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Santuario nuragico Su Monte

Il santuario è localizzato su un terrazzo naturale a dominio di un guado sul fiume Tirso, oggi compreso nel lago Omodeo. L’area sacra comprende una rotonda con atrio rettangolare fornito di sedile. Al centro della rotonda è stata rinvenuta, durante gli scavi di Vincenzo Santoni e Ginetto Bacco, una vasca trapezoidale in blocchi squadrati, legati da grappe in piombo, che incorpora un modello di nuraghe da cui, verosimilmente, era condotta l’acqua nella vasca ove avvenivano le cerimonie di iniziazione. (gooristano)

Comune: SORRADILE
Prov: Oristano
Autore: Lucia Corda
Santuario nuragico Su Monte

Il santuario è localizzato su un terrazzo naturale a dominio di un guado sul fiume Tirso, oggi compreso nel lago Omodeo. L’area sacra comprende una rotonda con atrio rettangolare fornito di sedile. Al centro della rotonda è stata rinvenuta, durante gli scavi di Vincenzo Santoni e Ginetto Bacco, una vasca trapezoidale in blocchi squadrati, legati da grappe in piombo, che incorpora un modello di nuraghe da cui, verosimilmente, era condotta l’acqua nella vasca ove avvenivano le cerimonie di iniziazione. (gooristano)

Comune: SORRADILE
Prov: Oristano
Autore: Franco Vacca
Santuario nuragico Su Monte

Il santuario è localizzato su un terrazzo naturale a dominio di un guado sul fiume Tirso, oggi compreso nel lago Omodeo. L’area sacra comprende una rotonda con atrio rettangolare fornito di sedile. Al centro della rotonda è stata rinvenuta, durante gli scavi di Vincenzo Santoni e Ginetto Bacco, una vasca trapezoidale in blocchi squadrati, legati da grappe in piombo, che incorpora un modello di nuraghe da cui, verosimilmente, era condotta l’acqua nella vasca ove avvenivano le cerimonie di iniziazione. (gooristano)

Comune: SORRADILE
Prov: Oristano
Autore: Franco Vacca
Tempio a pozzo di Cherchizzu o Su Laccheddu

Si tratta di un piccolo tempio per il culto delle acque, in cui si possono osservare, come è consuetudine, in questi monumenti, la scala e la camera; non resta, almeno apparentemente, traccia del vestibolo, il vano in cui, sopra il tavolo delle offerte, venivano esposti gli ex-voto donati alla divinità. Il vano scala, lungo 5 metri, è delimitato da pareti aggettanti che reggono 6 architravi superstiti dell’originaria copertura “a scala rovesciata”. I gradini sono regolari e ben lavorati e danno accesso alla bella cella circolare sotterranea, che conserva intatta la copertura ad ogiva e dove è contenuta l’acqua, elemento sacro. Il monumento è databile ad un periodo compreso tra la fine dell’età del bronzo recente e gli inizi del bronzo finale, tra il XII e il X secolo A.C. (Donna Nuragica)

Tempio a pozzo di Cherchizzu o Su Laccheddu

Si tratta di un piccolo tempio per il culto delle acque, in cui si possono osservare, come è consuetudine, in questi monumenti, la scala e la camera; non resta, almeno apparentemente, traccia del vestibolo, il vano in cui, sopra il tavolo delle offerte, venivano esposti gli ex-voto donati alla divinità. Il vano scala, lungo 5 metri, è delimitato da pareti aggettanti che reggono 6 architravi superstiti dell’originaria copertura “a scala rovesciata”. I gradini sono regolari e ben lavorati e danno accesso alla bella cella circolare sotterranea, che conserva intatta la copertura ad ogiva e dove è contenuta l’acqua, elemento sacro. Il monumento è databile ad un periodo compreso tra la fine dell’età del bronzo recente e gli inizi del bronzo finale, tra il XII e il X secolo A.C. (Donna Nuragica

Tempio a pozzo di Cherchizzu o Su Laccheddu

Si tratta di un piccolo tempio per il culto delle acque, in cui si possono osservare, come è consuetudine, in questi monumenti, la scala e la camera; non resta, almeno apparentemente, traccia del vestibolo, il vano in cui, sopra il tavolo delle offerte, venivano esposti gli ex-voto donati alla divinità. Il vano scala, lungo 5 metri, è delimitato da pareti aggettanti che reggono 6 architravi superstiti dell’originaria copertura “a scala rovesciata”. I gradini sono regolari e ben lavorati e danno accesso alla bella cella circolare sotterranea, che conserva intatta la copertura ad ogiva e dove è contenuta l’acqua, elemento sacro. Il monumento è databile ad un periodo compreso tra la fine dell’età del bronzo recente e gli inizi del bronzo finale, tra il XII e il X secolo A.C. (Donna Nuragica

I nuraghi in azienda, quelli noti e quelli dimenticati.

di Antonello Gregorini

Il libro di NURNET, a mia firma, in uscita in questi giorni nelle librerie, ha come incipit l’osservazione della mappa dei monumenti preistorici della Sardegna realizzata tramite il Geoportale Nurnet.

Ciò che colpisce chiunque, nel vedere la mappa, è la quantità di edifici risalenti al periodo nuragico e quindi  l’intensità della presenza antropica nella Sardegna del II millennio a.C.

A ben vedere anche del III millennio, con le dovute proporzioni, si può dire lo stesso, cioè che la Sardegna fosse intensamente abitata.

Nella mappa esistono dei “vuoti”, delle zone dove l’intensità è minore: alte e impervie montagne e pianure.  Mentre per le montagne il fenomeno è facilmente spiegabile con la rigidità del clima e l’asperità orografica, per le pianure la scarsa presenza sembra contraddire la logica. Già con altri articoli abbiamo documentato la distruzione quasi sistematica dei nuraghi nelle aree di bonifica per “spietramento” a favore del pascolo, dell’arato più o meno profondo, così come abbiamo documentato l’inglobamento di nuraghi in edifici di epoche successive: chiese, palazzi, piccoli o grandi ovili, aziende.

Nella foto di copertina portiamo un nuovo esempio di nuraghe andato totalmente distrutto a causa della realizzazione di una grande azienda agricola, Medau o Furradroxius, il nome che nel Sulcis viene dato agli edifici agricoli.

La segnalazione ci è pervenuta attraverso la messaggistica della pagina facebook, da parte di un attento e zelante cittadino di cui evitiamo di fare il nome.

Abbiamo quindi riportato il nuraghe sul Geoportale e scriviamo questo articolo per segnalare l’esistenza del monumento al presidio pubblico e ai rappresentanti delle Istituzioni competenti.

Comune:
Prov:
Autore:
Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.

Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.

Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.

Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.

Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.