri bronzetti di offerenti, ma è rappresentato nell’atto di camminare avvicinandosi alla divinità per porgere l’offerta e la propria preghiera.
– la presenza di barba a pizzetto, dettaglio raro e eccezionale nelle statuine nuragiche che suggerisce accostamenti con bronzetti siriaci
– la calotta di capelli, che potrebbe essere la schematica imitazione di una pettinatura a parrucca presente, ad esempio, in bronzetti dell’Asia Minore e di Cipro.
Curiosità: per Lilliu due sono le ipotesi interpretative di questo bronzetto, che ha una postura rara e inedita e presenta una non comune scioltezza e sicurezza nel modellato:
1) il bronzetto di Olmedo imita un modello iconografico di cultura esterna (fenicia), imitazione favorita dagli scambi con questa civiltà. Lo schema del bronzetto infatti sembra derivare da una tradizione orientale visibile in molti bronzetti fenici quali la statuina a polos a Berlino o nel Baal benedicente del nuraghe Fluminilongu nella Nurra- Sardegna
2) forse non del tutto convinto dalla prima ipotesi….Lilliu suggerisce una seconda strada: il bronzetto di Olmedo potrebbe rappresentare uno straniero (un fenicio?) che si è fatto effigiare dal ramaio nuragico secondo uno schema iconografico della propria cultura religiosa ed estetica
Fotografia di B. Auguadro
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: OLMEDO
Prov:
Autore:
ARCIERE SAETTANTE IN PIEDI SUL DORSO DEL CAVALLO

73) ARCIERE SAETTANTE IN PIEDI SUL DORSO DEL CAVALLO
Nome: arciere saettante in piedi sul dorso del cavallo
Professione: guerriero cavallerizzo
Dimensioni: altezza 7,2 cm – lunghezza 5,6 cm
Aspetto e vestiario: su un piccolo e rozzo schema di cavallo sorge, dritta nel mezzo del dorso dell’animale, una figura maschile in atto di scoccare la freccia dell’arco impugnato con entrambe le mani.
L’animale è certamente un cavallo per l’aspetto generale e per alcuni segni particolari: la coda grossa e pendente dietro le zampe, la testa con il muso arcuato; il corpo a struttura cilindrica è allungato con zampe ben poggiate a terra. Il cavallo ha la bocca semiaperta perchè vi sta il freno attaccato alle briglie che, curiosamente, anzichè essere tenute in mano dal cavaliere per reggere e guidare il cavallo, sono invece legate al corpo dell’uomo passandogli alle spalle da sotto il collo. Questo era l’unico modo per tenere in equilibrio l’arciere in piedi sul cavallo, dato che il guerriero ha entrambe le mani impegnate con l’arco. Indossa un gonnellino che copre i fianchi lasciando nudo il,resto del corpo; il corpo è modellato in modo rozzo, sommario, le gambe sono fuse col dorso dell’animale e distinte da una solcatura.La testa è un piccolo blocco stretto e allungato, le orecchie a sventola, gli occhi “a pastiglia” e il naso a pilastrino. Sul capo indossa un elmo a calotta semplice.
Luogo di ritrovamento: Sulcis (CA), località Salìu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: è un UNICUM non soltanto tra i bronzetti sardi ma anche in tutta la piccola plastica in bronzo mediterranea. Raffigura un arciere a cavallo che colpisce un bersaglio in corsa, in piedi sul destriero in posizione acrobatica. Rotto l’arco e la redine di sinistra.
Curiosità: il personaggio é rappresentato in posizione acrobatica, sicuramente inconsueta come pratica di equitazione. Per Lilliu il bronzetto rappresenta un cavallerizzo equilibrista che si esibisce al tiro al bersaglio con l’arco, in una festa stagionale in uno dei tanti santuari nuragici. A ricordo della festa, e forse della vittoria di un torneo, il personaggio potrebbe aver lasciato nel santuario la sua immagine votiva.
Quindi un cavaliere sardo su cavallo sardo? Un precursore degli abili cavalieri che ancora oggi si esibiscono in Sardegna (pariglie)? ?
Questa ipotesi però lascia dei dubbi in altri studiosi che ritengono che il cavallo fosse un animale sconosciuto ai Protosardi e nella Sardegna prima della venuta dei Cartaginesi.
Lilliu comunque conclude la sua lunga descrizione dicendo che “possiamo credere che in Sardegna la proprietà del cavallo ed il costume del cavalcarlo fossero piuttosto rari e limitati a pochi notabili che esercitavano il potere ….. Il cavallo veniva adoperato in speciali circostanze o per particolari spettacoli in cui l’attrazione era determinata non soltanto dall’abilità prestigiosa e temeraria del cavaliere ma anche dalla preziosa rarità esotica dell’animale”.
Infine un’ultima curiosità: nell’antichità il mito del centauro, metà uomo e metà cavallo, potrebbe aver avuto origine dalla leggendaria abilità di guerrieri a cavallo di popoli allora sconosciuti.
Sappiamo che i primi ad utilizzare l’arco mentre andavano a cavallo furono probabilmente gli Sciti; e che Assiri, Traci, Sarmati e Parti erano molto temuti dai Romani per l’abilità dei loro arcieri di andare al galoppo e contemporaneamente tirare con l’arco frecce all’indietro contro il nemico con estrema precisione e destrezza.
Immagini dei centauri tratte dal web
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
NAVICELLA CON PROTOME BOVINA

