Risultati della ricerca


#immagini: 53

NAVICELLA CON ANTROPOIDE (una scimmia)

60) NAVICELLA CON ANTROPOIDE (una scimmia)
Nome: “lampada con figurina di antropoide nel piattello e manico a protome bovina” – G. Lilliu
Dimensioni: lunghezza 13,2 cm – altezza 4 cm – larghezza 8,8 cm
Aspetto: la navicella (una lucerna, per Lilliu) ha la forma di una foglia cuoriforme con manico terminante con piccola testa bovina. Nella parte posteriore dell’orlo c’é un minuscolo rilievo a sella, forse la stilizzazione di un volatile o altro animale. Ma la cosa più strabiliante del reperto è la figurina situata nel cavo del recipiente. Sembra un antropoide, una scimmia (forse un macaco) rappresentata a carponi con tutte e quattro le zampe ricurve e poggiate sul fondo; ben visibili e dettagliate le mani e le dita. Ha la testa a capocchia, orecchie a sventola, occhi a globuletto, muso con bocca incisa.
Luogo di ritrovamento: Baunei, localitá sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: manca circa un terzo del piattello, rotto l’anello dell’appiccagnolo sulla figurina di antropoide.
Curiositá: per Lilliu, come detto, la navicella è una lucerna votiva e per quanto riguarda la figurina centrale propende per l’ipotesi di un tramutamento totale della forma umana in forma bestiale accettando quindi la definizione di lampada votiva con elemento ornamentale con significato magico-apotropaico.
Tuttavia… forse non del tutto convinto da questa sua scelta, Lilliu ci racconta che furono fatte dotte discussioni intorno a questo oggetto e che alcuni zoologi ipotizzarono anche un eventuale ambientamento in Sardegna in tempi remoti di una qualche varietá di scimmia mentre altri studiosi non esclusero la possibilitá che fosse una raffigurazione di quanto visto durante uno dei viaggi per mari lontani da parte di “Sardi nuragici in paesi esotici popolati di scimmie, donde avrebbero portato seco qualche grazioso esemplare”.
Cosa, questa, che era possibile fare … con un’imbarcazione ?
Fotografie di G. Exana
Descrizioni tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: BAUNEI
Prov:
Autore:
STATUINA DI ORANTE

65) STATUINA DI ORANTE
Nome: statuina di orante
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 11,7 cm
Aspetto e vestiario: la testa, grossa e imponente, é ricoperta da una calottina. Il volto è ovale e pieno, i lineamenti sono decisi. L’arcata sopraccigliare é segnata da una incisione a cui aderisce il naso, dritto e lungo. Gli occhi sono “a mandorla”, le orecchie a dischetto, la bocca piccola, il collo é sottile in basso e largo verso l’alto come per sostenere la pesante testa.
Il corpo è avvolto da due indumenti attillati, lunghi fino alle cosce. Sulla spalla sinistra è posta a tracolla la bandoliera in pelle da cui scende obliquo il tipico pugnale a elsa gammata, qui rappresentato con proporzioni alterate, custodito dentro una guaina in cuoio che lascia vedere in trasparenza la lama con nervatura mediana.
La mano destra é sollevata all’altezza del collo e porge il saluto devozionale, la mano sinistra è mancante e reggeva probabilmente un ex-voto.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), località Santa Vittoria, dal recinto del “tempio ipetrale”
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: mancanti i piedi, parte delle gambe, la mano e l’avambraccio sinistro
Curiositá: i due indumenti attillati non sono la solita doppia tunica già vista in altri bronzetti ma sono costituiti da:
– (sotto) una tunica senza maniche, aperta sul davanti con l’orlo anteriore un po’ rialzato
– (sopra) una giacca in pelle senza maniche e con i lembi che si chiudono sul fianco sinistro.
Fotografia di G. Exana
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: SERRI
Prov:
Autore:
PUGNALETTO COL MANICO ORNATO E LAMA OVALE

