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Tomba di Giganti di Moru

La costruzione è databile al XIII secolo a.C. e costituisce il monumento funerario sepolcrale pertinente al Nuraghe Albucciu , da cui dista poche decine di metri. In questa tomba il corpo rettangolare, a lastroni piani, è circondato da un tumulo di pietrame , anch’esso dal profilo rettangolare. L’esedra si riduce ad una serie di blocchi e piccole lastre che privano il monumento del senso di grandiosità che connota le altre sepolture megalitiche. Notevole lo spessore murario della tomba, di circa 6 metri. La struttura ha subito rimaneggiamenti in epoche diverse ed è stata riutilizzata varie volte. (Mibact)

Domus de janas sul rio Su Fruscu

Le domus sono site in prossimità su Su Texile, un “tacco” conosciuto anche come su meseddu de Texile. Si tratta di un tipico roccione di antichissima formazione, monumento naturale dal 1989, nonché simbolo di Aritzo

Comune: ARITZO
Prov: Nuoro
Autore: Lorenzo Manca
Domus de janas sul rio Su Fruscu

Le domus sono site in prossimità su Su Texile, un “tacco” conosciuto anche come su meseddu de Texile. Si tratta di un tipico roccione di antichissima formazione, monumento naturale dal 1989, nonché simbolo di Aritzo

Comune: ARITZO
Prov: Nuoro
Autore: Lorenzo Manca
Nuraghe Armungia

Il nuraghe, databile all’età del Bronzo medio (XV-XIV secolo a.C.), ha struttura monotorre e forma tronco-conica con diametro di dodici metri e un’altezza residua di dieci metri. È realizzato con blocchi di scisto calcareo ben lavorati e disposti a formare la tholos svettata, ossia senza alcuni filari che la completavano. L’ingresso immette in un corridoio lungo quattro metri, come lo spessore murario, che porta alla camera principale, circolare con diametro di oltre cinque metri.

Nuraghe Armungia

Il nuraghe, databile all’età del Bronzo medio (XV-XIV secolo a.C.), ha struttura monotorre e forma tronco-conica con diametro di dodici metri e un’altezza residua di dieci metri. È realizzato con blocchi di scisto calcareo ben lavorati e disposti a formare la tholos svettata, ossia senza alcuni filari che la completavano. L’ingresso immette in un corridoio lungo quattro metri, come lo spessore murario, che porta alla camera principale, circolare con diametro di oltre cinque metri.

Nuraghe Scandariu

Costruito su una altura, da cui domina il territorio, è possibile vederlo percorrendo i tornanti della SP 6. Si tratta di un monotorre con un diametro di base di circa 10 m, edificato con blocchi di scisto. Parte della muratura, a sud, è crollata e l’ingresso, sempre a sud, è ogivale e da accesso alla camera interna, sprovvista della copertura a tholos, in essa è visibile una nicchia.

Nuraghe Scandariu

Costruito su una altura, da cui domina il territorio, è possibile vederlo percorrendo i tornanti della SP 6. Si tratta di un monotorre con un diametro di base di circa 10 m, edificato con blocchi di scisto. Parte della muratura, a sud, è crollata e l’ingresso, sempre a sud, è ogivale e da accesso alla camera interna, sprovvista della copertura a tholos, in essa è visibile una nicchia.

Domus de janas di Mandras

Questa tomba, scavata nella trachite, mostra – nell’anticella e nel vano principale – il soffitto dipinto in modo da riprodurre il tetto di una capanna secondo due schemi tipologici differenti. Particolare interesse riveste, inoltre, il motivo a “reticolato” presente lungo le pareti della cella principale.

Domus de janas di Mandras

Questa tomba, scavata nella trachite, mostra – nell’anticella e nel vano principale – il soffitto dipinto in modo da riprodurre il tetto di una capanna secondo due schemi tipologici differenti. Particolare interesse riveste, inoltre, il motivo a “reticolato” presente lungo le pareti della cella principale.

Il Toro o Campanile di S.Andrea Priu

Sul pianoro, a 10 metri a nord del ciglione, a 13 metri a ovest del pozzo di illuminazione dell’ipogeo VI (necropoli di Sant’Andrea Priu), s’innalza una singolare rupe, certamente già interessante -come aspetto – per natura, ma resa ancora di più dall’intervento dell’uomo. È quello che comunemente veniva indicato come “campanile”. Il Taramelli lo riteneva un masso trachitico, sporgente dalla sommità del banco, ritagliato esternamente ed internamente traforato da una cella ipogeica le cui pareti furono sfondate. Non di rado si è pensato ad un monumentale “toro”, una scultura che sarebbe ora mutila della testa, ma – in realtà – non si notano fratture, almeno di dimensioni tali da autorizzare l’accoglimento dell’ipotesi.

Il Toro o Campanile di S.Andrea Priu

Sul pianoro, a 10 metri a nord del ciglione, a 13 metri a ovest del pozzo di illuminazione dell’ipogeo VI (necropoli di Sant’Andrea Priu), s’innalza una singolare rupe, certamente già interessante -come aspetto – per natura, ma resa ancora di più dall’intervento dell’uomo. È quello che comunemente veniva indicato come “campanile”. Il Taramelli lo riteneva un masso trachitico, sporgente dalla sommità del banco, ritagliato esternamente ed internamente traforato da una cella ipogeica le cui pareti furono sfondate. Non di rado si è pensato ad un monumentale “toro”, una scultura che sarebbe ora mutila della testa, ma – in realtà – non si notano fratture, almeno di dimensioni tali da autorizzare l’accoglimento dell’ipotesi.

Domus de janas di S.Andrea Priu

Le domus de janas che compongono questa necropoli, una delle più estese ed importanti della Sardegna, sono scavate sulla parete verticale e sul pianoro di un affioramento trachitico – alto circa 10 m e orientato a S – e consistono in una ventina di sepolture disposte per lo più ad una certa altezza rispetto al livello di campagna. Risalgono presumibilmente al IV-III millennio a.C. ma furono riusate per lungo tempo. In età romana e poi bizantina la ‘tomba del Capo’ fu trasformata in chiesa rupestre, una delle prime nel tempo delle persecuzioni. Più volte intonacata e affrescata con scene del Nuovo Testamento, fu intitolata a sant’Andrea, da cui il nome del sito.