74) NAVICELLA CON PROTOME BOVINA
Nome: navicella con protome bovina
Dimensioni: lunghezza 20,5 cm – altezza 7 cm – larghezza 7,5 cm
Aspetto: lo scafo, piatto e orlato, ha il listello a ponte rotto.
Lungo i fianchi sono visibili i due fori assiali, praticati in un secondo momento dopo la rottura del listello, per infilarvi un cordoncino di sospensione che sostituiva il manico di bronzo. Dalla placca orizzontale di prua, emerge dritta e verticale la protome bovina, con testa solida e ortogonale al collo corto e rigido. La testa é molto curata nei dettagli: sotto le corna risaltano le grandi orecchie a sventola con largo foro auricolare; gli occhi sono obliqui con palpebre tratteggiate così come l’orlo interno delle orecchie; il muso presenta l’incisione marcata della bocca con i forellini ciechi delle narici.
Sulla fronte della protome appaiono fini e fitte striature longitudinali e intorno al muso si notano rigature meno strette che stilizzano le grinze della pelle e il pelo dell’animale.
Luogo di ritrovamento: Àrdara (SS), localitá Scala de Bòes
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: si notano, là dove c’era il manico oggi mancante, le fratture basali limate: l’oggetto fu dunque ancora usato dopo il servizio originario. Lilliu ipotizza un uso domestico.
Le corna dell’animale sono spezzate poco sopra la radice.
Curiositá: la navicella fu ritrovata presso il nuraghe di Scala de Bòes, insieme a un bracciale bronzeo.
Lo Spano, nella sua pubblicazione del 1874 “Scoperte Archeologiche”, mise in relazione questa navicella con (uno dei) Popoli del Mare, gli Shardana, notando una forte somiglianza con le imbarcazioni rappresentate nei bassorilievi egizi del sec. XIV a.C.
Tuttavia, fa notare Lilliu, questa navicella è databile molti secoli dopo rispetto ai bassorilievi, intorno al VIII-VII sec. a.C.
In ogni caso la somiglianza con le navi Shardana e con la navicella proto etrusca, rappresentata su un vaso fittile, dove si osserva una protome bovina di ispirazione nuragica, é davvero notevole. Potrebbe esserci attraverso i secoli un collegamento tra la marineria shardana, nuragica ed etrusca? ?
Fotografia della navicella di B. Auguadro
Immagine tratta dal pannello illustrativo del Museo Sanna di Sassari
Immagine di navicella proto etrusca (descrizione e segnalazione di Shar Dana)
Immagine comparativa tra navicella proto etrusca e navicella nuragica di G. Exana
Descrizioni del bronzetto tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: ARDARA
Prov:
Autore:
MILITE CORNUTO

