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Pozzo sacro Su Presoni o Cuccuddaddas

In località Is cugudadas, nel territorio del comune di Cardedu, immerso nella fittissima vegetazione, si trova il pozzo sacro “Su Presoni”, così denominato perché nei secoli scorsi si tramanda fosse usato come carcere. Il pozzo sacro è un edificio connesso al culto delle acque, è composto da una parte sotto terra (cella del pozzo) e una sopratterra (atrio) raccordate da una rampa di scale. Il monumento di Cardedu è in buono stato di conservazione, rimangono ben visibili i muri laterali dell’atrio ad un’altezza residua di più di un metro; la cella del pozzo che conserva integra la copertura ad ogiva e la scala dove è perfettamente integra la copertura a gradoni. (http://www.agugliastra.it)

Pozzo sacro Su Presoni o Cuccuddaddas

In località Is cugudadas, nel territorio del comune di Cardedu, immerso nella fittissima vegetazione, si trova il pozzo sacro “Su Presoni”, così denominato perché nei secoli scorsi si tramanda fosse usato come carcere. Il pozzo sacro è un edificio connesso al culto delle acque, è composto da una parte sotto terra (cella del pozzo) e una sopratterra (atrio) raccordate da una rampa di scale. Il monumento di Cardedu è in buono stato di conservazione, rimangono ben visibili i muri laterali dell’atrio ad un’altezza residua di più di un metro; la cella del pozzo che conserva integra la copertura ad ogiva e la scala dove è perfettamente integra la copertura a gradoni. (http://www.agugliastra.it)

Pozzo sacro Su Presoni o Cuccuddaddas

In località Is cugudadas, nel territorio del comune di Cardedu, immerso nella fittissima vegetazione, si trova il pozzo sacro “Su Presoni”, così denominato perché nei secoli scorsi si tramanda fosse usato come carcere. Il pozzo sacro è un edificio connesso al culto delle acque, è composto da una parte sotto terra (cella del pozzo) e una sopratterra (atrio) raccordate da una rampa di scale. Il monumento di Cardedu è in buono stato di conservazione, rimangono ben visibili i muri laterali dell’atrio ad un’altezza residua di più di un metro; la cella del pozzo che conserva integra la copertura ad ogiva e la scala dove è perfettamente integra la copertura a gradoni. (http://www.agugliastra.it)

Pozzo sacro Su Presoni o Cuccuddaddas

In località Is cugudadas, nel territorio del comune di Cardedu, immerso nella fittissima vegetazione, si trova il pozzo sacro “Su Presoni”, così denominato perché nei secoli scorsi si tramanda fosse usato come carcere. Il pozzo sacro è un edificio connesso al culto delle acque, è composto da una parte sotto terra (cella del pozzo) e una sopratterra (atrio) raccordate da una rampa di scale. Il monumento di Cardedu è in buono stato di conservazione, rimangono ben visibili i muri laterali dell’atrio ad un’altezza residua di più di un metro; la cella del pozzo che conserva integra la copertura ad ogiva e la scala dove è perfettamente integra la copertura a gradoni. (http://www.agugliastra.it)

UCCELLO DALLE LUNGHE ZAMPE

30) UCCELLO DALLE LUNGHE ZAMPE
Nome: uccello dalle lunghe zampe
Categoria: animale
Lunghezza: 7 cm
Altezza: 7,2 cm
Aspetto: zampe lunghe ed esili parallele piantate su una traversa orizzontale; visibili sulla testina gli occhi stilizzati a globuletto, il becco acuto e una lieve prominenza in sommità. Il lungo collo è obliquo e liscio nella parte superiore, decorato con fitte striature trasversali nella metà inferiore, quasi a indicare il piumaggio del petto. Sul dorso, solcato da un’incisione dal collo alla coda, scendono una serie di incisioni oblique per rappresentare – secondo Lilliu – le piume delle ali fuse col resto del corpo piumato. Visibile chiaramente la piccola ruota della coda, segnata con una zona tratteggiata a striature; ben visibili anche le incisioni delle dita delle zampe
Luogo di ritrovamento: SERRI (NU), loc. Santa Vittoria, atrio del pozzo sacro
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il volatile si presenta di profilo, in atto di riposarsi e guarda, curioso e attento, in avanti. Le zampe lunghe sono appoggiate a una traversa orizzontale appuntita con tracce di piombatura per l’infissione nel supporto dell’offerta
Curiositá: la forma del volatile (per Lilliu poteva essere un corvo) ricorda a molti…la forma della base dell’elsa gammata del famoso pugnale che troviamo in moltissimi bronzetti di guerrieri o personaggi importanti ?
fotografie bronzetto e pugnale di G. Exana
fotografie pozzo sacro di Santa Vittoria -Serri di B. Auguadro
Per approfondimenti: G. Lilliu “Sculture della Sardegna Nuragica” – ed. ILISSO ( pag. 442)

