Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.
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Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.
Il Nuraghe Santu Juanni o San Giovanni si trova a circa 1 Km a Nord di Villaurbana in territorio di Siamanna. Si tratta di un monotorre costruito in blocchi di basalto appena sbozzati. Il corridoio d’ingresso è piattabandato e conduce ad una camera dove la tholos è ancora integra. Il piano superiore, ormai crollato, è invaso dagli arbusti e dai fichi d’india.
Il nuraghe, costruito con blocchi disposti a filari con differenti forme e pezzature, è di tipo complesso con la particolarità della fusione della torre centrale, in origine singola, con sei edifici successivi, uniti tra loro da cortine murarie, che la circondano.
Scavata in un anfiteatro di roccia trachitica sul fianco meridionale del ‘silenzioso’ colle di sa Pranedda, è composta da oltre 40 tombe di varie dimensioni e planimetrie, allineate lungo la parete rocciosa in maniera simmetrica, secondo un disegno che pare preordinato. La necropoli di Montessu è una delle più significative e affascinanti testimonianze prenuragiche dell’Isola, in uso per un millennio e mezzo, dal Neolitico finale (3200-2800 a.C.) al Bronzo antico (1800-1600 a.C.), come attestano i reperti ceramici ritrovati e custoditi nei musei archeologici di Cagliari e Santadi. Il sepolcreto preistorico domina con la sua mole la piana del rio Palmas, che lambisce l’abitato di Villaperuccio, nel basso Sulcis.
Prov: Carbonia-Iglesias
Autore: Nicola Castangia
Codice Geo: NUR7009
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Il nuraghe semplice fu trasformato nel tipo “a tancato”. Venne infatti aggiunto alla torre primitiva, frontalmente, un secondo edificio di dimensioni inferiori raccordato alla prima da due cortine murarie a linea spezzata, racchiudenti un cortile. Noto per il verificarsi del fenomeno della “luce del toro”.
Prov: Oristano
Autore: Giovanni Sotgiu
Codice Geo: NUR3464
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Necropoli con nove tombe ipogeiche, in una zona con rocce affioranti sul terreno circostante. Le tombe sono state ritrovate casualmente in occasione di recenti lavori di scavo. Si ritiene che si sia cominciato ad utilizzare il sito dal Neolitico recente (3500 a.C.).
Prov: Sassari
Autore: Giovanni Sotgiu
Codice Geo: NUR6932
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Necropoli con nove tombe ipogeiche, in una zona con rocce affioranti sul terreno circostante. Le tombe sono state ritrovate casualmente in occasione di recenti lavori di scavo. Si ritiene che si sia cominciato ad utilizzare il sito dal Neolitico recente (3500 a.C.).
Prov: Sassari
Autore: Giovanni Sotgiu
Codice Geo: NUR6932
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Attraverso una gola selvaggia, scavata da un torrente nel granito porfidico, si accede al villaggio nuragico di Praidas. I manufatti sono in condizioni di forte degrado e significativamente franati.
Prov: Ogliastra
Autore: Giovanni Sotgiu
Codice Geo: NUR12019
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Attraverso una gola selvaggia, scavata da un torrente nel granito porfidico, si accede al villaggio nuragico di Praidas. I manufatti sono in condizioni di forte degrado e significativamente franati.
Prov: Ogliastra
Autore: Giovanni Sotgiu
Codice Geo: NUR12019
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A m 150 dal secondo gruppo di domus, ai piedi del Monte Corru Tundu, è presente un colossale monolite in tufo trachitico dalla sommità troncata (altezza residua m 5,75). Il menhir, uno dei più grandi della Sardegna, è fortemente affusolato, con una faccia spianata e l’altra arrotondata; in questa sembrano individuabili tre coppelle circolari. Monolite e necropoli, erano funzionali all’insediamento di Monte Padrillonis. (cultura di San Michele, 3200-2800 a.C.).
La necropoli è costituita da 14 domus de janas, considerate tra le più belle della Sardegna per la concezione architettonica. Dodici di esse sono aperte nella roccia in serie orizzontale, le altre due dirimpetto alle prime. I prospetti si impongono per la monumentalità e l’accuratezza della lavorazione:.in particolare quello della tomba 3, Un sistema di canalizzazione scavato nella roccia, tuttora visibile, preservava le sepolture dall’infiltrazione dell’acqua piovana.