76) MILITE CORNUTO
Nome: miles cornutus
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza 24 cm
Aspetto e vestiario: il guerriero è rappresentato frontalmente, con i piedi distanziati e saldati a una basetta lunga con quattro fori (uno per angolo) che servivano per fissarla con dei chiodi al supporto, forse ligneo e non di pietra.
Nella mano destra è impugnato uno stocco lungo con lama bicostolonata e con elsa a pomo ricurvo.
Lo stocco non è appoggiato alla spalla, come visto invece in altri bronzetti, ma è tenuto dritto e distante dal corpo. La mano sinistra regge, per la maniglia, lo scudo di dimensione non grandi da cui spuntano l’elsa e la punta dei tre spadini custoditi all’interno.
L’elmo costituisce la peculiarità di questo bronzetto: è in assoluto quello con le corna più lunghe fra tutti gli elmicornutidei bronzetti nuragici. Si distinguono soprattutto per lo slancio verticale e per la simmetria garbata con cui, stringendosi in alto, si incurvano all’indietro con una curvatura flessuosa.
Il guerriero indossa tre tuniche attillate di lunghezza diversa; si aggiunge nella parte alta una corta corazza, striata longitudinalmente sul davanti e liscia sul retro, provvista tutto in giro, verso metà, di una cintura a cerniera dalla quale, sulle spalle, pendono due bande frangiate, forse una sciarpa.
Agli stinchi indossa gambiere di protezione, i piedi sono nudi e le dita segnate da sottili incisioni.
La testa è piccola e proporzionata, i tratti del volto sono gentili. Si notano i lievi e simmetrici archetti delle sopracciglia, il nasino discreto, i rilievi oblunghi e cerchiati degli occhi,la bocca delicata.
I capelli cadono sulla nuca e sono segnati in modo preciso con il solito stilismo del rametto schematico: forse si raccolgono in massa sotto l’elmo scendendo, da ciascuna gota, in una fine trecciolina.
Luogo di ritrovamento: Senorbì (CA), località Santu Teru o Bintergibas.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: bronzetto integro,elegante e proporzionato.
Curiosità: Le caratteristiche del bronzetto fanno pensare che sia opera di un artigiano esperto che lo ha modellato con eleganza e finezza:
– lo stocco, per reggersi meglio, è stato saldato alla base del corno destro dell’elmo.
– l’umbone centrale dello scudo è spostato verso sinistra per metterlo in asse con la mezzeria del corpo del guerriero: una correzione dettata dal gusto geometrico
Ia descrizione accurata e le decorazioni delle armi e della veste
– la naturalezza della posa del corpo
– l’elmo cornuto e in particolare la linea flessuosa delle corna curvate all’indietro
Altra curiosità: la sciarpa che pende sul dorso del guerriero era solo un indumento ornamentale o poteva avere una funzione pratica in battaglia?
Viene infatti in mente l’usanza degli antichi guerrieri mongoli di indossare, sotto la corazza, una sciarpa in seta perché – qualora fossero stati colpiti da una freccia del nemico – la seta non si sarebbe squarciata e avrebbe permesso di togliere l’indumento insieme alla punta della freccia.
Immagini tratte dal web
Descrizione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: SENORBI'
Prov:
Autore:
NAVICELLA CON PROTOME BOVINA

77) NAVICELLA CON PROTOME BOVINA
Nome: navicella con protome bovina
Dimensioni: lunghezza 20,2 cm – altezza 4,8 cm – larghezza 4,8 cm
Aspetto: lo scafo è piatto e orlato. Il manico consiste in un elemento leggermente spostato in avanti rispetto al centro della navicella ed è costituito da quattro bastoncelli ricurvi che nascono dal bordo (due verso prua e due verso poppa) e si fondono in alto. Nel punto di unione dei quattro sostegni del ponte è presente una corta colonnina cilindrica che termina con un capitello dove si fonde l’anello dell’appiccagnolo.
La protome bovina avanza dalla prua in orizzontale: collo e testa disegnano un morbido profilo serpeggiante, decisamentesimbolico” e poco naturale. Le corna bovine sono rese con eleganza, le orecchie sono “due bitorzoletti rigidi che spuntano, come cornetti rudimentali, sopra il collo,molto distanti dalle corna in un modo innaturale”. La forma dell’albero della navicella termina con un elemento svasato che, forse, vuole imitare la coffa.
Luogo di ritrovamento: MORES (SS), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: Integra. Il foro rotondo dell’anello prolungato in alto perché lo spessore si è consumato nel tempo si è assottigliato per effetto della lunga durata della sospensione: ciòdice Lilliu – fa pensare ad un uso pratico dell’oggetto come lucerna
Curiosità: per Lilliu:
– la forma terminale dell’albero della navicella è molto simile a quella dell’albero delle navi fenicie dette “hippos”, perché fornite di prua a testa di cavallo, rappresentate in bassorilievi assiri del palazzo di Khorsabad, nel tempio di Sargon II (722-705 a. C.)
– notevole ed istruttiva anche la somiglianza di questa protome con quella del manico di bronzo a testa bovina dal Circolo delle Sfingi di Vetulonia, datato alla prima metà del VII sec. A.C.
Note generali: per anni le navicelle sono state considerate semplici lucerne…ora per molti studiosi trattasi di navi votive, vere e proprie rappresentazioni delle navi nuragiche utilizzate in epoca lontana; in alcuni esemplari si notano addirittura le cuciture di assemblaggio del fasciame.
Disegno di ipotetica nave nuragica di G. Exana.
Descrizione e immagine della navicella tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Inseriamo anche le immagini di G. Exana di altra navicella con protome allungata molto simile, anche se in questa è presente sulla sommità dell’appiccagnolo un volatile, forse una colomba.