Comune: SERRI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
ARCIERI SAETTANTI

45) ARCIERI SAETTANTI
Nome: Arcieri saettanti
Professione: guerrieri
Altezza: partendo da sinistra: 10 cm – 16,8 cm – 14,5 cm
Vestiario e aspetto: i tre bronzetti sono molto simili, tanto che si può attribuirli alla stessa mano artigianale, sicuramente alla stessa bottega. Si colgono alcune varianti nell’armatura.
Nella prima fotografia ammiriamo un arciere che indossa l’elmo con corna e cresta mediana e ha una spessa visiera a punta sporgente sulla fronte. Indossa una goliera ad un solo anello (gli altri arcieri hanno una goliera a due anelli metallici sovrapposti), sul petto indossa la tipica piastra di protezione ventrale e sul retro la faretra con la ghiera dell’astuccio distinta dal coperchio, che si avvitava o vi si incastrava per pressione.
In questo bronzetto l’arco è in parte mancante, resta solo un tratto della corda: possiamo però immaginare che fosse come quello presente nell’altro esemplare, ovvero con corda annodata alle estremitá. Con la mano sinistra l’arciere tiene stretto il legno dell’arco, e con la mano destra la corda e la cocca della freccia posata sul braccio sinistro teso.
Gli arcieri (anche se in uno non è più completamente visibile) indossano una tunica attillatissima che lascia scoperte sul davanti le gambe e dietro cade in una larga falda a punta, come la coda di un “frac” – dice Lilliu.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), loc. Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: fortunatamente possiamo mettere a confronto questi tre bellissimi esemplari e, nonostante molte parti siano mancanti, possiamo così avere un’idea completa del vestiario, dell’aspetto e del bagaglio veramente complicato e formidabile dei mezzi di offesa primari e di riserva utilizzati da questi guerrieri
Curiositá: il bronzetto più integro (che si distingue dagli altri per il copricapo complesso ancora integro con corna che si ripiegano al centro sopra la cresta mediana) sulle spalle reca un gruppo di tre oggetti d’arme: un vasellino (forse per il grasso con cui ungere la corda), la lunga faretra per contenere le frecce, la spada con elsa terminante in forma di forcella semilunata. Al di sopra del gruppo vi é una specie di nastro metallico che gira ad arco (un tendiarco?)
fotografie di G. Exana
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILLISSO

Comune: SERRI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
ARCIERI SAETTANTI

45) ARCIERI SAETTANTI
Nome: Arcieri saettanti
Professione: guerrieri
Altezza: partendo da sinistra: 10 cm – 16,8 cm – 14,5 cm
Vestiario e aspetto: i tre bronzetti sono molto simili, tanto che si può attribuirli alla stessa mano artigianale, sicuramente alla stessa bottega. Si colgono alcune varianti nell’armatura.
Nella prima fotografia ammiriamo un arciere che indossa l’elmo con corna e cresta mediana e ha una spessa visiera a punta sporgente sulla fronte. Indossa una goliera ad un solo anello (gli altri arcieri hanno una goliera a due anelli metallici sovrapposti), sul petto indossa la tipica piastra di protezione ventrale e sul retro la faretra con la ghiera dell’astuccio distinta dal coperchio, che si avvitava o vi si incastrava per pressione.
In questo bronzetto l’arco è in parte mancante, resta solo un tratto della corda: possiamo però immaginare che fosse come quello presente nell’altro esemplare, ovvero con corda annodata alle estremitá. Con la mano sinistra l’arciere tiene stretto il legno dell’arco, e con la mano destra la corda e la cocca della freccia posata sul braccio sinistro teso.
Gli arcieri (anche se in uno non è più completamente visibile) indossano una tunica attillatissima che lascia scoperte sul davanti le gambe e dietro cade in una larga falda a punta, come la coda di un “frac” – dice Lilliu.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), loc. Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: fortunatamente possiamo mettere a confronto questi tre bellissimi esemplari e, nonostante molte parti siano mancanti, possiamo così avere un’idea completa del vestiario, dell’aspetto e del bagaglio veramente complicato e formidabile dei mezzi di offesa primari e di riserva utilizzati da questi guerrieri
Curiositá: il bronzetto più integro (che si distingue dagli altri per il copricapo complesso ancora integro con corna che si ripiegano al centro sopra la cresta mediana) sulle spalle reca un gruppo di tre oggetti d’arme: un vasellino (forse per il grasso con cui ungere la corda), la lunga faretra per contenere le frecce, la spada con elsa terminante in forma di forcella semilunata. Al di sopra del gruppo vi é una specie di nastro metallico che gira ad arco (un tendiarco?)
fotografie di G. Exana
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILLISSO

Comune: SERRI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
Pugnale a Elsa Gammata

La forma della base di questo famoso pugnale – che troviamo in moltissimi bronzetti di guerrieri e personaggi maschili – ricorda a molti, tra cui Lilliu, la forma di un volatile, spesso rappresentato anche nelle navicelle nuragiche.

Comune:
Prov:
Autore: Andrea Loddo
NAVICELLA CON ANIMALI VARI SULL’ORLO

87) NAVICELLA CON ANIMALI VARI SULL’ORLO
Nome: navicella con animali vari sull’orlo
Dimensioni: lunghezza residua 13 cm – altezza 5,5 cm – larghezza 6 cm
Aspetto: la bellissima e interessantissima navicella ha lo scafo col fondo piatto, due peducci nella parte anteriore, l’orlo ribattuto e sporgente ad angolo retto, Il manico a giogo con anello di sospensione.
Sopra l’orlo dello scafo sono raffigurati cinque animali (prima della rottura erano sei), tre da una parte e tre dall’altra, in simmetria.
Non tutti sono chiaramente identificabili, tutti sono posizionati in direzione opposta rispetto a quella della rotta e guardano all’indietro…tutti, tranne uno ? quello posto sull’orlo della fiancata destra che guarda a prua
La posizione degli animali é in piedi, con le zampe anteriori tese in avanti, come per sostenersi meglio in piedi a causa del dondolìo della nave…tutti in piedi, tranne uno ? lo stesso animale di prima è accovacciato e disteso lungo l’orlo come se vi si aggrappasse …timoroso del mare
Sul margine DESTRO dello scafo possiamo vedere, in ordine, da poppa verso prua:
1) un quadrupede col muso appuntito, orecchie corte, occhi a globetto e coda levata a riccio
2) un animale che sopporta il giogo costituito da una sbarretta rettangolare trasversale con nel mezzo l’anello di sospensione dell’oggetto. Dall’altra parte si contrapponeva il compagno (ora perduto) per sostenere l’altra estremità del giogo. Davanti al muso dell’animale si osserva, sopra l’orlo dello scafo, due piccoli rilievi che rappresenterebbero due mucchietti di paglia o altro mangime per l’animale
3) un animale selvatico che non guarda a prua ed è accovacciato….lo abbiamo schedato qualche mese fa… Di lui (o lei) sappiamo che ha la coda lunga, striscia con la parte posteriore del corpo mentre si solleva con il collo e la testa; il muso è corto, gli occhi piccoli e le orecchie brevi e a punta, aguzze e tese all’indietro
Nella fiancata SINISTRA si presentano in ordine:
4) un quadrupede con muso appuntito
5) animale mancante, per rottura. Doveva essere però il compagno del numero 2) perchè sopportava insieme a lui il giogo
6) un animale ben caratterizzato da muso a ventosa, dalla schiena setolosa stilizzata in una cresta dentata e dalla coda di riccio….anche questo animale è già stato schedato mesi fa…
Luogo di ritrovamento: Meana (NU), a c.a. 1 km a ovest del paese. La navicella fu rinvenuta nel 1875, a poca profondità, in un ripostiglio insieme a un pezzo di “aes rude” (bronzo non lavorato utilizzato come “moneta”), una piccola lancia e la metà di uno stocco di bronzo.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotte la poppa e la prua a cui manca la protome, rotta la parte sinistra del giogo, fori di rottura sotto l’orso nella fiancata dello scafo, slabbrature sull’orlo
Curiositá: avete riconosciuto TUTTI gli animali???
Ecco le risposte secondo Lilliu:
1) un cane
2) un bue. Esso ha il muso “suino” tutto segnato da striature a spina di pesce e le corna sottili erette verticalmente intorno alle quali si avvolge, come un anello, la fune
3) una volpe (forse); è l’animale che non guarda all’indietro come gli altri e che è accovacciato, timoroso del mare ?. Per Lilliu la postura dell’animale ha qualcosa del “rettile” ma per la lunga coda e la struttura generale somiglia a una volpe. Per lo Spano invece sarebbe una martora
4) un cane (come quello della parte opposta, ma senza coda) per Lilliu. Per lo Spano invece era un montone o una pecora
5) un bue, in coppia con il n. 2)
6) un maialino o un cinghiale
Nota dal web: Aes rude (cioè bronzo non lavorato) è un tipo di pre-moneta costituita da pezzi irregolari di bronzo. Tecnicamente non si può parlare di moneta perché non ne ha la forma, mancano segni che ne identifichino in qualche modo il valore e l’autorità che lo emette.
Fotografia di B.Auguadro
Descrizioni e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: Beatrice Auguadro
TORO STANTE