71) PUGNALETTO COL MANICO ORNATO E LAMA OVALE
Nome: pugnaletto col manico ornato e lama ovale
categoria: arma
Dimensioni: lunghezza 19,5 cm.
Aspetto: La lama ha forma ovale. Il profilo del manico presenta due strozzature divise da un ingrossamento mediano; all’interno é traforato con tre riquadri vuoti, oblunghi e dal margine irregolare. La testa del manico ha la forma di un segmento di cerchio (a manubrio) ed è sormontato da un’appendice ad anellino che, per Lilliu, funge da appiccagnolo.
Tutta la superficie del contorno dell’elsa e le due barrette trasversali sono ornate da un tratteggio obliquo; nella parte dove l’elsa si salda con la lama ci sono due alette brevi e ricurve, decorate con motivo a spina di pesce eseguito con fini incisioni in continuità col resto del disegno.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), localitá Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Teti
Segni particolari: la piccola arma ha il pregio di essere conservata integra in tutte le sue parti, anche nella lama ovale.
Curiositá: Lilliu indica che sui fianchi e nel mezzo dell’elsa si osservano listellini sottili in rilievo che limitano 11 zone orizzontali e parallele riempite da linee incise oblique alternativamente verso destra e verso sinistra, le quali, componendosi, generano nuovamente un motivo a spina di pesce.
Tale motivo a spina di pesce si ritrova anche in altri manufatti di epoca nuragica ( pugnali, navicelle, etc.)… avrá avuto un significato particolare, simbolico oltre che decorativo? Attendiamo il parere degli esperti ?
Fotografia del bronzetto di M. Pasqua Meloni dal gruppo “Testimonianze e creatività sulla Sardegna antica”
Fotografia di navicella presa dal web (segnalata da G. Exana)
Descrizione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: TETI
Prov:
Autore:
NAVICELLA CON PROTOME BOVINA

74) NAVICELLA CON PROTOME BOVINA
Nome: navicella con protome bovina
Dimensioni: lunghezza 20,5 cm – altezza 7 cm – larghezza 7,5 cm
Aspetto: lo scafo, piatto e orlato, ha il listello a ponte rotto.
Lungo i fianchi sono visibili i due fori assiali, praticati in un secondo momento dopo la rottura del listello, per infilarvi un cordoncino di sospensione che sostituiva il manico di bronzo. Dalla placca orizzontale di prua, emerge dritta e verticale la protome bovina, con testa solida e ortogonale al collo corto e rigido. La testa é molto curata nei dettagli: sotto le corna risaltano le grandi orecchie a sventola con largo foro auricolare; gli occhi sono obliqui con palpebre tratteggiate così come l’orlo interno delle orecchie; il muso presenta l’incisione marcata della bocca con i forellini ciechi delle narici.
Sulla fronte della protome appaiono fini e fitte striature longitudinali e intorno al muso si notano rigature meno strette che stilizzano le grinze della pelle e il pelo dell’animale.
Luogo di ritrovamento: Àrdara (SS), localitá Scala de Bòes
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: si notano, là dove c’era il manico oggi mancante, le fratture basali limate: l’oggetto fu dunque ancora usato dopo il servizio originario. Lilliu ipotizza un uso domestico.
Le corna dell’animale sono spezzate poco sopra la radice.
Curiositá: la navicella fu ritrovata presso il nuraghe di Scala de Bòes, insieme a un bracciale bronzeo.
Lo Spano, nella sua pubblicazione del 1874 “Scoperte Archeologiche”, mise in relazione questa navicella con (uno dei) Popoli del Mare, gli Shardana, notando una forte somiglianza con le imbarcazioni rappresentate nei bassorilievi egizi del sec. XIV a.C.
Tuttavia, fa notare Lilliu, questa navicella è databile molti secoli dopo rispetto ai bassorilievi, intorno al VIII-VII sec. a.C.
In ogni caso la somiglianza con le navi Shardana e con la navicella proto etrusca, rappresentata su un vaso fittile, dove si osserva una protome bovina di ispirazione nuragica, é davvero notevole. Potrebbe esserci attraverso i secoli un collegamento tra la marineria shardana, nuragica ed etrusca? ?
Fotografia della navicella di B. Auguadro
Immagine tratta dal pannello illustrativo del Museo Sanna di Sassari
Immagine di navicella proto etrusca (descrizione e segnalazione di Shar Dana)
Immagine comparativa tra navicella proto etrusca e navicella nuragica di G. Exana
Descrizioni del bronzetto tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: ARDARA
Prov:
Autore:
NAVICELLA CON PROTOME BOVINA