Comune: MORES
Prov:
Autore:
ORANTE CON MANO RICONDOTTA SULLA SPALLA

78) ORANTE CON MANO RICONDOTTA SULLA SPALLA
Nome: orante con mano ricondotta sulla spalla
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 9,5 cm
Aspetto e vestiario: per Lilliu è una figura maschile, raffigurata in piedi, le gambe leggermente divaricate. Il braccio destro (ora mancante) era presumibilmente alzato per porgere il saluto devozionale; il braccio sinistro è piegato e tenuto aderente al petto e conduce la mano sinistra, distesa, a toccare la spalla destra.
La testa è rivolta indietro e scoperta; i capelli sono divisi da una scriminatura che va da orecchio a orecchio, sono pettinati lisci alla sommità e raccolti in un nodo a treccia arrotolata presso ciascuna tempia. Alla nuca i capelli sono segnati da incisioni a spina di pesce con sfumatura alta sul collo (che è piuttosto allungato rispetto al corpo). L’acconciatura a crocchia sulle tempie è insolita e singolare, non è presente in nessun altro bronzetto.?
Il corpo è ricoperto da una tunica a balza (o da due tuniche sovrapposte di differente lunghezza) e un mantello che però è tenuto obliquamente sulla spalla sinistra, ben ripiegato e scende da una parte sul ventre, dall’altra sulle anche. La superficie piatta del manto è decorata con fitte rigature orizzontali e parallele, con orlo in rilievo sul lato esterno.
Dalla spalla sinistra, forse da sotto il mantello, scende una pezza di stoffa decorata con grossi bottoni, che copre parzialmente il fianco del braccio sinistro (altro particolare unico e originale).
La testa, piccola e aggraziata, mostra i lineamenti di un viso delicato, quasi fanciullesco. La fronte è alta, il naso piccolo, le arcate sopraccigliari lunghe e marcate. Le palpebre che cerchiano i globuletti degli occhi sono lievemente incise, la bocca appena accennata, il mento minuscolo e sfumato sul collo.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: braccio destro rotto all’omero; mancanti le gambe fino alle cosce.
Curiosità: il gesto compiuto dall’orante (mano sulla spalla) è una caratteristica peculiare vista solo in questo bronzetto, tanto da renderlo unico.
Per Lilliu il gesto non è rivolto a trattenere il mantello gettato sopra la spalla sinistra, bensì indica sia l’adorazione verso la divinità sia una sorta di patto segreto con quest’ultima, un vero e proprio GIURAMENTO.
Per Lilliu il bronzetto rappresenta un semplice devoto, per Lamarmora invece era un sacerdote.
Descrione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
OFFERENTE

79) OFFERENTE
Nome: offerente
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10 cm
Aspetto e vestiario: il devoto è rappresentato in piedi, alza la mano destra porgendo il consueto saluto devozionale tenendo il palmo aperto con dita unite e solo il pollice divaricato. Con la mano sinistra, ripiegata sul gomito, porge in avanti un piatto rotondo nel quale si notano alcuni elementi di offerta.
Il capo scoperto mostra una elaborata e ordinata acconciatura: i capelli sono divisi in sommità e scendono corti sulla nuca a taglio netto e sopra la fronte si rialzano in due ciuffi che si allungano in due treccioni che ricadono davanti alle orecchie lungo le guance. Incorniciano il viso, lungo e solido, con fronte marcata, arcata sopraccigliare in rilievo, naso regolare, occhi a mandorla cerchiati, bocca aperta e pronunciata e mento con fossetta.
Indossa una tunica aderente al corpo che scende sino al ventre, lasciando scoperte le gambe che si presentano allargate con accenni ai polpacci e alle dita dei piedi distinte da profonde incisioni parallele.
Sopra la tunica indossa un giubbotto rigido, forse di pelle, aperto sul davanti e un po’ scollato che si ferma sopra l’orlo della tunica, finendo con una decorazione a rilievi circolari intorno alla vita, da cui pende una frangia a filamenti verticali paralleli tra loro. Il giubbotto sembra chiudersi al collo, forse con un fermaglio, e sul retro, sotto la nuca, emerge una sorta di cappuccio stilizzato.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), località Santa Vittoria, presso la torre a feritoie
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: integro
Curiosità: nel piatto dell’offerta si notano: due focaccette tondeggianti al centro e due filoncini ai margini, di dubbia identificazione.
Descrione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: SERRI
Prov:
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DONNA ORANTE CON LUNGHISSIMO COLLO

82) DONNA ORANTE CON LUNGHISSIMO COLLO
Nome: donna orante con lunghissimo collo
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 23 cm
Aspetto e vestiario: figura femminile raffigurata frontalmente in piedi, nell’atto – forse – di porgere il saluto devozionale con la mano destra (braccio mancante) e l’offerta con la mano sinistra (rotta). Il corpo esile indossa una tunica a balze sovrapposte
Colpisce lo stilismo longilineo del collo e la forma della testa con epicranio piatto e allungato.
La testa è scoperta, i capelli lisci scendono incorniciando il viso, sciolti sul collo; visibile la scriminatura centrale. Lilliu non ne parla, ma è visibile parte del manto sul lato sinistro.
La forma appuntita del tronco con la stilizzazionecruciforme o spadiforme” del corpo sembra – dice Lilliurifarsi all’antica e arcaica geometria mediterranea del III e del II millennio a.C.
Luogo di ritrovamento: Terralba (CA), località S’Arrideli
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: molte sono le parti mancanti: piedi, braccio destro, mano sinistra, parte del mantello. Nel libro del 1953 sui bronzetti di Terralba, Lilliu riporta l’immagine del bronzetto prima dei restauri
Curiosità: Lilliu sottolinea l’impressionante stilismo longilineo del collo e la forma cruciforme o spadiforme del corpo. Quest’ultima ricorda stilizzazioni del neolitico cretese, cicladico, tessalico, tracico, palestinese, etc.
Appare curiosa anche la forma cilindrica della testa: Lilliu fa un accostamento con alcuni teschi dolicocrani nuragici rinvenuti a Seulo e studiati da C. Maxia (1951)
NOTA: La DOLICOCEFALIA è una condizione nella quale la scatola cranica assume una forma stretta e allungata in senso antero-posteriore. É una malformazione, ma può essere anche indotta. Una pratica del genere era infatti largamente diffusa nelle civiltà antiche quando, con l’ausilio di fasce o di strumenti rigidi, si usava modellare nel senso della lunghezza il cranio dei neonati, non si sa se nel tentativo di aumentarne le capacità cerebrali o per avvicinarli somaticamente alle divinità.
Descrizione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Immagine del bronzetto a destra è tratta da G. Lilliu, “Bronzetti nuragici da Terralba (Cagliari)”, 1953 – ringraziamo per la notizia e per l’immagine RS Roberto, gruppo “Viaggi nelle antichità della Sardegna”
Le informazioni sulla dolicocefalia sono tratte dal web

Comune: TERRALBA
Prov:
Autore:
DONNA CON COPRICAPO A FALDA LARGA

83) DONNA CON COPRICAPO A FALDA LARGA
Nome: donna con “sombrero”
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 8,3 cm
Aspetto e vestiario: testa di figura femminile che indossa un cappello a falda larga. In realtà, grazie a Lilliu, abbiamo sia una descrizione sia un’immagine di un altro frammento che componeva il bronzetto. Sappiamo così che la figura femminile indossava:
– una tunica attillata, che avvolgeva il corpo e nella zona della vita era stretta da un cordone
– un mantello con il risalto divisorio sulle spalle, rilevato in una frangia striata presso l’incollatura sulla nuca
Interessante è il copricapo ampio e decorato, detto ” a sombrero” da Lilliu, con umbone centrale a cono e fasce concentriche separate da sottili linee incise (6 fasce sopra la falda, 2 fasce all’interno). Il rialzo, fatto dal copricapo, lascia la fronte scoperta e la mette in evidenza. Sotto il cappello la donna mostra un’acconciatura elaborata: sulla fronte i capelli sono raccolti a forma di ciambella; sul collo invece scendono sciolti, lunghi e sono segnati da fitte striature verticali. Nel volto, ovale e stirato, è molto marcato lo schema a T delle sopracciglia tratteggiate e del naso ” a forte listello”; gli occhi a grossa mandorla sono incisi e cerchiati dal rialzo delle palpebre; bocca incisa con tocco rapido.
Luogo di ritrovamento: Terralba (CA), località S’Arrideli
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il collo è lunghissimo (come nel bronzetto schedato ieri), alla “Modigliani” ?
Curiosità: Lilliu segnala che la testa del bronzetto fa parte di un bronzetto spezzato da tempi antichi, del quale si conserva un altro frammento purtroppo non ricongiunto: il tronco, dalla vita in giù, senza i piedi e con un largo tratto del lembo destro di un mantello. Ricomponendo i frammenti si avrebbe uno schema di donna orante, simile ad altri bronzetti femminili. Nel libro del 1953 sui bronzetti di Terralba, Lilliu riporta l’immagine dei due frammenti del bronzetto mai ricomposti: testa e corpo.
Descrizione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Immagine del bronzetto con entrambi i frammenti è tratta da G. Lilliu, “Bronzetti nuragici da Terralba (Cagliari)”, 1953 – ringraziamo per l’immagine RS Roberto, gruppo “Viaggi nelle antichità della Sardegna”

Comune: TERRALBA
Prov:
Autore:
GUERRIERO CON STOCCO E SCUDO SULLE SPALLE

84) GUERRIERO CON STOCCO E SCUDO SULLE SPALLE
Nome: guerriero con stocco e scudo sulle spalle
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza residua 11 cm
Aspetto e vestiario: il guerriero è rappresentato frontalmente; con la mano destra porgeva quasi sicuramente il saluto devozionale, con la mano sinistra impugnava, all’estremità inferiore, uno stocco appoggiato sulla spalla e che reggeva, alle spalle, uno scudo.
L’elmo indossato ha forma conica con accenno di lembo ripiegato in avanti; ha la punta liscia ed il resto della superficie spartito in una zona ornata a spina di pesce (o rametto schematico) definita da incisioni orizzontali concentriche, due in alto e una alla base.
Il guerriero indossa:
– una tunica semplice e liscia
– un’ampia fasciatura di difesa intorno al collo, fatta di strisce sovrapposte rese con costolature alternate a incisioni; questa fascia si allarga alle spalle e al petto, proteggendoli
il consueto pugnale ad elsa gammata, portato non sul petto ma appeso a una lunga e stretta cinghia e abbassato, in modo inusuale, sino all’orlo della tunica
Sul retro uno scudo piccolo aderente alla schiena pende dallo stocco tramite una fune. Esso mostra al centro un umbone liscio, intorno al quale il rivestimento in cuoio (che nella realtà avvolgeva la struttura di legno dello scudo) è stilisticamente indicato nel bronzetto da una serie di incisioni radiali.
La testa ha forma conica, una taglio netto e squadrato sopra al collo; i capelli sulla nuca sono stilizzati a rametto.
I lineamenti del volto sono molto marcati: sopracciglia e naso sono resi con il noto schema a T, gli occhi sono a globo schiacciato ” o a pastiglia, schizzanti a fior di pelle”. Contrastano: il piccolo segno inciso della bocca e le minuscole orecchie abbozzate.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: braccia mancanti, rotto lo stocco per più di metà, rotte le gambe sotto i polpacci, scudo frastagliato sul contorno.
Curiosità: interessante copricapo. Più che a un elmo, assomigliadice Lilliuaipilei” (berretti di pelle, di feltro o di stoffa) di immagini della cultura greca di tradizione geometrica o del mondo orientale siriano-anatolico, del quale si ha un esempio anche in Sardegna nel bronzetto fenicio-punico di Flumenlongu- Nurra (se qualcuno ci manda un’immagine … cercheremo di schedarlo per voi ?)
Immagini di RS Roberto tratte da “Viaggio nelle anticihità della Sardegna”
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Approfondimenti sul “pileo” (copricapo):

Comune:
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