99) TORO STANTE
Nome: toro stante
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 11 cm
Aspetto: il corpo del toro é voluminoso ma allo stesso tempo fluido, mosso, ancora fuso alla base con la piastra quadrangolare di sostegno.
Le zampe sono cortissime e tozze ma ben articolate: quelle anteriori sono dritte e parallele, quelle posteriori sono invece rientrate obliquamente. Chiaramente riconoscibili gli zoccoli bifidi. La coda è girata sulla groppa e termina a riccio. Tra le zampe posteriori sono ben visibili gli attributi maschili dell’animale.
La struttura della testa è piatta, il muso ben caratterizzato, gli occhi a globetto o pastiglia.
Spiccano nella composizione le corna strette e lunghe, protese obliquamente in avanti; terminano con pomelli piatti in sommità.
Intorno alle corna, sulla cervice, si intreccia una fune, “probabilmente il laccio per catturare la preda – dice Lilliu – libera nei vasti pascoli degli altipiani sardi”.
Luogo di ritrovamento: Perfugas (SS), localitá Predio Canòpolo
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: integro
Curiositá: “un amico allevatore sostiene che quando i tori tengono la coda poggiata sul dorso, godono di ottima salute e prestanza fisica”. (A. Farina)
Interessante ipotesi. Dato che molti bronzetti di buoi e tori sono raffigurati con la coda ritorta, l’offerta del bronzetto alla divinità potrebbe essere interpretata come richiesta di salute e forza per l’animale.

Comune: PERFUGAS
Prov:
Autore: Antonello Farina
DONNA CON ANFORA SULLA TESTA

103) DONNA CON ANFORA SULLA TESTA
Nome: donna con anfora sulla testa
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza compresa la base 18,5 cm
Aspetto e vestiario: la figura femminile sottile e slanciata, quasi filiforme e con le proporzioni alterate tra busto allungatissimo e squadrato e gambe corte e sgraziate, ha i piedi fusi nel supporto di sostegno nella cui parte inferiore si notano ancora i resti del piombo di fissaggio alla tavola votiva.
La donna, con il seno in risalto, forse indossa una veste molto aderente e fusa con il corpo oppure è effettivamente nuda tranne sui fianchi dove si nota un gonnellino.
La testa è una sfera, il viso tondeggiante con tratti fisionomici modellati come se fossero stati impressi con un legnetto nell’argilla. Le orecchie sono a dischetto incavato, gli occhi sono puntini tondi, la bocca un’incisione orizzontale larga quanto il viso.
Ma la particolarità di questo bronzetto è data dalla postura e dall’offerta. La donna infatti ha entrambe le braccia sollevate e avvicinate all’altezza della testa per reggere un’anfora; le mani sono appena abbozzate, trattengono le anse dell’anfora che non appoggia direttamente sul capo bensì su un supporto, forse un cercine (panno attorcigliato o rami intrecciati di vimini ricoperti da un’imbottitura).
L’anfora rappresentata ha forma ovoide a bocca larga ricurva, è provvista di manici a largo e lungo nastro con foro ellittico. Da supporsi di terracotta e di media capacità viste le dimensioni non vistose.
Luogo di ritrovamento: nicchia dell’andito di ingresso del nuraghe Cabu Abbas o Riu Mulinu, Olbia (OT)

Comune: OLBIA
Prov:
Autore:
CERVO INFILZATO SU STOCCO

92) CERVO INFILZATO SU STOCCO
Nome: cervo infilzato su stocco
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 14 cm
Aspetto: il cervo è infilzato dalla pancia alla schiena da un lungo stocco con lama a doppia nervatura.il corpo è massiccio ma nel punto in cui viene infilzato é assottigliato e afflosciato, come per rappresentare l’animale trapassato dal ferro e ferito a morte.
La bocca infatti é aperta e la lingua penzola rigida; il corpo é straordinariamente allungato e rilassato, con le zampe a ciondoloni rappresentate cortissime rispetto alla lunga massa, soprattutto le zampe anteriori. Il cervo è maschio (si nota il sesso allungato aderente alla pancia), però Lilliu fa notare che, se non fosse per le corna con palco ramificato, potrebbe sembrare anche un altro animale: la coda infatti è corta e grossa, la testa somiglia a quella di un bovino.
Luogo di ritrovamento: UTA (CA), localitá Monti Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotti il corno destro alla radice, il sinistro al di sopra del ramo inferiore
Curiositá: si tratta del sacrificio di un cervo, raffigurato in modo molto realistico; per Lilliu si tratta di un’operazione di magia traspositiva, simile a quella che ha prodotto gli schemi zoomorfi di altri bronzetti ritrovati raffiguranti il sacrificio di un bue e di un muflone.
Fotografia dalla pagina fb UTA archeologica
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: