Il nome gli deriva dal toponimo dl terreno, il quale a suo tempo fa riferimento al muso del dio Toro presente nelle domus poco lontane, ma anche con molta probabilità al periodo più recente medievale o addiritura ottocentesco, del rumore che fa la cascata omonima nel periodo invernale. “.su mummuttu de s’abba cando siche addobat dae punta de sas rocas aintro de sa pischina, faghet unu murrunzu mannu.
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Nuraghe incompiuto all’interno del territorio comunale
La Necropoli di Tracucu è un bellissimo e vasto sito archeologico situato a circa tre chilometri da Lotzorai, lungo la strada per Talana. Si tratta di tredici domus de janas, indicate da cartelli in legno, che si possono ammirare seguendo un sentiero guidato fra le rocce granitiche e la folta vegetazione.
Nell’altopiano di Taccu, in territorio del comune di Loceri, sorge il nuraghe Cea. Il monumento è composto da una torre principale, cui si accede tramite un corridoio, e una torre aggiunta in un secondo momento costruttivo. Il nuraghe comprendeva anche un piano superiore, il cui crollo ha ostruito la scala di accesso. La torre principale, che ha un diametro di quasi nove metri, è costruita in blocchi di granito di medie dimensioni appena sbozzati. (Agugliastra.it)
La Domus de Janas I di Is Arceddas si trova a circa 2Km a Est di Loceri. Sita all’interno di un bosco si tratta di una domus monocellulare scavata nel granito. Complessivamente il complesso neolitico è composto da tre ipogei.
Nuraghe polilobato realizzato in calcare bianco. Conserva una stupenda e grandiosa tholos integra. Is Paras è una delle costruzioni più eleganti della Sardegna nuragica. È costituito da una torre centrale parzialmente racchiusa da un bastione trilobato includente un ampio cortile. La torre principale, di pianta circolare (diametro m 12,50 x m 12,70), in blocchi di calcare bianco, alta m 12,70, era formata da due piani sovrapposti dei quali oggi si conserva quello inferiore.
Nuraghe polilobato realizzato in calcare bianco. Conserva una stupenda e grandiosa tholos integra. Is Paras è una delle costruzioni più eleganti della Sardegna nuragica. È costituito da una torre centrale parzialmente racchiusa da un bastione trilobato includente un ampio cortile. La torre principale, di pianta circolare (diametro m 12,50 x m 12,70), in blocchi di calcare bianco, alta m 12,70, era formata da due piani sovrapposti dei quali oggi si conserva quello inferiore.
Il pozzo sacro nuragico è una particolare struttura addossata alla vena sorgiva, la struttura della fonte sacra è solitamente composta da un ambiente delimitato da lastre di pietra. Il toponimo si traduce in lingua italiana come “valico dei baffi”, ma il motivo del nome non è noto ed oggetto di varie interpretazioni.
Il pozzo sacro nuragico è una particolare struttura addossata alla vena sorgiva, la struttura della fonte sacra è solitamente composta da un ambiente delimitato da lastre di pietra. Il toponimo si traduce in lingua italiana come “valico dei baffi”, ma il motivo del nome non è noto ed oggetto di varie interpretazioni.
Il nuraghe è un monotorre costruito con grandi massi ben lavorati. L’ingresso è sovrastato da un imponente architrave ed immette in un corridoio avente una nicchia sul lato destro e il vano scala sul lato sinistro; quest’ultimo è in buona parte invaso dalle macerie. Alla fine del corridoio si apre la camera circolare, con la volta a tholos ancora intatta, nella quale sono presenti tre nicchie in simmetria.
Il nuraghe è un monotorre costruito con grandi massi ben lavorati. L’ingresso è sovrastato da un imponente architrave ed immette in un corridoio avente una nicchia sul lato destro e il vano scala sul lato sinistro; quest’ultimo è in buona parte invaso dalle macerie. Alla fine del corridoio si apre la camera circolare, con la volta a tholos ancora intatta, nella quale sono presenti tre nicchie in simmetria.
A circa 100 m ad O del nuraghe omonimo si estende un villaggio di capanne. Queste sono raccolte in isolati, raccordate tra loro e disposte intorno a cortili comuni centrali. I vani hanno forma circolare e pavimenti lastricati e acciottolati; sono presenti focolari, nicchie, sedili e ripiani alle pareti. Le capanne hanno restituito materiali del Bronzo finale (XIII-X sec. a.C.).