77) NAVICELLA CON PROTOME BOVINA
Nome: navicella con protome bovina
Dimensioni: lunghezza 20,2 cm – altezza 4,8 cm – larghezza 4,8 cm
Aspetto: lo scafo è piatto e orlato. Il manico consiste in un elemento leggermente spostato in avanti rispetto al centro della navicella ed è costituito da quattro bastoncelli ricurvi che nascono dal bordo (due verso prua e due verso poppa) e si fondono in alto. Nel punto di unione dei quattro sostegni del ponte è presente una corta colonnina cilindrica che termina con un capitello dove si fonde l’anello dell’appiccagnolo.
La protome bovina avanza dalla prua in orizzontale: collo e testa disegnano un morbido profilo serpeggiante, decisamente “simbolico” e poco naturale. Le corna bovine sono rese con eleganza, le orecchie sono “due bitorzoletti rigidi che spuntano, come cornetti rudimentali, sopra il collo,molto distanti dalle corna in un modo innaturale”. La forma dell’albero della navicella termina con un elemento svasato che, forse, vuole imitare la coffa.
Luogo di ritrovamento: MORES (SS), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: Integra. Il foro rotondo dell’anello prolungato in alto perché lo spessore si è consumato nel tempo si è assottigliato per effetto della lunga durata della sospensione: ciò – dice Lilliu – fa pensare ad un uso pratico dell’oggetto come lucerna
Curiosità: per Lilliu:
– la forma terminale dell’albero della navicella è molto simile a quella dell’albero delle navi fenicie dette “hippos”, perché fornite di prua a testa di cavallo, rappresentate in bassorilievi assiri del palazzo di Khorsabad, nel tempio di Sargon II (722-705 a. C.)
– notevole ed istruttiva anche la somiglianza di questa protome con quella del manico di bronzo a testa bovina dal Circolo delle Sfingi di Vetulonia, datato alla prima metà del VII sec. A.C.
Note generali: per anni le navicelle sono state considerate semplici lucerne…ora per molti studiosi trattasi di navi votive, vere e proprie rappresentazioni delle navi nuragiche utilizzate in epoca lontana; in alcuni esemplari si notano addirittura le cuciture di assemblaggio del fasciame.
Disegno di ipotetica nave nuragica di G. Exana.
Descrizione e immagine della navicella tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Inseriamo anche le immagini di G. Exana di altra navicella con protome allungata molto simile, anche se in questa è presente sulla sommità dell’appiccagnolo un volatile, forse una colomba.

Comune: MORES
Prov:
Autore:
BUE SOSPESO SU SPADA

88) BUE SOSPESO SU SPADA
Nome: schema di bue sospeso su spada
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 13 cm – altezza 16 cm
Aspetto: il bue é rappresentato in piedi, di profilo, con le gambe parallele, rigide e geometriche.
Il corpo è cavo internamente e aperto; le zampe invece sono piene e sono ben marcati gli zoccoli e le ginocchia, il collo è molto lungo e stilizzato….quasi di giraffa, dice Lilliu.
La testa ha forma rettangolare, la bocca è un solco, gli occhi sono appena accennati lateralmente sotto le corna che sono ampie, lunghe, dritte e danno uno slancio longilineo allo schema.
Le orecchie “a sventola” ricurve all’indietro sono dietro le corna, parallele ad esse.
Ma la cosa più interessante del bronzetto è il volatile posato fra le corna: forse è una colombetta, che si affaccia tra le corna guardando nella stessa direzione del bue.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), localitá Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: zampe posteriori spezzate, il resto del corpo è integro
Curiositá: il bronzetto all’origine era infilato sulla punta di una spada votiva, come dimostra la piccola apertura praticata in fusione sul dorso, vicino al collo.
La colombetta posata tra le corna ricorda il volatile presente in molte navicelle nuragiche. Che significato poteva quindi avere?
Lilliu risponde con un quesito interessante: e se il volatile rappresentasse “un elemento consacratorio dell’animale che si offre alla divinità sostituendo l’offerta reale”?
Oppure – conclude -più semplicemente siamo di fronte a una rappresentazione tratta dall’osservazione della natura e della vita nei campi.
Fotografia di G. Exana
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: SERRI
Prov:
Autore: Girolamo Exana
VACCA STANTE

95) VACCA STANTE
Nome: vacca stante
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 6,3 cm – altezza 4,7 cm
Aspetto: l’animale è ritto sulle quattro zampe e poggia su una basetta rettangolare.
La struttura corporea è nel complesso agile e snella, il profilo della pancia e il dorso sono quasi orizzontali, il collo ben sviluppato e la testa molto avanzata rispetto alle zampe anteriori. Il bronzetto appare così molto lungo e sottile.
La coda è ripiegata, in modo naturalistico, sul dorso ma in senso contrario rispetto ad altri bronzetti. Le corna sono ben modellate, ampie e verticali; il volume del capo suggerisce una certa rotondità di forme, il muso è ben modulato dal taglio della bocca (non indicati, invece, gli occhi).
Luogo di ritrovamento: Nulvi (SS), località nuraghe Orku
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: integro, con le zampe anteriori e posteriori ancora fuse con la tavoletta quadrangolare di sostegno
Curiositá: il bovino manca di attributi maschili quindi forse per questo Lilliu lo classifica come esemplare femminile. Nella scheda descrittiva comunque lo studioso non riporta mai il genere dell’animale, la classificazione appare chiara solo dal nome dato al bronzetto.
Fotografia di G. Exana
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: NULVI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO

46) GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO
Nome: guerriero orante con spada e scudo
Professione: guerriero
Altezza: 39 cm
Vestiario e aspetto: molto simile al guerriero con spada e scudo di UTA, appartiene alla stessa mano artigianale, sicuramente alla stessa bottega.
Il guerriero indossa un elmo con due corti creste e corna; sul collo ha una goliera formata da due anelli sovrapposti e sotto questa una legatura triangolare con due strisce di cuoio riunite ad angolo con una borchia che scende sullo sterno. Gli indumenti sono costituiti da una tunica corta e attillata sino alle cosce e una seconda tunica sovrapposta alla prima e più corta, guarnita all’orlo da due frangette striate; una corta corazza con striature che giunge all’altezza del braccio, spallacci mobili e pieghevoli per facilitare la vestizione e i movimenti delle braccia. La protezione é completata con delle ginocchiere o gambali, i piedi sono nudi.
Con la mano sinistra regge lo scudo tondo con umbone centrale con punta aguzza che, dalla parte interna, mostra tre spadini con elsa a pomo bilobato con le punte sporgenti dall’orlo inferiore. In questo bronzetto non è visibile il guanto alla mano destra presente in altri esemplari, al polso destro però figura chiaramente un bracciale.
Sul dorso del bronzetto sono presenti due anelli orizzontali e paralleli: in questi anelli all’origine era infilata verticalmente un’arma, che possiamo supporre fosse una lunga asta con penna direzionale, presente in altri bronzetti ritrovati a Teti e a Sant’Anna Arresi.
Luogo di ritrovamento: Sulcis (CA), loc. sconosciuta
Residenza attuale: Museo Preistorico-Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma
Segni particolari: nella mano destra la spada é spezzata, ridotta soltanto all’elsa.
Curiositá: É tra i bronzetti di più antico rinvenimento in Sardegna in quanto giunse alle collezioni del Museo del Collegio di S. Ignazio ( oggi Kirkeriano) per dono del Cardinale Alessandro Albani poco prima del 1763, data in cui Winckelmann lo citò nella prima edizione del suo libro “Storia dell’Arte”
fotografia dal web
disegno di un guerriero di G. Exana (nel nostro bronzetto manca il pugnale ad elsa gammata indossato solitamente sul petto)
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)

134) GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)
Nome: guerriero con lancia e ariete (o muflone)
Professione: guerriero
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario:
Guerriero con elmo cornuto a calotta, scudo sulle spalle, nella mano sinistra impugna una lancia e una corda con cui trattiene un animale, probabilmente un ariete o un muflone. Con la mano destra porge il saluto devozionale.
L’uomo sembra indossare una tripla tunica e un corto gonnellino (oppure una lunga tunica con tre balse e parte inferiore frangiata) e degli schinieri.
Luogo di ritrovamento: santuario nuragico di Serra Niedda – Sorso
Residenza attuale: da verificare
Curiosità:
Riportiamo l’interessante ipotesi di alcuni appassionati che vedono raffigurata in questo bronzetto una vera e propria tecnica di guerra: il guerriero nuragico sarebbe infatti equipaggiato con ariete o montone al guinzaglio per un motivo ben preciso. ?
“Lo storico Claudio Eliana confermò che gli elefanti si spaventano a morte quando sentono il verso del maiale ma anche dei montoni”
http://www.vanillamagazine.it/i-maiali-infuocati-da-guerra…/
Immagine a colori dal web; immagini in bianco e nero di S. Flore tratta dal Bullettino Archeologico
Informazioni e curiosità di G. Exana, prese da pagina fb “Testimonianze e creatività della Sardegna”

Comune:
Prov:
Autore:
CARRO A DUE RUOTE

50) CARRO A DUE RUOTE
Nome: carro a due ruote
Altezza: 4,1 cm.
Lunghezza: 6,5 cm.
Larghezza: 5,4 cm.
Aspetto: la ruota sinistra (originale) mostra quattro raggi a croce intorno al mozzo rotondo. Descrivendo il corpo del carretto, Lilliu parla di una cassa di forma ricurva e non sembra convintissimo che si tratti di un carretto (lo chiama anche “mobiletto”), e dice che non sa trovare proprio nessun riscontro di carro simile in tutto il mondo antico vicino al mondo protosardo.
Dato che il carretto è incompleto, privo di sedile e di timone, non riesce a ricostruirne nè l’immagine nè l’utilizzo.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), località Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: incompleto nella parte destra, é stato ricostruito (tutto l’asse tranne il tratto inserito nel tamburo e la ruota destra)
Curiositá: rimangono per Lilliu numerosi dubbi sulla funzione e natura di questo oggetto.
1) il conducente stava in piedi sul veicolo oppure lo guidava da seduto poggiando i piedi sulle assicelle del telaio?
2) vista la mancanza del timone, come veniva trainato il carretto e da quale animale? Da un cavallo… o un bue?
In allegato abbiamo inserito un’ipotesi di ricostruzione di carro da guerra del periodo nuragico (di G. Exana)
Fotografia e disegni di G. Exana

Comune:
Prov:
Autore:
UOMO DI UTA CON CORDA

8) UOMO DI UTA CON CORDA
Nome: noto come Fromboliere
Professione: sconosciuta
Altezza: 15 cm
Aspetto: fiero e attento, con corda ritorta e tesa tra le mani. Si nota una certa somiglianza con alcuni bronzetti capotribù, anche per la presenza del copricapo e del pugnale
Vestiario: doppia tunica smanicata, cintura con frange decorative, berretto a calotta, pugnale nuragico con elsa gammata inserito nella bandoliera, capelli corti
Luogo di ritrovamento: UTA (CA), località Monte Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il bronzetto é stato ritrovato con i piedi spezzati
Curiositá: secondo alcuni studiosi la corda potrebbe essere stata utilizzata come fionda oppure come semplice corda resistente da utilizzare per vari usi (domestici, etc.).
Secondo un’altra ipotesi segnalataci potrebbe invece trattarsi di una delle preziose corde composte da tante cordicelle attorcigliate provenienti da Tartesso.
Nella Bibbia si parla infatti delle navi di Thartshish (Tartesso…. per alcuni Tharros…) che solcavano i mari e tra le varie mercanzie portavano “funi ritorte e robuste” come questa; il bronzetto potrebbe quindi rappresentare un offerente che presenta la corda come segno di devozione o ex-voto.
fotografie e ipotesi di G. Exana

Comune:
Prov:
Autore: foto G. Exana
ARCIERE CON ASTA A PENNA DIREZIONALE

129) ARCIERE CON ASTA A PENNA DIREZIONALE
Nome: arciere con asta a penna direzionale
Dimensioni: altezza 28,3 cm
Aspetto e vestiario: L’arciere è raffigurato ritto in piedi, con busto e arco visti di profilo mentre la testa è girata di tre quarti e chinata in avanti, come per voler seguire il lancio della freccia.
Il guerriero impugna l’arco pesante tenendolo con la mano sinistra, mentre con la mano destra regge la freccia e sta per tendere la corda. Il polso destro è protetto da un brassard in cuoio.
L’arciere porta sul capo un elmetto a due corte creste e corna brevi rivolte in avanti e indossa una doppia tunica senza frange. La tunica superiore è aperta sul fianco sinistro ed è trattenuta da un fermaglio. Sopra la tunica, sul petto, è visibile una pezza di stoffa (una sciarpa?) che scende obliquamente da destra verso sinistra e termina in un orlo frangiato (si vedano le striature orizzontali).
Gli altri elementi di protezione che completano il corredo da combattimento del guerriero sono:
– doppia goliera
– gambiere, già viste in molti bronzetti, ma qui sono più lunghe e con guarnizione a frangia nella parte superiore del polpaccio (si vedano brevi incisioni verticali parallele)
– placca rettangolare di protezione portata sul petto
– pugnaletto ad elsa gammata (piastra e pugnaletto coprono in parte la pezza di stoffa frangiata)
Il bagaglio delle armi in dotazione al guerriero è portato sul dorso e appare complesso e pesante:
– vasetto o astuccio conico (per contenere le punte di freccia o il grasso per l’arco)
– faretra (o turcasso – come preferisce chiamarlo Lilliu), custodia per le frecce dell’arco
– spada rinfoderata, con elsa a sbarretta trasversale e pomo bilobato, con estremità inferiore inserita in un anello orizzontale “fuso” con la punta stondata della faretra
– asta o lungo bastone cilindrico affinato verso l’alto e terminante con tre anellini che lo fissano ad una grande penna triangolare, tutta striata
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), località Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotta la parte superiore dell’arco pesante e quasi l’intera corda; spuntata la penna dell’asta
Curiosità: Lilliu parla di “turcasso” anziché di faretra.
Etimologia: TURCASSO dal persiano “tīrkash”, composta da tīr = freccia e kashīdan = tirare
Ma la vera particolarità di questo bronzetto è la cosiddetta “asta direzionale”.
Il significato di questo oggetto non è ancora chiaro, questa la possibile ipotesi riportata da Lilliu:
Asta con in sommità “una grande penna triangolare, tutta striata, di lamina metallica o di sottile cuoio o anche di piume stesse, che serviva a imprimere e mantenere la giusta direzione dell’arma nel tragitto, prima di colpire l’oggetto”.
Per Lilliu quindi l’asta era un’arma e la penna serviva per dirigere il lancio.
Altre ipotesi che appaiono convincenti sono le seguenti: asta che serviva ad indicare la posizione esatta dell’arciere al resto dell’esercito oppure serviva per inviare segnalazioni agli altri schieramenti; oppure poteva trattarsi di una “bandierina” che indicava la direzione del vento: dettaglio fondamentale nei lanci lunghi.
Fotografia del bronzetto di G. Exana
Immagini ricostruzioni archeo-sperimentali di Andrea Loddo (gli Ultimi Nuragici)
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: